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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Rischio di sedentarietà nella popolazione ultra64enne: risultati del sistema nazionale di sorveglianza PASSI d'Argento, indagine 2012-13

Marco Cristofori1, Benedetta Contoli2, Amalia De Luca3, Giuliano Carrozzi4, Rita Ferrelli3, Sonia Bacci1, Vincenzo Casaccia1, Luana Penna2, Alberto Perra2 e Stefania Salmaso2

1Servizio di Epidemiologia, Biostatistica e Promozione della Salute, AUSL Umbria 2, Terni; 2Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, Istituto Superiore di Sanità, Roma; 3Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza; 4AUSL Modena

 

SUMMARY (Physical activity levels in the older population: results of the national surveillance system Passi d’Argento - Silver Steps, Italy 2012-13) - Adequate physical activity (PA) levels are associated to better outcome in elderly. For the Italian regions (20) and the local health units (140) it is of paramount importance monitoring PA in order to identify risk groups and to target interventions. Findings from the PASSI d’Argento show that among community-dwelling elderly people regional rates, there is a large variability ranging from 13.9% of the Friuli-Venezia Giulia region to the 42.5% of the Sicilia region 35.7% (IC 35.1-36.4) referred a level of PA lower than the 25° percentile. In a multivariate analysis, associated risk factors are the age (as continuous variable, OR 1.07), depression symptoms (OR 1,99); many (OR 1,53) or some (OR 1,34) economic difficulties to make the ends meet, overweight/obesity (OR 1,13); social isolation (OR 1,67); vision problems (OR 1,73); hearing problems (OR 1,20); carrying 3 or more chronic non communicable diseases (OR 1,69).

Key words: physical activity; PASE score; public health surveillance

marco.cristofori@uslumbria2.it

 

Introduzione

Sono ormai numerose le evidenze scientifiche che avvalorano l'importanza della pratica di una regolare attività fisica anche nella fascia di popolazione anziana.

 

L'attività fisica e l’allenamento hanno effetti benefici su massa ossea, equilibrio, coordinazione e flessibilità degli anziani e riducono il rischio di cadute e fratture. Sono in grado di avere un effetto positivo anche sui vari fattori psicologici e sulla percezione della qualità della vita (1-4). Una regolare attività fisica ed esercizio fisico possono quindi prevenire e ridurre i vari cambiamenti fisici e mentali tipicamente legati all’avanzamento dell’età, quali la riduzione della massa e del tono muscolare, la riduzione del range articolare, la riduzione della densità ossea, malattie con riduzione delle capacità cognitive, rischio di isolamento, ecc.

 

Il sistema di sorveglianza PASSI d’Argento (PDA) della popolazione italiana con 65 anni e più fornisce dal 2009 informazioni sullo stato di salute delle persone anziane. Il PDA fa esplicito riferimento al modello dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dell’healthy and active ageing, che sollecita lo sviluppo di politiche e interventi nell’ambito dei tre pilastri dell’invecchiamento attivo: salute, partecipazione e sicurezza. L’obiettivo è sostenere la visione di invecchiamento attivo e fornire dati tempestivi e validi sui problemi oggetto di prevenzione e su alcuni indicatori che misurano la diffusione delle attività di prevenzione.

 

Nel presente contributo si vuole identificare, a partire dai dati rilevati durante l’indagine PDA condotta tra marzo 2012 e gennaio 2013, un profilo di rischio dell’anziano relativo alle condizioni individuali e ambientali che riducono la propensione e la possibilità di compiere un esercizio fisico adeguato.

 

Materiali e metodi

La popolazione in studio è costituita dalle persone con 65 anni e più iscritte al 31 dicembre 2011 nelle liste delle anagrafi sanitarie, residenti nel territorio della Asl, con la disponibilità di un recapito telefonico e non ricoverate o istituzionalizzate durante il periodo dell’indagine. Le interviste sono state raccolte in 18 regioni e nella Provincia Autonoma di Trento. La rappresentatività dei dati è garantita a livello regionale, a eccezione di Lombardia, Friuli-Venezia Giulia e Marche che hanno partecipato con una sola ASL. Il campione è stato estratto con campionamento casuale semplice, stratificato per classi di età e genere o con campionamento a cluster.

 

L’informazione sull’attività fisica è stata raccolta su tutto il campione, ma in maniera differente in relazione alle capacità dell’ultra64enne di deambulare o meno in maniera autonoma. Alle persone che non sono in grado di camminare, o che riescono a farlo solo se aiutate da qualcuno, è stato chiesto se praticano ginnastica riabilitativa, a chi invece cammina autonomamente è stato somministrato il questionario Physical Activity Scale for Elderly (PASE). Il PASE rileva il livello di attività fisica praticata dagli ultra64enni, riferita agli ultimi 7 giorni prima dell’intervista, e distinta in 3 momenti: attività di svago e fisica strutturata, attività casalinghe e sociali e attività lavorativa. Il questionario PASE è semplice, adatto alla popolazione anziana e non enfatizza le attività sportive e ricreative. Per ciascuna attività viene calcolato un punteggio che tiene conto del tempo (h/die) dedicato all’attività o della sola partecipazione (sì/no) e del tipo di attività, più o meno intensa. Il punteggio PASE totale è ottenuto sommando i punteggi delle singole attività pesate. A valori elevati di PASE corrispondono elevati livelli di attività fisica. Sono stati definiti non eleggibili all’analisi sull’attività fisica gli ultra64enni campionati che presentavano difficoltà nel deambulare in maniera autonoma, problemi di memoria o di comunicazione. Considerata la grande variabilità e il declino che accompagna fisiologicamente l’invecchiamento, è difficile identificare degli standard di riferimento per il livello di attività fisica (cutoff) (5). Tuttavia, si è arbitrariamente identificato il 25° percentile, corrispondente a un punteggio PASE di 55, al fine di verificare quale proporzione della popolazione, collocandosi al di sotto di questo “valore soglia”, può essere definita “meno attiva”.

