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Chernobyl: l’impatto sulla salute del peggior incidente nucleare civile

(traduzione e adattamento a cura della redazione di EpiCentro)

 

Il 13 aprile l’Oms ha pubblicato il più esauriente rapporto scientifico (1,66 Mb) disponibile ad oggi sull’impatto a livello sanitario del peggior incidente nucleare civile.

 

In occasione del ventesimo anniversario dell’incidente nucleare di Chernobyl, l’Onu rinnova gli sforzi per risollevare la vita sociale ed economica delle regioni di Bielorussia, Russia e Ucraina, i Paesi più colpiti dalle scorie fuoriuscite dall’esplosione del reattore.

 

«Lavorando per ricostruire un futuro, non dobbiamo dimenticare le famiglie di coloro che sono morti in seguito all’incidente, né coloro che continuano a soffrire per le conseguenze dell’esposizione alle radiazioni e per la radicale distruzione delle loro vite», dice Lee Jong-wook, direttore generale dell’Oms.

 

«Il rapporto dell’Oms sugli effetti dell’incidente di Chernobyl sulla salute fornisce ai Paesi e alle popolazioni più colpite le informazioni necessarie per prendere importanti decisioni di salute pubblica e quindi per ricostruire le loro comunità. L’Oms sostiene questi sforzi», dice Lee Jong-wook.

 

Secondo il rapporto dell’Oms, finora, nei Paesi più danneggiati, sono stati diagnosticati circa 5.000 tumori tiroidei, in persone che all’epoca della disgrazia erano bambini o adolescenti. Nuovi casi di cancro alla tiroide sono verosimilmente previsti nei prossimi decenni. L’Oms stima che ci potrebbero essere 9.000 morti per cancro in eccesso imputabili all’incidente di Chernobyl tra le persone appartenenti alle squadre di emergenza, tra gli evacuati e i residenti delle regioni ad alta e bassa contaminazione di Bielorussia, Russia e Ucraina.

 

Dopo l’incidente 116.000 persone sono state evacuate dalla zona. Inoltre, negli anni seguenti, 230.000 individui sono stati trasferiti dalle zone fortemente contaminate verso altre realtà.

 

Il trasferimento si è dimostrato un’esperienza profondamente traumatica, a causa della rottura dei legami sociali e dell’impossibilità di tornare nelle proprie case. Per molti è stato un marchio sociale associato all’essere “una persona esposta”.

 

Le persone colpite dalle radiazioni sono state definite come le “vittime di Chernobyl”. Nonostante i governi abbiano dato indennizzi e benefici agli evacuati e ai residenti nelle regioni contaminate, alcuni si sono sentiti vittime piuttosto che sopravvissuti, dal futuro assolutamente incerto.

 

Più di cinque milioni di persone vivono ancora oggi in zone contaminate da materiali radioattivi. Molti hanno dimostrato elevati livelli di ansia, molteplici e inspiegabili sintomi fisici, scarso livello di salute percepita in paragone alle popolazioni non esposte a radiazioni.

 

L’Oms raccomanda nuovi sforzi per informare il pubblico e gli operatori sanitari sulle conseguenze sanitarie del disastro e per sostenere le persone e le aree contaminate. L’Oms continua l’impegno nel migliorare l’assistenza sanitaria per le persone colpite, attraverso la telemedicina, programmi educativi e il sostegno alla ricerca.

 

Scenario

La Strategia di recupero dell’Onu, lanciata nel 2002, ha fornito a tutte le agenzie che ne fanno parte e alla comunità internazionale una cornice per la ricostruzione delle aree più colpite di Bielorussia, Russia e Ucraina. Il Chernobyl Forum, che ha proposto questa strategia, si è concluso con analisi separate dei diversi aspetti sotto cui si può analizzare l’impatto dell’incidente di Chernobyl: gli effetti sulla salute (Oms), le conseguenze ambientali (Agenzia internazionale per l’energia atomica, Iaea) e le ripercussioni socio-economiche (Programma di sviluppo delle nazioni unite, Undp). Il rapporto dell’Oms intitolato Effetti sulla salute dell’incidente di Chernobyl e Programmi speciali di sanità (1,66 Mb) è il risultato di questo sforzo.

 

Leggi anche la sintesi dei dati sull’impatto sulla salute (in italiano, in inglese).