Prevenzione e controllo nelle popolazioni avicole
Le informazioni contenute nella pagine di questa sezione di EpiCentro risalgono al 2016. Per rimanere aggiornato sull’attuale situazione epidemiologica e per tutte le informazioni sull’influenza aviaria si consiglia di consultare il sito dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), Centro nazionale ed europeo di riferimento sul tema.
Per controllare la diffusione della malattia ed evitare la cronicizzazione
del virus nelle popolazioni avicole, è necessario adottare una serie di
misure standard di controllo. I virus altamente patogenici, infatti, sono in
grado di sopravvivere anche per lunghi periodi nell'ambiente, soprattutto
alle basse temperature. Senza un controllo efficace, quindi, la malattia può
facilmente diffondersi generando un'epidemia.
Il virus aviario ha contagiato popolazioni di uccelli
selvatici migratori ed è arrivato nel corso della primavera 2005 nella
regione degli Urali. Secondo la Fao, che ha lanciato un allarme a fine
agosto 2005, per la diffusione del virus nella regione europea è solo
questione di tempo.
Considerando dannosa per l'equilibrio degli ecosistemi
e la produzione agricola la distruzione indiscriminata degli uccelli
selvatici, la Fao richiama a una maggiore attenzione sui traffici illeciti
di uccelli selvatici e al contempo a migliorare le infrastrutture
veterinarie adottando una serie di misure di sicurezza e sorveglianza sugli
allevamenti e sugli spostamenti di pollame.
In particolare, un sistema di sorveglianza deve essere
messo a punto a livello regionale, in stretta collaborazione tra
epidemiologi e veterinari, per identificare i primissimi segnali della
presenza della malattia in un allevamento. Misure previste, in Italia, dall’ordinanza
di polizia veterinaria approvata dal ministero della Salute nell’agosto
2005. A questo proposito, EpiCentro ospita anche una
nota di Ugo Santucci, dirigente veterinario del ministero della Salute.
Successivamente, la distruzione del pollame
d'allevamento, la disinfezione dei locali, il controllo di tutti i mercati
dove possa essere stato venduto inconsapevolmente pollame infetto, misure di
quarantena ed eventualmente campagne di vaccinazione preventiva degli
allevamenti vicini sono necessarie per controllare la malattia, riducendone
le aree di diffusione e garantendo ampie zone franche.
Data la necessità di controllare l'epidemia nei primi
quattro mesi dalla comparsa, per evitarne la cronicizzazione in una zona, il
sistema deve essere organizzato e operativo, anche per quanto riguarda il
flusso informativo e la capacità di monitoraggio e di diagnosi precoce, in
tempi di non emergenza.
Allarme pandemia umana: i piani di prevenzione
Il virus H5N1 potrebbe diventare infettivo all’interno della popolazione
umana. Secondo gli epidemiologi, ci sono una serie di elementi che rendono
H5N1 il candidato favorito per una prossima pandemia: il virus è infatti
molto aggressivo tra le popolazioni aviarie, si è diffuso ed è permanente
nelle regioni asiatiche ma ha raggiunto anche la regione europea grazie alle
migrazioni di stormi di uccelli. Inoltre, in tutte le precedenti pandemie
influenzali il virus è sempre stato di origine aviaria.
Per queste ragioni l’Oms, in collaborazione con tutte
le altre istituzioni internazionali e con i ministeri della salute e i
governi nazionali, ha messo a punto un piano pandemico e ha pubblicato una
serie di documenti utili alla programmazione e alla prevenzione.
In Italia, il
piano pandemico nazionale è stato pubblicato in una prima versione nel
2002. Una seconda versione, più aggiornata, è prevista a breve.
Il piano pandemico prevede una serie di azioni:
-
sorveglianza epidemiologica capillare sul territorio per la segnalazione dei casi sospetti di influenza aviaria nell’uomo
-
vaccinazione di massa con il vaccino dell’influenza umana, per ridurre il rischio di co-infezione tra virus aviari e dell’influenza umana, e quindi abbassare la probabilità di mutazione del virus aviario
-
messa a punto di misure di isolamento da attuare nel caso di segnalazione di casi sospetti
-
stockpiling di farmaci antivirali, per il trattamento dei primi casi sospetti e dei loro contatti
-
sviluppo di vaccini ad hoc contro il virus aviario