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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Sicurezza alimentare: la relazione 2006 sul sistema di allerta comunitario

Secondo la relazione del sistema di allerta comunitario sulla sicurezza alimentare, relativa al 2006, sono 2874 le segnalazioni pervenute alla Commissione europea dagli uffici periferici e dagli assessorati alla sanità dei paesi membri. Su 2874 notifiche, l’Italia ne ha effettuate 554 (pari al 19,3%), risultando così il primo Paese membro nel numero di segnalazioni inviate.

 

Per quanto riguarda le attività di vigilanza in ambito nazionale, sono giunte al ministero della Salute 186 segnalazioni dagli assessorati alla Sanità, dalle Asl e dai Carabinieri per la sanità (Nas), contro le 181 nel 2005. È in diminuzione il numero totale di allerta, sia per quanto riguarda i prodotti contaminati sul mercato, sia sul fronte dei respingimenti: gli uffici periferici del ministero della Salute hanno infatti notificato 368 irregolarità nel 2006 (contro le 533 del 2005 e le 494 del 2004). Di varia natura le irregolarità riscontrate che, nell’ambito delle classi di alimenti analizzati (di origine animale o vegetale), sono sia di tipo igienico-sanitario (contaminanti microbiologici, residui di antiparassitari, metalli pesanti, micotossine, stato di conservazione, additivi e coloranti) sia di tipo formale-merceologico (etichettatura non conforme dal punto di vista sanitario, frodi).

 

Cala, rispetto al 2005, il numero delle allerta relative al Vibrio Parahaemolyticus - Vibrio Cholerae nei prodotti della pesca, alla Listeria e al colorante Sudan. In lieve incremento, invece, il numero delle notifiche sui metalli pesanti, prodotti alimentari in cattivo stato di conservazione, con presenza di corpi estranei e di commercio illegale. Da tenere d’occhio i picchi significativi relativi alla Salmonella nei prodotti destinati all’alimentazione animale (75 notifiche sui mangimi, pari a circa il 36% del totale delle allerta per salmonella), ogm non autorizzati di provenienza americana e cinese, tossinfezioni provocate da norovirus e biotossine algali.

 

Contaminanti e additivi

I maggiori contaminanti microbiologici riguardano le Salmonelle, la Listeria, il riscontro di

larve di Anisakis in prodotti della pesca e di Campylobacter, per lo più in prodotti a base di carne. Diminuiscono invece le notifiche sul Vibrio Parahaemolyticus - Vibrio Cholerae rispetto agli anni precedenti. In particolare, sono pervenute 209 notifiche relative al riscontro di salmonella, per un’ incidenza relativa, su tutte le notifiche (2874), del 7,3%. Nel 2005 le segnalazioni di salmonella erano state invece 364, per un’incidenza dell’11,3%. Si segnalano poi 6 allerta per norovirus e una per epatite A (di queste, due hanno riguardato i lamponi congelati, le altre le ostriche). Un’analisi dei dati sulle notifiche che hanno coinvolto le ostriche ha evidenziato, oltre ad alcune segnalazioni relative ai metalli pesanti, una correlazione tra il consumo di ostriche di provenienza francese e la presenza di tossine algali, norovirus e tossinfezioni sospette (non confermate analiticamente per il non ritrovamento sul mercato del prodotto, già consumato).

 

I maggiori contaminanti chimici riguardano la presenza di micotossine, metalli pesanti e del

colorante Sudan (per quest’ultimo, 50 notifiche in peperoncino, spezie e altri prodotti alimentari). I metalli più diffusi sono il mercurio, il cadmio e il piombo, di frequente riscontrati insieme. Gran parte delle segnalazioni riguarda i prodotti della pesca.

 

Una problematica emersa in particolare nel corso degli ultimi tre mesi del 2005 riguarda il riscontro di ITX, ceduto da confezioni in tetrapak, che ha comportato 61 segnalazioni di allerta nel 2005. 55, invece, quelle relative al 2006 in numerosi prodotti a base di latte, bevande e

integratori alimentari e per la prima infanzia.

 

In rilievo anche 17 segnalazioni sulla presenza di diossina. In particolare, in otto casi il contaminante è stato riscontrato in mangimi e pre-miscele.

 

Aumentano le segnalazioni che riguardano il riscontro di idrocarburi policiclici aromatici e benzopirene (46 segnalazioni): la maggior parte interessano prodotti della pesca e conserve.

 

Istamina e monossido di carbonio

La maggior parte delle notifiche per istamina è correlata alla presenza di quest’ultima in tranci di tonno che, negli anni precedenti, ha causato in Italia diversi casi di istaminosi. Episodi, questi, legati al trattamento del tonno con il monossido di carbonio. Nel 2006 sono pervenute 31 allerta per riscontro di istamina, oltre a 6 segnalazioni di casi di istaminosi. Tra queste notifiche, 28 si riferiscono al tonno. Inoltre, nel corso dei controlli sono pervenute 29 segnalazioni relative alla presenza di monossido di carbonio (non solo nel tonno, ma anche in altri prodotti della pesca in generale).

 

Altre irregolarità e ogm

Le altre irregolarità, segnalate nel 2006, riguardano in modo preponderante merce

con etichettatura non regolamentare dal punto di vista sanitario, assenza di certificazioni sanitarie, traffico illegale, presenza di corpi estranei o in cattivo stato di conservazione.

 

Le importazioni illegali (40 segnalazioni) si riferiscono soprattutto a prodotti a base di carne, provenienti da Cina e Filippine.

 

Un problema significativo è l’individuazione di ogm non autorizzati (linea GM LL Rice 601, provenienza Stati Uniti), oltre ad alcune notifiche relative all’allerta per riscontro di altri ogm (BT63, provenienti dalla Cina). In totale, si sono avute 129 notifiche relative alla presenza di ogm non autorizzati di provenienza americana (119) e cinese (10). Tra queste notifiche, 71 sono state segnalazioni di prodotto non sul mercato (respingimenti o prodotto bloccato), mentre le altre sono notifiche di allerta, distribuite sul territorio comunitario. 6 notifiche sono state attivate dall’Italia. La maggior parte della materia grezza è sotto sequestro, mentre parte della stessa, lavorata e miscelata con altri lotti, è stata distribuita in altri Paesi comunitari (Austria, Germania, Norvegia, Irlanda, Polonia). L’Italia ha seguito la rintracciabilità delle merci risultate contaminate, provvedendo ai relativi sequestri e avvisando, nel caso di prodotti ridistribuiti in Europa i rispettivi Stati membri.

 

Scarica l’intero rapporto (pdf 333 kb).

 

(revisione a cura di Marta Ciofi degli Atti e Caterina Rizzo – reparto Epidemiologia delle malattie infettive, Cnesps - Iss)