 

Per indagare le variabili correlate con l’essere “meno o più attivo” sono state considerate quelle dove la relazione causa effetto è il più possibile monodirezionale, in quanto, essendo il PDA uno studio trasversale, non è spesso identificabile un legame causale. Tutte le associazioni singole fra variabili indipendenti e variabile dipendente sono state testate con il χ2 e tutti i valori di p ≤0,20 sono stati inseriti nel modello multivariato di regressione logistica.

 

Risultati

Durante l’indagine PDA sono state intervistate 24.129 persone, per il 44% di sesso maschile, con media per gli uomini di 75 anni (range 65-105) e per le donne di 76 (range 65-107). Il punteggio PASE è stato calcolato per l'88% degli intervistati totali. Nel 71% dei casi le risposte sono date dallo stesso anziano, nel 13% da proxi, persone scelte dall’intervistato e a lui/lei vicine, mentre sono stati esclusi il 4% dei questionari perché mancanti di dati o con valori di PASE >400. I valori del PASE variano molto da regione a regione, dove la proporzione di “meno attivi” (sotto il 25° percentile del pool nazionale) varia dal 13,9% del Friuli-Venezia Giulia al 42,5% della Sicilia.

 

L’analisi multivariata, effettuata unicamente sulle interviste sostenute dall’anziano (n. 16.811, 71%), mostra una probabilità significativamente più elevata di essere “meno attivi” se sono presenti i seguenti fattori di rischio: essere donna (OR 1,10); essere più anziano (OR 1,73 nelle fasce 75-84 anni vs 65-74 e OR 3,42 nelle fasce 85 e più vs 65-74 anni); avere sintomi di depressione (OR 1,85); avere qualche difficoltà economica (OR 1,34); avere molte difficoltà economiche (OR 1,50); essere in sovrappeso (OR 1,28); essere a rischio di isolamento sociale (OR 1,54); avere problemi di vista non risolti (OR 1,66); avere problemi di udito (OR 1,83); avere più di 3 patologie (OR 1,75). Non risultano significative le variabili riguardo il livello di istruzione e l’essere fumatori che, invece, sono significative in analisi bivariata (p <0,05). I valori di p e gli intervalli di confidenza sono riportati in Tabella.

 

 

Conclusioni e considerazioni

L’obiettivo della sorveglianza è rilevare, con le modalità appropriate, le informazioni necessarie per conoscere il fenomeno e poter poi agire, promuovendo gli interventi appropriati e diffondendo le forme di prevenzione opportune.

 

Il sistema di sorveglianza PDA permette di: 1) descrivere il fenomeno dell’attività fisica a livello nazionale e regionale attraverso la metodologia PASE; 2) costruire modelli di analisi multivariata al fine di valutare la probabilità degli anziani di essere scarsamente predisposti a svolgere attività fisica secondo profili di rischio definiti. Nello specifico, i risultati dell’indagine 2012-13 confermano quanto già evidenziato nella letteratura scientifica nazionale e internazionale sul tema dell’inattività fisica (1), dove a fattori tradizionali quali età, sovrappeso, depressione e isolamento, associati alla diminuzione del livello di attività fisica, si aggiungono diversi fattori relativi alle condizioni di salute, in particolare la comorbidità, ma anche fattori socioeconomici, quali la percezione della difficoltà ad arrivare economicamente a fine mese.

 

Ai fini dell’azione, i dati ottenuti dall’analisi permettono di prendere in esame un complesso di fattori da considerare per la progettazione degli interventi, al fine di favorire la capacità dell’anziano di effettuare un'attività fisica adeguata.

 

Dichiarazione sul conflitto di interessi

Gli autori dichiarano che non esiste alcun potenziale conflitto di interesse o alcuna relazione di natura finanziaria o personale con persone o con organizzazioni, che possano influenzare in modo inappropriato lo svolgimento e i risultati di questo lavoro.

 

Riferimenti bibliografici

1. Physical Activity Guidelines Advisory Committee (PAGAC). Physical Activity Guidelines Advisory Committee Report, 2008. Washington, DC: US Department of Health and HumanServices; 2008.

2. Bauman A, Lewicka M, Schöppe S. The health benefits of physical activity in developing countries. Geneva: World Health Organization; 2005.

3. Paterson DH, Jones GR, Rice CL. Ageing and physical activity: evidence to develop exercise recommendations for older adults. Can J Public Health 2007;98(Suppl. 2):S69-S108.

4. Paterson DH, Warburton DE. Physical activity and functional limitations in older adults: a systematic review related to Canada's Physical Activity Guidelines. Int J Behav Nutr Phys Act 2010;7:38.

5. Logan SL, Gottlieb BH, Maitland SB, et al. The Physical Activity Scale for the Elderly (PASE) questionnaire; does it predict physical health? Int J Environ Res Public Health 2013;10:3967-86.