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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Archivio 2011

(24 novembre 2011) Semi, semi germogliati e rischi per la salute: la valutazione Efsa

In seguito ai focolai infettivi sviluppatisi tra la primavera e l’estate 2011 in Francia e Germania, la Dg Sanco della Commissione europea ha richiesto all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) un parere sui pericoli microbiologici associati al consumo dei semi destinati alla germinazione e dei semi germogliati (germogli, germogli embrionali e crescione). Nella valutazione del rischio, l’Efsa raccomanda dunque l’adozione di misure di sicurezza supplementari per l’intera catena di produzione dei semi germogliati. Leggi l’approfondimento di Stefano Morabito (Laboratorio europeo di riferimento per Escherichia coli presso l’Istituto superiore di sanità).

 

(17 novembre 2011) Efsa: relazione sui livelli di pesticidi negli alimenti

Il 97,4% dei campioni alimentari analizzati nel 2009 contiene valori di pesticidi compresi nei livelli massimi di residui consentiti (Lmr), un dato che incrementa di un punto percentuale il valore registrato nel 2008 e porta da 4,4% a 1,4% le percentuali di superamento degli Lrm dal 2006 a oggi. Sono alcuni dei dati presenti nella terza relazione annuale sui residui di pesticidi condotta in tutti i Paesi membri dell’Ue, in Islanda e in Norvegia, e riferita a quasi 68 mila campioni alimentari su cui è stata ricercata la presenza di 834 pesticidi. Dai dati disponibili emerge inoltre che gli Lmr sono stati superati più frequentemente nei campioni provenienti da Paesi esterni allo Spazio economico europeo (6,9%) che in quelli provenienti dai Paesi Ue ed Efta (1,5 %) e, nel complesso, le percentuali di superamento più basse sono state registrate nei prodotti alimentari di origine animale (0,3%). Per maggiori informazioni leggi l’articolo “The 2009 European Union Report on Pesticide Residues in Food” e consulta il sito dell’Efsa.

 

(20 ottobre 2011) Malattie cardiovascolari: è utile ridurre il consumo di sale?

In netto contrasto con la letteratura scientifica, che da tempo associa un elevato consumo di sale a un aumentato rischio di ipertensione arteriosa e insorgenza di malattie cardiovascolari, uno studio europeo (Flemengho e Epogh), pubblicato su Jama a maggio 2011, riconsidera la consolidata evidenza mettendo in discussione le attuali raccomandazioni per una riduzione generalizzata del consumo di sale a livello di popolazione. La pubblicazione di questi risultati, considerati dagli epidemiologi cardiovascolari scarsamente significativi, ha suscitato comunque un importante dibattito nell’ambito delle istituzioni pubbliche impegnate, ormai da tempo, nelle strategie di popolazione per la riduzione del sale negli alimenti e in interventi di promozione ed educazione alla salute. Leggi l’approfondimento a cura di Chiara Donfrancesco, Luigi Palmieri, Serena Vannucchi (reparto di Epidemiologia delle malattie cerebro e cardiovascolari, Cnesp-Iss).

 

(21 luglio 2011) Efsa Ecdc: prima relazione congiunta sull’antimicrobico resistenza

Il 47% dei Campylobacter presenti negli esseri umani è resistente alla ciprofloxacina, il 43% all’ampicillina, il 40% all’acido nalidixico e il 3,1% all’eritromicina. Il 20% della Salmonella umana analizzata è resistente alla tetraciclina e alla sulfonamide, valori che raggiungono il 42-60% nei suini e nella carne di maiale, il 38-40% nei bovini e il 28-33% nei polli e nella carne di pollo. Sono alcuni dei risultati presenti nel rapporto “European Union summary report on antimicrobial resistance in zoonotic and indicator bacteria from animals and food in the European Union in 2009”, documento congiunto dello European centre for disease control (Ecdc) e dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa). Realizzato con i dati trasmessi dagli Stati membri, rappresenta la prima relazione congiunta dell’Ue sulla resistenza agli antimicrobici nei batteri zoonotici che interessano esseri umani, animali e alimenti.

