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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro

Prevenzione e controllo nelle popolazioni avicole

Per controllare la diffusione della malattia ed evitare la cronicizzazione del virus nelle popolazioni avicole, è necessario adottare una serie di misure standard di controllo. I virus altamente patogenici, infatti, sono in grado di sopravvivere anche per lunghi periodi nell'ambiente, soprattutto alle basse temperature. Senza un controllo efficace, quindi, la malattia può facilmente diffondersi generando un'epidemia.

Il virus aviario ha contagiato popolazioni di uccelli selvatici migratori ed è arrivato nel corso della primavera 2005 nella regione degli Urali. Secondo la Fao, che ha lanciato un allarme a fine agosto 2005, per la diffusione del virus nella regione europea è solo questione di tempo.

Considerando dannosa per l'equilibrio degli ecosistemi e la produzione agricola la distruzione indiscriminata degli uccelli selvatici, la Fao richiama a una maggiore attenzione sui traffici illeciti di uccelli selvatici e al contempo a migliorare le infrastrutture veterinarie adottando una serie di misure di sicurezza e sorveglianza sugli allevamenti e sugli spostamenti di pollame.

In particolare, un sistema di sorveglianza deve essere messo a punto a livello regionale, in stretta collaborazione tra epidemiologi e veterinari, per identificare i primissimi segnali della presenza della malattia in un allevamento. Misure previste, in Italia, dall’ordinanza di polizia veterinaria approvata dal ministero della Salute nell’agosto 2005. A questo proposito, EpiCentro ospita anche una nota di Ugo Santucci, dirigente veterinario del ministero della Salute.

Successivamente, la distruzione del pollame d'allevamento, la disinfezione dei locali, il controllo di tutti i mercati dove possa essere stato venduto inconsapevolmente pollame infetto, misure di quarantena ed eventualmente campagne di vaccinazione preventiva degli allevamenti vicini sono necessarie per controllare la malattia, riducendone le aree di diffusione e garantendo ampie zone franche.

Data la necessità di controllare l'epidemia nei primi quattro mesi dalla comparsa, per evitarne la cronicizzazione in una zona, il sistema deve essere organizzato e operativo, anche per quanto riguarda il flusso informativo e la capacità di monitoraggio e di diagnosi precoce, in tempi di non emergenza.

Allarme pandemia umana: i piani di prevenzione
Il virus H5N1 potrebbe diventare infettivo all’interno della popolazione umana. Secondo gli epidemiologi, ci sono una serie di elementi che rendono H5N1 il candidato favorito per una prossima pandemia: il virus è infatti molto aggressivo tra le popolazioni aviarie, si è diffuso ed è permanente nelle regioni asiatiche ma ha raggiunto anche la regione europea grazie alle migrazioni di stormi di uccelli. Inoltre, in tutte le precedenti pandemie influenzali il virus è sempre stato di origine aviaria.
Per queste ragioni l’Oms, in collaborazione con tutte le altre istituzioni internazionali e con i ministeri della salute e i governi nazionali, ha messo a punto un piano pandemico e ha pubblicato una serie di documenti utili alla programmazione e alla prevenzione.

In Italia, il piano pandemico nazionale è stato pubblicato in una prima versione nel 2002. Una seconda versione, più aggiornata, è prevista a breve.
Il piano pandemico prevede una serie di azioni:

  • sorveglianza epidemiologica capillare sul territorio per la segnalazione dei casi sospetti di influenza aviaria nell’uomo

  • vaccinazione di massa con il vaccino dell’influenza umana, per ridurre il rischio di co-infezione tra virus aviari e dell’influenza umana, e quindi abbassare la probabilità di mutazione del virus aviario

  • messa a punto di misure di isolamento da attuare nel caso di segnalazione di casi sospetti

  • stockpiling di farmaci antivirali, per il trattamento dei primi casi sospetti e dei loro contatti

  • sviluppo di vaccini ad hoc contro il virus aviario