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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Inquinamento atmosferico e rischi per la salute

L’ultimo rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) “Ambient Air Pollution: a global assessment of exposure and burden of disease”, pubblicato a settembre 2016, sottolinea ancora una volta la rilevanza dell’inquinamento atmosferico (outdoor e indoor) quale principale fattore di rischio ambientale per la salute della popolazione mondiale.

 

Il rapporto descrive, attraverso l’utilizzo di database aggiornati relativi alle concentrazioni annuali di particolato PM10 e PM2,5, come l’inquinamento dell’aria outdoor e indoor interessi tutte le aree del pianeta e abbia un impatto sulla salute delle popolazioni senza alcuna distinzione tra gruppi di età, genere e condizione socioeconomica. Al riguardo, sebbene l’Oms stimi un “burden of disease” a carico in particolare dei Paesi in via di sviluppo, anche nella Regione europea, l’inquinamento dell’aria rappresenta ancora un importante fattore di rischio al quale è attribuibile una quota rilevate di effetti sanitari dovuti principalmente all’esposizione alla frazione respirabile-PM2,5, agli ossidi di azoto (NO2) ed ozono (O3). La principale preoccupazione, in termini di effetti sulla salute, è comunque rivolta al materiale particellare sospeso, in particolare alle frazioni più fini (PM10 e PM2,5), classificato dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) come un cancerogeno in Classe 1 per l’uomo, e considerato un inquinante a componenti multiple: oltre a costituire un fattore di rischio in se stesso (indipendentemente dalla composizione chimica che lo caratterizza), è un vettore di numerosi agenti tossici e cancerogeni, quali metalli (es. arsenico, piombo, cadmio, nickel), idrocarburi policiclici aromatici Ipa (es. Benzo(a)pirene), diossine e furani.

 

Inquinamento urbano

Le aree urbane rappresentano i contesti territoriali più a rischio in considerazione della quota di popolazione che si concentra in queste aree. In Italia circa il 70% della popolazione vive nelle aree urbane, con una previsione di crescita nei prossimi anni, che implicherà ulteriori pressioni sull’ambiente con conseguenze sulla qualità dell’aria outdoor e indoor.

 

Il traffico veicolare rappresenta quasi ovunque la causa principale di questo inquinamento, con contributi variabili dal 40% all’80% a seconda dei diversi contesti territoriali geografici. Nel nord Italia, per esempio, contributi dovuti al riscaldamento domestico (affidato a un grande numero di piccole caldaie, spesso a biomasse, a basso rendimento e a servizio di un solo appartamento) e le attività industriali hanno un peso rilevante sulla qualità dell’aria urbana rispetto all’Italia centrale e meridionale, dove il contributo predominante all’inquinamento atmosferico è dovuto al traffico veicolare privato e al trasporto pubblico, costituito per la quasi totalità da autobus funzionanti a diesel.

 

In Italia i diversi interventi legislativi e tecnologici messi in atto in questi ultimi 15 anni, hanno sicuramente prodotto un beneficio, introducendo nuovi standard di qualità dell’aria, disciplinando l’uso dei combustibili e dei carburanti, l’uso delle migliori tecniche disponibili per il controllo delle emissioni industriali e, allo stesso tempo, implementando il numero delle centraline e degli inquinanti misurati nelle reti di monitoraggio della qualità dell’aria. Tuttavia questo miglioramento della qualità dell’aria outdoor ha ricevuto un forte rallentamento in questi ultimi anni. Diverse sono le cause alla base di questo fenomeno, ma sicuramente la crisi economica ha avuto un ruolo significativo interrompendo, per esempio, il miglioramento della qualità del trasporto pubblico con veicoli elettrificati invece che alimentati a diesel, la riduzione del numero dei veicoli privati circolanti e il turn over dei veicoli più vecchi e inquinanti, per il parco veicolare sia privato che pubblico. Dal 2008 i dati dell’Aci (Automobile club d’Italia) mostrano un trend continuo decrescente per le nuove immatricolazioni, il parco veicolare risulta quindi ancora per larga parte costituito da vetture Euro 4 o categorie inferiori, mentre una quota rilevante delle nuove immatricolazioni (circa il 58%) è rappresentato da vetture diesel.