 

(21 aprile 2011) Efsa: parere sulla riduzione di Campylobacter nei polli

Con 9 milioni di casi annui stimati e quasi 200 mila segnalati, la campilobatteriosi umana, nell’Unione europea, incide sulla sanità pubblica e sulla perdita di produttività con costi intorno ai 2,4 miliardi di euro l’anno. Il vettore di trasmissione principale è la carne, e i polli in particolare sono responsabili del 20-30% dei casi. Per questo motivo, il Gruppo di esperti sui pericoli biologici (Biohaz) dell’Efsa, ha redatto il documento “Scientific opinion on Campylobacter in broiler meat production: control options and performance objectives and/or targets at different stages of the food chain”. Si tratta della valutazione sull’impatto di alcune misure specifiche, come la riduzione dell’età del macello e l’interruzione delle pratiche di diradamento, in grado di contribuire alla riduzione del Campylobacter nei polli, prima e dopo la macellazione.

 

(14 aprile 2011) Oms Europa: alimentazione animale e antibiotico-resistenza

Oltre 25 mila persone muoiono ogni anno, nella sola Unione europea, in seguito a infezioni causate da batteri antibiotico-resistenti. La resistenza agli antibiotici è anche un problema di sicurezza alimentare: l’uso di antibiotici nell’alimentazione degli animali - per il trattamento e la prevenzione delle malattie o per stimolarne la crescita – facilita infatti la selezione di batteri resistenti e di geni di resistenza che entrano nella catena alimentare. La nuova pubblicazione dell’Ufficio europeo dell’Oms “Tackling antibiotic resistance from a food safety perspective in Europe” (pdf 3,8 Mb), indaga sull’associazione fra l’uso di antibiotici nell’alimentazione animale e l’insorgenza di fenomeni di resistenza nei microrganismi patogeni e analizza le possibilità di prevenzione e di contenimento di questo fenomeno nella filiera alimentare. In particolare, il documento, rivolto ai decisori politici, alle autorità competenti e agli addetti ai lavori, richiama l’attenzione sulla necessità di avviare un programma di cooperazione internazionale intersettoriale, che regoli l’uso degli antibiotici nel settore animale e favorisca maggiore informazione sui rischi associati al loro abuso.

 

(31 marzo 2011) Zoonosi ed epidemie di origine alimentare nell’Ue: la relazione annuale Efsa-Ecdc

In calo per il quinto anno consecutivo i casi di Salmonella nell’uomo registrati nell’Unione europea che nel 2009 mostrano una diminuzione del 17%. La campylobatteriosi, invece, rimane la malattia zoonotica segnalata con maggior frequenza nell’uomo, in leggero aumento nel 2009 con 198.252 casi rispetto ai 190.566 del 2008 (+4%). Sono alcuni dei dati riportati nella relazione annuale sulle zoonosi e sulle epidemie di origine alimentare nell’Unione europea per il 2009, pubblicata dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). La relazione riferisce anche che nel 2009, nell’Ue, sono stati segnalate oltre 5000 epidemie di origine alimentare che hanno colpito oltre 48 mila persone e causato 46 decessi. Le cause di epidemie a trasmissione alimentare riferite più di frequente sono state Salmonella (31% di tutte le infezioni), virus (19%) e tossine batteriche (10%). Le principali fonti di epidemie sono state uova e ovoprodotti, pasti misti e a buffet, carne suina e prodotti da essa derivati. La relazione esamina 14 malattie zoonotiche, tra cui febbre Q, brucellosi, tubercolosi bovina, rabbia e le due zoonosi parassitarie: trichinellosi ed echinococcosi. Leggi il comunicato stampa in italiano sul sito dell’Efsa e il documento completo “The European Union Summary Report on Trends and Sources of Zoonoses, Zoonotic Agents and Food-borne Outbreaks in 2009”.

