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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro


L’attenzione alla salute nei pre-adolescenti

Catania 2002

Alberto Perra1, Antonino Bella2, Yllka Kodra2, Mario Cuccia3 e i partecipanti del corso Epidemiologia in Azione 2002

1Institut de Veille Sanitaire, Parigi 2Laboratorio di Epidemiologia e Biostatistica, ISS 3Servizio di Epidemiologia e Prevenzione, ASL 3, Catania

 

Nel 1998 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che l'obesità è un’epidemia globale (1). Oltre all'aumento dei tassi di obesità tra gli adulti in Italia e altrove, anche l'obesità nei bambini sta aumentando a livelli allarmanti. I ragazzi in soprappeso od obesi sono a rischio maggiore di essere obesi e di avere altri problemi di salute in età adulta (2). Inoltre, è nell'infanzia che si acquisiscono le buone abitudini alimentari e quelle legate alla pratica di attività fisica (2,3). Per contribuire a studiare questo problema, è stato intrapreso uno studio di popolazione su ragazzi frequentanti il primo anno di scuola media inferiore a Catania. Lo studio è stato condotto dai partecipanti al secondo corso di “Epidemiologia in Azione” organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con la Asl e con le scuole di Catania.

 

Le autorità scolastiche hanno fornito una lista delle 222 classi di prima media di tutte le 39 scuole medie inferiori di Catania e il numero degli studenti iscritti in ogni classe. Tramite la procedura casuale probability proportional to size, 30 classi sono state incluse nello studio. Sono stati informati i genitori degli alunni delle classi prescelte, dando loro la possibilità di rifiutare la partecipazione dei figli all’indagine.

 

Il giorno dell'indagine è stato distribuito a tutti i ragazzi delle classi prescelte un questionario da compilare rispondendo a domande su esercizio fisico, abitudini alimentari e fornendo una stima del tempo passato in attività sedentarie. Gli intervistatori, dopo aver controllato la completezza del questionario, hanno  pesato e misurato i ragazzi (senza scarpe e vestiti, solo con camicia e pantaloni o gonna) con la bilancia e l'altimetro della scuola già opportunamente tarati all’inizio dell’indagine. I dati sono stati analizzati con il software Epi Info. Gli intervalli di confidenza sono stati calcolati tenendo conto dell'effetto del disegno dello studio, basato sul campionamento di cluster. Nelle analisi, il peso di ogni ragazzo è stato aggiustato, per tener conto degli indumenti, togliendo 600 g al peso effettivo. Dopo aver calcolato l’indice di massa corporea (peso diviso altezza al quadrato), i ragazzi sono stati classificati in sottopeso, normopeso, soprappeso e obesi, usando valori soglia sesso ed età specifici (4). Lo stato socio-economico è stato misurato dalla presenza in famiglia di nessuna, una o più fonti di reddito.

 

Dei 695 ragazzi selezionati, 597 (86%) erano presenti il giorno dell'indagine; di questi, 576 (96%) hanno compilato il questionario e sono stati pesati e misurati. Ventuno ragazzi (3%) hanno rifiutato di partecipare e 98 (14%) erano assenti il giorno dell’indagine. L'età media del campione è stata di 11,8 anni (range 10,5-14,6). Il 56% era rappresentato da maschi e il 95% ha dichiarato che c'era almeno un reddito in famiglia.

 

L'11% dei ragazzi era sottopeso (IC 95% 8-14), il 54% normopeso (IC 95% 50-59), il 27% sovrappeso (IC 95% 24-30) e il 7% obeso (IC 25% 5-10). Le differenze di stato nutrizionale per sesso e stato socio-economico non erano statisticamente significative.

 

Quasi tutti i ragazzi (97%) hanno dichiarato di fare attività fisica a scuola con frequenza mediana di due volte a settimana (Tabella). Un’elevata percentuale (84%) partecipa ad attività sportiva non organizzata, più comunemente calcio (41%), bicicletta (36%), corsa (29%), con una mediana di 3 volte a settimana. Una percentuale minore (59%) partecipa a sport organizzati, con una mediana di 2 volte a settimana. Il 47% ha dichiarato di andare a piedi almeno per una parte del tragitto da o verso scuola, sebbene solo il 10% di questi per più di 30 min, tempo minimo indicato secondo le linee guida sull’attività fisica degli adolescenti (5).

 

Pochi ragazzi (1,4%) hanno dichiarato di non aver guardato la televisione il giorno precedente l’indagine; la mediana del tempo trascorso davanti alla televisione è di 3 ore e 45 min. Il 14% ha dichiarato di guardare la televisione più di 7 ore al giorno. La maggior parte (74%) ha dichiarato di guardarla anche di mattina nei fine settimana. Il tempo mediano trascorso davanti a videogiochi e/o computer è di 55 min al giorno.

 

Per quanto riguarda le abitudini alimentari, il 22% dei ragazzi ha dichiarato che normalmente non fa la prima colazione (Tabella). Il 7% ha dichiarato che non fa la merenda mattutina e il 7% che non fa la merenda il pomeriggio. Rispondendo alla domanda quanto spesso avevano consumato frutta e verdura nei precedenti 7 giorni, solo il 52% ha risposto di mangiare frutta e il 25% verdura quotidianamente; il 9% ha dichiarato di non mangiare mai frutta e il 10% di non mangiare mai verdura. Quanto al contenuto della merenda, l’8,5% dei ragazzi è consumatore di merendine, salumi e bibite gassate in più momenti della giornata e il 65% è comunque consumatore di questi alimenti in almeno una merenda giornaliera.

