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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro


Epidemiologia della rosolia in Italia

Antonietta Filia

Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva, Università degli Studi “Tor Vergata”, Roma

Il principale obiettivo dei programmi di vaccinazione contro la rosolia è la prevenzione della rosolia congenita. Per questo, sono state adottate tre differenti strategie, basate rispettivamente sulla vaccinazione selettiva delle ragazze/donne in età fertile, sulla vaccinazione universale dei nuovi nati, o sulla combinazione delle due precedenti strategie (1).


In Italia il vaccino antirosolia è stato introdotto nel 1972. Inizialmente la vaccinazione è stata limitata alle ragazze prepuberi; nei primi anni '90, con l’introduzione del vaccino antimorbillo-parotite-rosolia (MPR), si è passati a raccomandare la vaccinazione universale per tutti i nuovi nati. Attualmente il calendario vaccinale nazionale prevede una dose di MPR all’età di 12-15 mesi; inoltre, finché non saranno raggiunte coperture elevate nei nuovi nati, è raccomandata la vaccinazione delle ragazze prepuberi (2).


La copertura vaccinale per la rosolia non viene rilevata di routine, ma indagini condotte negli anni ’90 hanno mostrato come oltre il 90% delle vaccinazioni antimorbillo nel secondo anno di vita venga effettuata con MPR (3). Nei nuovi nati, quindi, la copertura vaccinale per la rosolia è sovrapponibile a quella per il morbillo, cioè il 53% nel 1998 (3), e il 76% nel 2001 (Fonte: Ministero della Salute). Esistono però forti differenze intra-regionali, con coperture variabili dal 47% al 91% nel 2001. Per quanto riguarda la vaccinazione delle ragazze prepuberi, non sono disponibili dati nazionali recenti.


L’impatto della vaccinazione antirosolia può essere valutato sia dai dati di incidenza, rilevabili dalle notifiche obbligatorie e dalla rete SPES (4), sia dai livelli di suscettibilità della popolazione (dati di sieroepidemiologia).
Nella Figura è rappresentato l’andamento delle notifiche dal 1976 al 2001, che mostra picchi epidemici ogni 4 anni circa. L'ultima epidemia si è verificata nel 1997, con circa 35 000 casi; tra il 1998 e il 2001 l’incidenza è diminuita, con un massimo di 5 500 casi annuali. I dati SPES mostrano però che nel 2002 l’incidenza è nuovamente aumentata. Dal 2000 al 2002, inoltre, le incidenze sono state sempre più elevate al Centro-Sud, con una maggiore frequenza nei ragazzi tra 10 e 14 anni.


La rosolia è soggetta a notifica obbligatoria dal 1970. La Tabella mostra l’età media dei casi e l’incidenza in donne in età fertile per quinquennio, dal 1976 al 1996. Come si vede, si è verificato uno spostamento verso l’alto dell’età media in cui la rosolia viene contratta; tuttavia, l’incidenza nelle donne è leggermente diminuita.


Per quanto riguarda i livelli di suscettibilità nella popolazione, un’indagine sieroepidemiologica condotta nel 1996 ha evidenziato che oltre il 30% dei bambini tra 2 e 14 anni di età, ed il 9% dei soggetti dai 15 anni in poi erano suscettibili alla rosolia. In media, la proporzione di donne in età fertile suscettibili era del 10% tra 15 e 19 anni e del 7% tra 20 e 39 anni, con percentuali più elevate al Sud (5).


In Italia la sindrome da rosolia congenita (SRC) è stata soggetta a notifica obbligatoria solo dal 1987 al 1991 (Figura): sono stati riportati da un minimo di 8 casi nel 1987 a un massimo di 76 nel 1989 (Fonte: ISTAT). Dal 1992 non sono più disponibili dati di incidenza, tuttavia, dalla revisione delle Schede di Dimissione Ospedaliera emerge che continuano a verificarsi casi (29 nel 1999; 11 nel 2000).


Le basse coperture vaccinali raggiunte hanno diminuito ma non fermato la circolazione della rosolia e il rischio di rosolia congenita è ancora significativamente presente nel nostro Paese. Esistono infatti alti livelli di suscettibilità sia nella popolazione generale sia nelle donne in età fertile.


Per interrompere la circolazione della rosolia è essenziale che si raggiungano e si mantengano elevati livelli di copertura vaccinale nell’infanzia (>90%). Infatti, in presenza di coperture vaccinali sub-ottimali, la malattia continua a circolare con uno spostamento verso l’alto dell’età dei casi, aumentando il rischio di infezioni in gravidanza, e quindi di rosolia congenita (6).


Finché non saranno raggiunti livelli di copertura vaccinale nell'infanzia sufficientemente alti, è indispensabile garantire la vaccinazione anche delle ragazze adolescenti.

Riferimenti bibliografici
1. Weekly Epidemiological Record WHO 19 May 2000; 75: 161-72.
2. Ministero della Sanità. Circolare n°12 del 13 luglio 1999. Controllo ed eliminazione di morbillo, parotite e rosolia attraverso la vaccinazione.
3. Salmaso S, Rota MC, Ciofi degli Atti M, et al. Infant immunization coverage in Italy: estimates by simultaneous EPI cluster surveys of regions. Bull. WHO 1999; 77(10): 843-51.
4. Ciofi degli Atti ML, Salmaso S, Bella A, et al. Sentinel surveillance of vaccine preventable diseases in Italy. Pediatr Infect Dis J, 2002; 21(8): 763-8.
5. Gabutti G, Rota MC, Salmaso S, et al. Epidemiology of measles. mumps and rubella in Italy. Epidemiol Infect 2002; 129: 543-50.
6. Edmunds WJ, van de Heijden OG, Eerols M, et al. Modelling rubella in Europe. Epidemiol Infect 2000; 125 (3): 617-34.