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EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Apat: il rapporto rifiuti 2006

L’Italia descritta dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici (Apat) è un Paese che sul tema dei rifiuti si dimostra a doppia velocità: un Nord che continua a migliorare e un Sud che, travolto dall’emergenza, si ferma e in alcuni casi addirittura regredisce.

 

Raccolta differenziata

La risposta all’esigenza di maggiore diffusione della raccolta differenziata è nel complesso positiva (arriva al 24,3%) ma non è omogenea, con il risultato di essere ancora troppo lontana dal target fissato dalla legislazione nazionale (35% nel 2003, 40% nel 2007). Nel Veneto, per esempio, sono applicate pratiche che riducono la produzione dei rifiuti alla fonte (come il compostaggio domestico) e il livello di raccolta differenziata raggiunge il 45%, superando a volte anche il 70% in alcuni Comuni della provincia di Treviso.

 

In diversi Comuni campani, invece, nonostante casi di eccellenza in cui si raccoglie una percentuale che oscilla tra il 50% e il 60%, la differenziazione dei rifiuti è quasi assente. Nella provincia di Napoli, infatti, il livello di separazione raggiunto nel 2004, già notevolmente basso, si è ridotto ulteriormente nel 2005, passando dall’8,4% al 7,7%. Anche il Lazio non raggiunge livelli alti, raccogliendo in maniera differenziata meno di 200 g di rifiuti al giorno per abitante. Nelle aree di emergenza, come la Sicilia, vengono raccolti meno di 80 g di rifiuti al giorno per abitante. Anche Puglia e Calabria, con 110 g al giorno, non si discostano di molto.

 

Al Nord la situazione è molto diversa. Veneto (che raggiunge quasi 630 g), Trentino Alto Adige, Lombardia e Piemonte oltrepassano ampiamente il target fissato dalla legislazione nazionale, superando il mezzo chilo di rifiuti diversificati al giorno. Andando ad analizzare la situazione delle singole città, Padova, Torino e Prato si distinguono raggiungendo valori di raccolta superiori al 35%. Sono seguite da Brescia, Milano, Verona e Livorno con livelli compresi tra il 30 e il 35%. A Roma, invece, la raccolta differenziata rimane a livelli molto bassi, registrando un tasso medio del 15,3%. A Messina, invece, risulta addirittura inesistente.

 

Rifiuti urbani

La produzione di rifiuti urbani complessiva è in continuo aumento. Nel 2005 l’Italia ha prodotto 1,6 milioni di tonnellate in più rispetto al 2003, raggiungendo un totale di 31,7 milioni di tonnellate. Catania, con 806 kg per abitante all’anno, è la città con più di 150 mila abitanti che produce la maggiore quantità di rifiuti urbani. Messina è invece quella che ne produce di meno e che ha inoltre il maggior numero di discariche presenti sul territorio.

 

Smaltimento in discarica

Lo smaltimento in discarica, nonostante registri una riduzione nel 2005 (si contano 61 discariche in meno soprattutto al Sud) si conferma la modalità di gestione più utilizzata, con oltre 17 milioni di tonnellate. In discarica, infatti, viene mandato il 90% dei rifiuti di Puglia, Sicilia e Lazio, mentre per la Lombardia questa percentuale non supera il 15%.

 

Compostaggio

Si tratta di un settore in crescita: nel 2005 si registra un aumento del 13% e, dopo l’andamento negativo riscontrato nel periodo 2003-2004, cresce sia il quantitativo di rifiuti trattati che il numero di impianti sul territorio. Il divario tra Nord e Sud rimane, però, molto elevato. Rispetto a un quantitativo pro capite, a livello nazionale, di 41,4 kg di rifiuti raccolti in maniera differenziata e inviati agli impianti di compostaggio, il Nord arriva a oltre 70 kg per abitante all’anno, il Centro resta a 30 kg e il Sud a soli 10 kg.

 

Incenerimento

Anche per l’utilizzazione delle tecniche di incenerimento si è registrato un aumento: +9% rispetto al 2004. Questo settore, infatti, interessa il 10,2% dei rifiuti gestiti e raggiunge la quota di 3,8 milioni di tonnellate. Su 50 impianti operativi (di cui 30 dislocati al Nord), 47 sono dotati di recupero energetico e molti utilizzano tecnologie di ultima generazione.

 

Rifiuti speciali

I rifiuti speciali ammontano a un totale di 108 milioni di tonnellate. Il 47% della gestione di questo tipo di rifiuti è rappresentato dalle operazioni di recupero di materia. Il 21% è smaltito in discarica e il 15% è avviato a impianti di trattamento chimico, fisico o biologico e ricondizionamento preliminare. La produzione di rifiuti pericolosi, dovuta principalmente al settore della chimica, si attesta sui 5,3 milioni di tonnellate.

 

Consulta sul sito dell’Apat il rapporto rifiuti 2006.