 

Ai ragazzi è stato chiesto se desideravano ingrassare, dimagrire o rimanere dello stesso peso. In Figura sono presentati i dati sull’autopercezione relativa allo stato nutrizionale. La maggior parte dei ragazzi soprappeso od obesi voleva dimagrire, ma anche il 47% di quelli normopeso e il 5% di quelli sottopeso voleva dimagrire. In particolare, hanno dichiarato di voler dimagrire il 51% delle ragazze e il 17% dei ragazzi normopeso e l’8% delle ragazze e l’11% dei ragazzi sottopeso.

 

Il commento

Luigi Greco

Dipartimento di Pediatria, Università degli Studi “Federico II”, Napoli

 

Il compito dell’epidemiologo è quello di condurre indagini allo scopo di programmare e definire un intervento sui problemi importanti della salute pubblica. La sua funzione non è mai conclusa con la sola indagine, anche se questa porta a un significativo aumento delle conoscenze.

 

L’indagine sulla popolazione scolare di Catania fornisce un quadro generale della prevalenza di soprappeso e di obesità, rispettivamente al 27% e al 7%, percentuali significativamente superiori all'atteso in base alla distribuzione statistica dell’indice di massa corporea.

 

Diversi fattori hanno contribuito agli alti livelli di soprappeso e di obesità osservati in Italia e altrove. Il sistema di accumulo della massa grassa nell'organismo umano è regolato da un complesso sistema di omeostasi tra ormoni e fattori che tendono ad accumulare energia (e dunque stimolano ad assumere cibo) e ormoni e fattori che tendono a limitare l’accumulo di energia e dunque inducono il rifiuto del cibo. L’equilibrio tra questi fattori e le cascate molecolari complesse da essi influenzate, stabilisce, in un singolo individuo, il target della struttura corporea, cioè la quantità di massa grassa e massa magra ‘desiderata’ per quel singolo individuo.

 

Bisogna considerare che la fame, la voglia di procacciarsi cibo, è oggi nel mondo animale, ed è stato ieri in quello umano, una formidabile spinta selettiva. Purtroppo, l’acquisizione di cibo in Italia e nella maggior parte del mondo occidentale è cambiato in questi ultimi 50 anni in termini sia di disponibilità regolare sia di quantità e tipo, mentre l’intero set di programmazione del nostro corpo che regola l'accumulo e l'uso dell'energia risale a diverse migliaia di anni fa.

 

Oltre all’aumentato apporto calorico, è evidente che oggi i bambini italiani consumano molta meno energia dei loro genitori alla stessa età:

a) non devono riscaldarsi più; durante l'inverno, dispongono di indumenti più caldi e di riscaldamento (approssimativamente 500 calorie in meno);

b) fanno molta meno attività fisica (altre 200-300 calorie al giorno in meno);

c) fanno giochi in prevalenza sedentari;

d) non consumano energia per assumere alimenti: molti sono pronti, precotti, predigeriti, ecc.;

e) assumono alimenti ad alta densità calorica.

 

Un altro fattore che contribuisce all’attuale prevalenza di soprappeso e di obesità è che la maggioranza dei bambini soprappeso sono “bambini grandi”, figli di “genitori grandi” , che esprimono in pieno un potenziale genetico di crescita che i propri nonni e genitori non hanno potuto esprimere, a causa delle deprivazioni ambientali che hanno sofferto. Oggi i grandi limiti all’espressione del potenziale genetico di crescita umana (scarsità di calorie, squilibrio tra consumo e disponibilità, infezioni e malattie, scarsa densità calorica del cibo) sono in pratica scomparsi nel mondo occidentale e dunque si cresce di più, in tutte le dimensioni, inclusa quella della massa corporea.

 

Anche tenendo presenti i molti fattori genetici che determinano lo stato nutrizionale, si può tuttavia fare molto per prevenire soprappeso e obesità. Tra le misure da prendere: scegliere cibi a minore densità calorica; limitare le calorie totali; limitare i grassi saturi e il colesterolo; svolgere attività fisica per almeno 2 ore al giorno.

 

In pratica vivere meglio, senza rincorrere il bambino per fargli fare improbabili diete, il cui fallimento, nel lungo periodo, è talmente alto da non giustificare il supplizio iniziale.

 

Riferimenti bibliografici

1. World Health Organization: Obesity: Preventing and Managing the Global Epidemic. Report of a WHO Consultation on Obesity. Geneva; 1997.

2. Edmunds L, Waters E, Elliott EJ. BMJ 2001; 20;323(7318):916-9.

3. Williams CL, Hayman LL, Daniels SR et al. Circulation 2002;106:43.

4. Cole TJ, Bellizzi MC, Flegal KM, et al. BMJ 2000; 320:1240-3.

5. Prevenire l'obesità in Italia. Indicazioni metodologiche per la realizazzione di interventi di educazione alimentare. Messaggi per la prevenzione dell'obesità. 108-110. Maggio 2001. Realizazzione editoriale: EDRA Medical Publishing &New Media. Viale Monza 133, 20125. Milano.