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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro


Analisi di alcuni fattori di rischio cardiovascolari nella popolazione delle asl partecipanti allo studio Passi

 

 

Massimo O. Trinito1,2, Nicoletta Bertozzi1,3, Carla Bietta1,4, Nancy Binkin1,Giovanna De Giacomi1,5, Pirous Fateh-Moghadam1,6, Tolinda Gallo1,7, Alberto Perra1,Paola Scardetta1, Francesco Sconza1,8

1Programma di Formazione in Epidemiologia Applicata, Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, ISS

2U.O. Epidemiologia e Sistema Informativo, Dipartimento Prevenzione AUSL Roma C, Roma

3Dipartimento di Sanità pubblica AUSL, Cesena

4U.O. Epidemiologia, Dipartimento Prevenzione AUSL 2 Umbria, Perugia

5Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali, Roma

6Servizio Osservatorio Epidemiologico, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, Trento

7Dipartimento Prevenzione ASS4 “Medio Friuli”, Udine

8Dipartimento Prevenzione ASL 4, Cosenza

 

Le malattie cerebro-cardiovascolari, tra le quali infarto e ictus, sono fra le cause più importanti di mortalità, morbosità e invalidità in Italia (1). Tra i fattori di rischio più importanti per queste malattie vi sono l’ipertensione, l’ipercolesterolemia, il diabete, il fumo, la sedentarietà e l’obesità (1).

 

Appropriati interventi sia a livello preventivo sia clinico su questi fattori di rischio possono ridurre notevolmente morbilità e mortalità relativa alle malattie cardiovascolari. In Italia è stata avviata un’importante iniziativa, il Progetto CUORE, per consentire ai medici di medicina generale (MMG) di calcolare facilmente un punteggio di rischio cardiovascolare per i propri pazienti con più di 40 anni, basandosi sulla presenza o meno dei principali fattori di rischio. Il punteggio, utilizzato per valutare la probabilità di andare incontro ad un infarto del miocardio o ictus nei successivi 10 anni, fornisce un’importante opportunità ai MMG di discutere con i propri pazienti le possibili azioni preventive da intraprendere per ridurre il loro rischio cardiovascolare (2).

 

Studiare la prevalenza dei fattori di rischio ed i consigli che i pazienti ricevono su prevenzione e trattamento di questi è importante sia per il monitoraggio che per lo sviluppo degli interventi effettuati a livello regionale e locale. Per questo motivo, i fattori di rischio per le malattie cerebro-cardiovascolari sono stati inclusi nello studio PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), uno studio che ha indagato, nelle popolazioni delle ASL partecipanti, le frequenze di vari comportamenti a rischio associati con le principali cause di mortalità e morbilità e di alcuni possibili interventi effettuati per modificarli.

 

La prevalenza di uno dei principali fattori di rischio, il fumo, è stata riportata in un precedente lavoro, pubblicato sempre sul BEN (3), a cui faranno seguito articoli relativi all’attività fisica e al peso corporeo.

 

Questo articolo presenta i dati sulla prevalenza autoriferita di ipertensione, ipercolesterolemia e diabete e la frequenza dei controlli effettuati per queste condizioni. Vengono inoltre presentati dati sulla percentuale di pazienti che ha riferito il punteggio di rischio cardiovascolare, calcolato dal proprio medico. Lo studio PASSI è stato realizzato mediante interviste telefoniche a campioni di cittadini, di età compresa tra i 18 e i 69 anni, estratti con metodo casuale semplice dalle anagrafi degli assistiti di 123 ASL partecipanti allo studio e appartenenti a tutte le regioni italiane (4). Le interviste sono state effettuate tra aprile e luglio 2005. L’analisi è stata condotta sui dati ottenuti dalle 15.137 persone intervistate (dato aggiornato al 13 marzo 2006).

L’81% degli intervistati ha riferito di aver avuto almeno una misurazione della pressione arteriosa nei 2 anni precedenti; al 79% e al 74% è stata misurata, rispettivamente, almeno una volta nella vita, la colesterolemia e la glicemia. La percentuale di persone controllate cresce in maniera statisticamente significativa con l’età per ognuna delle condizioni considerate ed è maggiore nelle donne.

Tra le ASL partecipanti allo studio, la prevalenza di persone che dichiara di aver avuto diagnosi di ipertensione è risultata del 23%. Per l’ipercolesterolemia e il diabete, i valori corrispondenti sono, rispettivamente, il 25% e il 5,4% (Tabella). Tutte e tre le condizioni sono significativamente più frequenti negli uomini (p<0,05), nella popolazione con più basso livello d’istruzione (fino alla licenza media) e nella fascia d’età più anziana (entrambe p<0,0001).

