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Codex Alimentarius: nuove regole per la sicurezza alimentare

29 luglio 2010 - La quantità massima di melamina ammessa dall’Oms negli alimenti in polvere per i bambini è pari a un milligrammo per chilo e la quantità di composti chimici ammessa nei mangimi per animali è pari 2,5 milligrammi per chilo. A stabilirlo sono le nuove norme dettate dalla Commissione sul Codex Alimentarius delle Nazioni Unite, che ha riunito a Ginevra dal 5 al 9 luglio 2010 500 delegati provenienti da circa 130 Paesi.

 

Le concentrazioni di melamina

La melamina è un composto chimico utilizzato in numerosi processi industriali, che ad alte concentrazioni è altamente tossico. È utilizzata anche nella produzione della plastica e quindi anche in manufatti direttamente legati all’alimentazione come i piatti, le posate o le lattine. Proprio per questa ragione, è inevitabile che tracce di questo composto entrino in contatto con il cibo senza tuttavia provocare, purché le concentrazioni rimangano minime, alcun danno alla salute.

 

«La definizione delle concentrazioni massime di melamina», ha commentato Martijn Weijtens, presidente della Commissione Codex Alimentarius, «aiuterà i Governi a fare una distinzione tra i bassi e inevitabili livelli di questo composto che non causano problemi alla salute e l’adulterazione volontaria, tutelando in questo modo la salute pubbliche senza creare ostacoli al commercio internazionale». Anche se non vincolanti in termini legali, le nuove concentrazioni fissate dalla Commissione consentono, infatti, ai Paesi di rifiutarsi di permettere l’importazione di prodotti con livelli di melamina eccessivi.

 

Verdura fresca e prodotti del mare

La verdura fresca è un elemento essenziale per una dieta equilibrata ed è coltivata sia per il consumo locale sia per quello globale. Le verdure possono compiere un lungo percorso prima di arrivare nel piatto del consumatore e durante i vari passaggi dalla raccolta alla tavola questi prodotti possono essere contaminati da numerosi patogeni come Salmonella, E. coli o il virus dell’epatite A.

 

Le nuove misure introdotte forniscono indicazioni specifiche per la produzione, la raccolta, la lavorazione, il confezionamento, l’immagazzinamento, la distribuzione, il commercio e l’educazione del consumatore e mirano a ridurre i rischi associati a questo tipo di cibi. Le indicazioni comprendono anche aspetti come il controllo delle acque di irrigazione o il congelamento.

 

La Commissione ha anche fornito informazioni specifiche per il controllo dei batteri nei prodotti del mare lungo tutta la catena alimentare. Negli ultimi anni, infatti, sono aumentate le segnalazioni di focolai batterici Vibrio, tipicamente associati al consumo di alimenti pescati in mare e soprattutto alle ostriche, perlopiù consumate crude.

 

Le aflatossine

Le aflatossine sono tossine cancerogene di origine fungina che in specifiche condizioni possono contaminare il mais, le arachidi e altri cibi di origine vegetale. Per prevenire la contaminazione da questo tipo di sostanze la Commissione ha adottato un codice di comportamento specifico. Il livello massimo fissato per le aflatossine è pari a 10 microgrammi per chilo per le noci brasiliane sgusciate pronte da mangiare e 15 microgrammi per chilo per quelle sgusciate ma ancora da lavorare.

 

Controlli e biotecnologie

Per controllare gli alimenti in modo corretto è necessario stabilire anche le tecniche di analisi e campionamento più adatte: le nuove linee guida adottate dalla Commissione prevedono esami per autenticare le varietà di cibo, verificare se i prodotti sono derivati dalle moderne biotecnologie e stabilire l’eventuale presenza di allergeni.

 

L’accordo raggiunto rappresenta un punto importante per il consenso internazionale nel settore delle biotecnologie, per cui la Commissione ha già sviluppato delle linee guida in termini di sicurezza alimentare.

Data di creazione della pagina: 29 luglio 2010