“How to stay healthy in later life”: corretti stili di vita aiutano a
rimanere in salute
Lo
studio prospettico British Regional Heart Study ha dimostrato che la maggior
parte delle persone diventa progressivamente meno attiva dopo i 50 anni di età e
coloro che rimangono fisicamente attivi hanno rischi minori di sviluppare
malattie cardiache e circolatorie. Allo stesso tempo, lo studio conferma che
smettere di fumare, seguire un‘alimentazione sana ed evitare di incorrere
nell’obesità producono dei benefici sullo stato di salute del cuore a tutte le
età, impattando ancora di più sulla qualità di vita in età avanzata .
Piano di azione globale sull’attività fisica 2018–2030: persone più attive
per un mondo più in salute
È dimostrato che un‘attività fisica regolare produce molteplici benefici per
la salute, aiuta a prevenire le malattie non trasmissibili, l'ipertensione, il
sovrappeso e l'obesità e può migliorare la salute mentale, la qualità della vita
e il benessere.
Il nuovo
piano d'azione globale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per
la promozione dell’attività fisica, sviluppato attraverso un processo di
consultazione a livello mondiale, rappresenta una cornice aggiornata di
riferimento per l’implementazione di politiche e la realizzazione di interventi
efficaci per aumentare lo svolgimento di attività fisica a tutti i livelli.
Livelli insufficienti di attività fisica dal 2001 al 2016: analisi aggregata
di 358 indagini di popolazione su 1 milione e 900 mila individui
Uno studio pubblicato su
The Lancet Global Health journal evidenzia che nel mondo tra il 2001 e il
2016 non si è verificato un miglioramento dei livelli di attività fisica.
Nel 2016, circa una donna su tre (32%) e un uomo su quattro (23%) non
raggiungevano i livelli raccomandati di attività fisica per mantenersi in salute
(almeno 150 minuti di intensità moderata o 75 minuti a intensità vigorosa a
settimana).
Una attività fisica insufficiente è un fattore di rischio rilevante per le
malattie non trasmissibili e ha un effetto negativo anche sulla salute mentale
e, più in generale, sulla qualità della vita.
Rischio attribuibile al consumo di alcol tra il 1990 e il 2016: analisi
sistematica per Global Burden of Disease Study 2016
Lo studio pubblicato su
The Lancet, parte dell'annuale Global Burden of Disease (GBD), mostra che
nel 2016 quasi 3 milioni di decessi a livello mondiale sono stati attribuiti al
consumo di alcol; il 12% dei decessi si è verificato nei maschi di età compresa
tra i 15 e i 49 anni. Attraverso un’analisi sistematica sono stati valutati sia
gli esiti, sia i modelli di salute correlati al consumo di alcol tra il 1990 e
il 2016 in 195 paesi per area territoriale, sesso ed età.
L’alimentazione dei bambini nei primi 1000 giorni di vita in caso di
emergenze umanitarie e catastrofi naturali: l’Italia è pronta? Roma, 8 ottobre
2018
Il convegno, organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in
collaborazione con Save the Children e Unicef, ha l’obiettivo di attivare azioni
di preparedness (preparazione a potenziali emergenze) per la promozione della
salute della mamma e del bambino nei primi 1000 giorni di vita,
dell’allattamento e dell’alimentazione infantile, e per creare sinergie tra gli
attori che, a diverso titolo, si occupano delle donne e dei bambini nelle
situazioni di emergenza umanitaria a livello nazionale e internazionale. La
giornata di lavoro si propone anche scopi divulgativi in merito alle competenze
per la gestione organizzativa e operativa dell’alimentazione infantile nelle
emergenze. Clicca
qui per il programma.
“Urban health: comunità, luoghi e partecipazione”; Bologna, 15 e 16 novembre
2018
Nel corso del
16° meeting nazionale della Rete Città Sane saranno prese in esame tre delle
dimensioni considerate dal documento adottato dall'Organizzazione Mondiale della
Sanità (OMS) secondo cui le città sane favoriscono salute e benessere se si
investe nelle persone che compongono le città, se si progettano luoghi urbani
che migliorano la salute e il benessere, se si favorisce una maggiore
partecipazione degli individui e della comunità rispetto alle decisioni che
riguardano i luoghi in cui si vive.
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