Le principali misure adottate per combattere l’ipertensione sono rappresentate dal controllo del consumo di sale (71%) e dall’uso di farmaci (69%). Per l’ipercolesterolemia, le misure adottate sono la riduzione del consumo di carne e formaggi (77%) e l’aumentato consumo di frutta e verdura (58%), mentre solo il 24% degli intervistati assume farmaci anticolesterolemici.

 

Il punteggio di rischio cardiovascolare è stato calcolato al 9,1% delle persone intervistate con età fra i 40 e i 69 anni in percentuale crescente, in maniera statisticamente significativa, con l’aumentare dell’età ma senza differenze significative per sesso e livello di istruzione.

 

Questo studio dimostra che, pur risultando modesta la proporzione di persone alle quali non è stata misurata la pressione arteriosa negli ultimi 24 mesi, tale condizione è comunque considerabile un evento sentinella di non best practice (5) (specie nel controllo dei pazienti sopra ai 35 anni) e come tale non deve essere trascurata dagli operatori sanitari. Non esistono invece periodicità raccomandate per controlli di colesterolemia e glicemia nella popolazione generale (5).

 

Le prevalenze di ipertensione, ipercolesterolemia e diabete riportate in questo articolo sono autoriferite e sono indubbiamente sottostimate. Alcuni, infatti, non sono stati testati per queste condizioni o non lo ricordano, altri riferiscono di non ricordare se è stata loro diagnosticata la condizione indagata. Ciò nondimeno, la prevalenza sia di ipertensione sia di ipercolesterolemia risulta alta.

Nella popolazione delle ASL partecipanti allo studio, infatti, ha dichiarato di essere iperteso più di un quinto della popolazione tra 18 e 69 anni, circa il 40% di quella fra i 50 ed i 69 anni ed oltre il 5% dei giovani minori di 35 anni. Tra coloro cui è stata misurata la colesterolemia almeno una volta, oltre un terzo della popolazione totale e oltre il 35% delle persone con età fra i 50 e i 69 anni si dichiara ipercolesterolemico. La prevalenza delle persone che dichiarano di avere il diabete è stata più bassa, ma nella fascia d’età 50-69 anni, 1 persona su 10 di quelle cui è stata misurata la glicemia è diabetica. I dati relativi alle modalità di trattamento dell’ipertensione suggeriscono la necessità di implementare fra gli ipertesi un’attività fisica regolare, una dieta iposodica ed il controllo del peso corporeo. Analogamente, pur se molte persone con ipercolesterolemia riferiscono di aver migliorato la propria dieta, pochi invece si adoperano per ridurre il proprio peso o per svolgere attività fisica.

 

Sebbene molti possono essere i benefici derivanti da un trattamento farmacologico dell’ipertensione e dell’ipercolesterolemia, occorre sottolineare che il trattamento farmacologico non può essere considerato sostitutivo di stili di vita corretti, che vanno comunque incoraggiati ed intrapresi.

 

Infine, appare evidente che il calcolo del rischio cardiovascolare è ancora scar-samente utilizzato da parte degli MMG a cui verosimilmente non è stata fornita un’adeguata informazione sull’utilità di questo semplice strumento in grado di aumentare l’empowerment degli assistiti rispetto al rischio cardiovascolare e di permettere agli MMG di confrontare il rischio calcolato in tempi successivi, valutando così il rapporto costo/beneficio delle azioni di prevenzione intraprese.

 

Riferimenti bibliografici

1.  Stili di vita-Rischio cardiovascolare-Dimensioni del problema: fattori di rischio

2.  Palmieri L, Panico S, Vannuzzo D et al. La valutazione del rischio cardiovascolare globale assoluto: il punteggio individuale del Progetto CUORE. Ann Ist Super Sanità 2004; 40(4):393-99.

3.  Bietta C, Binkin N, Bertozzi N et al. Abitudine al fumo: i dati delle 123 ASL dello studio “Passi”. -BEN-Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità. 2006; 19(1):i-ii.

4. De Giacomi G, Perra A, Bertozzi N et al. La valutazione dello studio “PASSI” - Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia. -BEN- Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità 2005; 18 (11): i-ii.

5.  Relazione della US Preventive Services Task Force