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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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L’esperienza del morbillo del 2002: la situazione in emilia-romagna

Luisella Grandori, Pietro Ragni,  Alba Carola Finarelli, Alessia Furini, e Pierluigi Macini

Servizio Sanità Pubblica, Direzione Sanità e Servizi Sociali, Regione Emilia-Romagna

 

L’Emilia-Romagna è una delle regioni italiane con valori più elevati di copertura vaccinale per il morbillo; dal 1994, infatti, la copertura vaccinale è superiore all’80% e ha raggiunto il 90% nel 2000 (Figura). Questi livelli sono stati raggiunti grazie a una serie di azioni complementari: l’offerta gratuita della vaccinazione antimorbillo nel secondo anno di vita è iniziata nel 1986, e tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90 sono state condotte in alcune Aziende USL campagne speciali di vaccinazione che prevedevano il recupero dei suscettibili nelle età successive, proseguito poi in tutta la regione in occasione degli accessi ai servizi vaccinali. Inoltre, dalla fine degli anni ’90 viene offerta una seconda dose da effettuare a 5-6 anni o a 11-12 anni.

 

Per quanto riguarda l’epidemiologia del morbillo, l’incidenza regionale stimata in base alle notifiche obbligatorie è stata sovrapponibile alla media nazionale fino al 1992, con epidemie a intervalli regolari di tre anni (Figura). Dal 1993, invece, l'incidenza regionale è stata sempre inferiore alla media italiana, con valori inferiori a 35 casi per 100 000 negli anni 1993-97, a 3 per 100 000 dal 1998 in poi. Dalla metà degli anni ’90, inoltre, si è assistito a un progressivo spostamento in avanti dell’età di acquisizione dell’infezione, che è passata da una media di 8 anni nel periodo 1984-89, a 14 anni negli anni 1990-96.

 

Per la prima volta dal 1997, nel 2002 i casi notificati sono aumentati rispetto agli anni precedenti. In questo articolo viene descritto l’andamento del morbillo nel periodo gennaio-luglio 2002, insieme ai dati di copertura vaccinale della popolazione pediatrica regionale.

 

Le informazioni sui casi di morbillo insorti tra gennaio e luglio sono state ottenute dalle notifiche obbligatorie; una revisione del sistema di sorveglianza del morbillo in età pediatrica ha infatti mostrato che nel Nord Italia la sensibilità delle notifiche obbligatorie è elevata (1). In Emilia-Romagna le notifiche vengono trasmesse mensilmente dalle Aziende USL alla regione. Tuttavia in questo caso, allertati dalle dimensioni dell’epidemia in atto in Campania, per rendere più veloce la segnalazione, a partire dal mese di giugno è stata attivata una sorveglianza speciale che prevedeva la trasmissione settimanale alla regione da parte di tutte le Aziende USL. I dati sulle vaccinazioni sono stati ottenuti dalle Aziende USL, che ogni anno trasmettono in Regione il numero di bambini vaccinati per il morbillo, suddiviso per età. In particolare, a partire dal 1996 vengono considerate due fasce di età (bambini di 24 mesi di vita, ragazzi di 13 anni), per le quali viene comunicato il numero di vaccinati con una dose, indipendentemente dall’età di somministrazione. La copertura vaccinale viene calcolata in base ai residenti della stessa fascia di età.

 

Tra gennaio e luglio 2002 sono stati notificati 209 casi di morbillo, con un picco nel mese di maggio (73 casi). L’incidenza nella popolazione generale è stata di 5 casi per 100 000; la maggioranza dei casi si è verificata nei bambini tra 0 e 14 anni (131/204; 64%), con un’incidenza in questa fascia di età di 28 casi/100 000. I più colpiti sono stati i bambini tra 5 e 9 anni (51 casi notificati, pari a 33 casi/100 000). Sono stati segnalati casi da tutte le Aziende USL, con un range di incidenza da 2 a 13 casi per 100 000 (Tabella). Dei 121 casi per i quali è attualmente disponibile l’informazione, 16 (13%) erano vaccinati con almeno una dose. Non si sono verificati decessi. L’analisi delle coperture vaccinali mostra che dal 1986 al 2000 la proporzione di vaccinati è aumentata dall’83% al 90% nei bambini di 24 mesi e dal 65% al’85% entro i 13 anni. Per quanto riguarda le coperture per Azienda USL, nel 2000 queste variavano dal 79% al 97% a 24 mesi, e dal 72% al 92% entro i 13 anni (Tabella).

 

L’andamento del morbillo in Emilia-Romagna mostra una progressiva riduzione dei casi dalla fine degli anni ‘80, fino a poche decine di casi a partire dal 1999. Risulta evidente come questo fenomeno sia in stretta correlazione con l’aumento costante delle coperture vaccinali, che hanno raggiunto nel 2000 livelli buoni, anche se non ancora sufficienti a eliminare l’infezione. Nel 2002, in concomitanza con l’elevata circolazione dell’infezione in alcune regioni di Italia, si è verificato un numero di casi circa 7 volte superiore di quanto osservato nei tre anni precedenti, tuttavia il numero totale di persone che hanno contratto il morbillo è stato molto minore di quanto osservato in altre aree. Ad esempio, l’incidenza nei bambini tra 0 e 14 anni è stata circa 80 volte inferiore di quanto osservato in Campania (2). Le informazioni sui casi raccolti nelle Aziende USL, tuttora in via di completamento, suggeriscono che ci si trovi di fronte a casi prevalentemente importati e che, grazie all’elevata copertura vaccinale, la trasmissione secondaria all’interno della regione sia stata limitata. Anche la distribuzione per età evidenzia che la proporzione di casi in età pediatrica è inferiore a quanto atteso in assenza di vaccinazione, quando oltre il 90% dei casi di morbillo si osservava nei bambini. Non vi è dubbio che questo sia dovuto prioritariamente all’efficace barriera costituita dall’elevato numero di persone vaccinate negli anni in Emilia-Romagna dove le prime campagne vaccinali contro il morbillo risalgono agli anni ‘80. Se avessimo avuto oggi un’epidemia delle dimensioni di quelle osservate in epoca pre-vaccinale, potremmo stimare che il virus del morbillo avrebbe causato quest’anno in Emilia-Romagna non meno di 10 000 casi di morbillo, 500 casi di polmonite, 10 casi di encefalite e da 5 a 10 decessi. C’è stata quindi una conferma sul campo degli importanti risultati di salute che si ottengono con le vaccinazioni. I risultati in Emilia-Romagna sono stati raggiunti grazie a uno sforzo coordinato, anche con i pediatri di libera scelta, e mantenuto nel tempo da parte degli operatori di sanità pubblica, a livello regionale, di Aziende USL e di distretti, testimoniata dalle elevate coperture vaccinali raggiunte in tutta la regione. Ciò non toglie che sia necessario mantenere alta la guardia e proseguire con estrema attenzione e impegno sia la vaccinazione routinaria sia il recupero di tutti i suscettibili, anche in età successive all’infanzia, come più volte raccomandato. È noto infatti che l’accumularsi nel tempo di suscettibili, può determinare un’epidemia anche in presenza di alte coperture vaccinali.

 

Riferimenti bibliografici

1. Ciofi degli Atti ML, Salmaso S, Bella A, et al. Pediatric Infectious Disease Journal. 2002; 21(8): 763-9.

2. Ciofi degli Atti ML, Salmaso S, Pizzuti R, et al. 2002; Eurosurveillance Weekly, v. 26.

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