 

(10 marzo 2011) Efsa: un database europeo sui consumi alimentari

L’Efsa Concise European Food Consumption Database, voluto dal comitato scientifico dell’Efsa è il primo database europeo contenente informazioni sulla dieta e sui livelli di sostanze chimiche a cui è esposta la popolazione europea residente in 19 Paesi membri. Nel database le statistiche dei consumi alimentari sono classificate con il metodo “FoodEx” e sono suddivise in esposizione cronica e acuta. Nella banca dati le indagini sulle abitudini alimentari e i dati sui consumi di alimenti per ciascun Paese sono suddivisi per categoria: età, gruppo di alimenti e tipo di consumo. Questa suddivisione consente di disporre di calcoli su misura per ciascuna categoria di consumatori. Le statistiche sui consumi alimentari sono riportate in grammi al giorno e anche in grammi al giorno per chilogrammo di peso corporeo. Il Concise European Food Consumption Database fa riferimento all’unità “Datex” dell’Efsa, che opera in rete con gli Stati membri dell’Ue per raccogliere, confrontare e analizzare i dati sui consumi alimentari necessari per le valutazioni di esposizione.

 

(3 marzo 2011) Efsa: polli e salmonella, il rischio di contaminazione è al macello

Il rischio che nel corso delle fasi di macellazione le carcasse di pollo vengano contaminate da salmonella è direttamente proporzionale alla quantità di capi macellati al giorno ed è maggiore per le macellazioni a fine giornata, quando aumenta il rischio di contaminazione nell’impianto. Sono questi i principali risultati dell’indagine “Part B: Analysis of factors associated with Salmonella contamination of broiler carcasses”, uno studio condotto nel 2008 su 10.035 lotti di carne provenienti da 561 macelli di 26 Stati membri dell’Ue e due Paesi esterni. Dai dati dell’indagine emerge inoltre che il rischio di contaminazione delle carcasse varia da Paese a Paese e anche da macello a macello. Per maggiori dettagli, scarica l’articolo completo.

 

(24 febbraio 2011) Enter-net: rapporto sull’attività 2007-2009

Nel periodo 2007-2009 sono stati riportati 11.714 Salmonelle e 1802 Campylobacter isolati da infezioni umane. Salmonella Enteritidis, Salmonella Typhimurium sono i sierotipi isolati più di frequente. Nell’80% dei casi di campilobatteriosi, C. jejuni è risultata la specie più ricorrente. Sono alcuni dei dati riportati nell’articolo “Enter-net: sorveglianza delle infezioni trasmesse da alimenti e acqua. Rapporto dell'attività 2007-2009” (6,4 Mb) pubblicato nel Notiziario Iss di gennaio 2011. L’articolo analizza il lavoro svolto nel biennio 2007-2009 dalla rete nazionale di sorveglianza delle infezioni enteriche Enter-net, il sistema di laboratori regionali di riferimento, coordinato dall’Iss, con la collaborazione dei laboratori del Ssn.

 

(17 febbraio 2011) L’Efsa valuta l’esposizione dei consumatori ai glicosidi steviolici

Un’indagine Efsa sull’esposizione ai glicosidi steviolici, rivede la precedente valutazione dell'esposizione dei consumatori a questi dolcificanti usati negli alimenti senza zucchero o a ridotto valore energetico. Nell’aprile 2010, infatti, la valutazione dell'Efsa indicava che alcuni adulti e bambini potrebbero superare la dose giornaliera accettabile di 4 mg per kg di peso corporeo al giorno. La Commissione europea, pertanto, ha chiesto all’industria di rivedere gli impieghi proposti per le sostanze. Sebbene le stime di esposizione riviste siano leggermente più basse rispetto a quelle del parere adottato ad aprile 2010, adulti e bambini che siano forti consumatori di alimenti contenenti questi dolcificanti potrebbero comunque superare la dose giornaliera accettabile stabilita, se i dolcificanti vengono utilizzati ai livelli massimi. Per i bambini europei (di età compresa tra 1 e 14 anni) l'esposizione varia da 1,7 a 16,3 mg/kg p.c./giorno; e per gli adulti le stime di esposizione riviste variano da 5,6 a 6,8 mg/kg p.c./giorno. L’Efsa pubblicherà inoltre una dichiarazione scientifica su due recenti studi relativi alla sicurezza dei dolcificanti artificiali entro la fine di febbraio 2011, in risposta a una richiesta di assistenza tecnica della Commissione europea.