 

Inoltre, sempre più spesso, si inseriscono condizioni meteorologiche che influenzano e sfavoriscono la dispersione degli inquinanti primari (emessi direttamente dalle sorgenti) e secondari (prodotti dalle trasformazioni chimiche in atmosfera a partire dai primari). Si ricordi, ad esempio, il lungo periodo di elevato inquinamento che ha interessato tutto il territorio nazionale durante l’inverno 2015-2016, determinato proprio dalle particolari condizioni meteorologiche (lungo periodo di assenza di precipitazioni, alta pressione, inversione termica nei bassi strati dell’atmosfera) avverse alla diluizione degli inquinanti in atmosfera. Le soluzioni tampone adottate in questi momenti critici, quali il blocco della circolazione, intervengono tardi (in genere dopo diversi giorni di livelli elevati d’inquinamento) e possono solo mitigare, spesso con scarso successo, situazioni contingenti ma non possono affrontare sistematicamente il problema dell’esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico.

 

In questa ottica l’individuazione di interventi mirati a programmare una migliore “organizzazione” delle attività e della mobilità nelle aree urbane, può portare una serie di benefici comparabili a quelli ottenibili tramite interventi strutturali, che mirano alla riduzione del numero delle fonti primarie di emissione (come la diminuzione del riduzione degli autoveicoli circolanti, l’adozione del teleriscaldamento nelle aree urbane per ridurre le sorgenti dovute a impianti di riscaldamento domestico) e al loro miglioramento in termini di qualità (trasporti urbani efficienti e con autoveicoli elettrificati o funzionanti a gas metano invece che alimentati a diesel).

 

Qualità dell’aria indoor

Nel caso della qualità dell’aria indoor, ancora oggi in Italia manca una legislazione di riferimento, tuttavia nel nostro Paese in questi anni è cresciuta sensibilmente la consapevolezza di questa problematica, con l’attivazione di gruppi di lavoro specifici che hanno affrontato in modo diverso la questione. Tra questi va ricordato il Gruppo nazionale indoor attivato dall’Istituto superiore di sanità (Iss), che sta lavorando dal 2010 per fornire un concreto supporto tecnico agli operatori del settore pubblico e privato impegnati nell’affrontare le complessità del tema. L’obiettivo: consentire un’omogeneità di azioni a livello nazionale, i cui risultati potranno portare ad appropriate strategie di sanità pubblica mirate alla riduzione della esposizione della popolazione negli ambienti indoor.

 

Si deve inoltre sottolineare l’importanza che, all’interno di un sistema integrato di azioni e interventi volto ad affrontare efficacemente il problema dell’inquinamento atmosferico (indoor e outdoor), hanno le attività di formazione e informazione della popolazione. Queste attività programmate con continuità devono avere l’obiettivo sia di rendere i cittadini più consapevoli di come il comportamento personale possa avere un peso sulla qualità dell’aria indoor e outdoor e di come, nelle situazioni di maggior criticità ambientale, ognuno possa adottare i comportamenti più idonei a proteggersi dai livelli di esposizione più elevati e dannosi per la salute.

 

Anche se tali indicazioni sono ormai note, discusse a vari livelli da decenni e sperimentate in diversi Paesi europei, e anche se l’Oms , insieme alle altre istituzioni scientifiche internazionali, rammenti continuamente quanto l’inquinamento dell’aria indoor e outdoor sia dannoso per la salute, non si vede ancora una concreta messa in atto di queste raccomandazioni sul territorio nazionale, se si escludono alcuni esempi pilota in alcune realtà cittadine.

 

Risorse utili

 

Data di creazione della pagina: 10 novembre 2016

Revisione a cura di: M. Eleonora Soggiu, Gaetano Settimo - Reparto Igiene dell’aria, dipartimento Ambiente e connessa prevenzione primaria