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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro


Disuguaglianze e fattori comportamentali delle donne che non eseguono gli screening di prevenzione oncologica

Giuliano Carrozzi1, Letizia Sampaolo2, Nicoletta Bertozzi3, Lara Bolognesi1, Marco Zappa4, Paolo Giorgi Rossi5, Carla Bietta6, Gianluigi Ferrante7, Maria Masocco7 e Stefania Salmaso7

1Dipartimento di Sanità Pubblica, AUSL Modena; 2Università Ca’ Foscari, Venezia; 3Dipartimento di Sanità Pubblica di Cesena, AUSL Romagna; 4Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica, Osservatorio Nazionale Screening, Firenze; 5Servizio Interaziendale di Epidemiologia, AUSL Reggio Emilia; 6UOSD Epidemiologia, AUSL Umbria 1; 7Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, Istituto Superiore di Sanità, Roma

 

SUMMARY (Inequalities and behavioral factors in women who do not undergo the oncologic screening) - According to the data of the Italian surveillance system PASSI, women 50-69 years old who never or irregularly underwent all three oncologic screening tests (Pap/HPV test, mammography and faecal occult-blood test) are more likely to be less educated, to encounter economic difficulties and to have unhealthy lifestyles compared to women who regularly undergo all three screening tests.

Key words: screening; behavioural health risk factors; socio-economic characteristics

g.carrozzi@ausl.mo.it

 

Introduzione

La letteratura indica come le donne che aderiscono ai programmi di screening oncologici abbiano una maggiore attenzione alla propria salute; rimane ancora poco studiata la relazione tra adesione, fattori socioeconomici e comportamentali (1-4). La sorveglianza PASSI (5) consente di analizzare l’associazione tra la non esecuzione degli esami per la prevenzione oncologica (Pap/HPV test, mammografia, sangue occulto fecale), le caratteristiche sociodemografiche e gli stili di vita. In questo articolo si analizza l’associazione fra esecuzione dei test di screening, fattori di rischio comportamentali e stato socioeconomico nelle donne con 50-69 anni residenti nelle regioni italiane con programmi di screening organizzati e ben funzionanti.

 

Metodi

Sono state analizzate 28.234 interviste di donne 50-69enni raccolte nel periodo 2010-13 in tutte le 21 regioni/province autonome italiane. Alla sorveglianza PASSI aderisce il 93% delle ASL italiane (136 su 147 delle totali), corrispondente al 90% della popolazione, con un tasso di risposta pari all’87,3% (6). Nello specifico, sono state considerate 12.722 interviste raccolte nelle seguenti regioni italiane dove più del 75% della popolazione target (50% per lo screening colorettale) dichiara di aver ricevuto la lettera d’invito (proxi di programmi di screening organizzati e funzionanti): Valle d’Aosta, Provincia Autonoma di Trento, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria; il Piemonte è stato escluso perché adotta un diverso protocollo per lo screening colorettale.

 

Le donne 50-69enni intervistate sono state suddivise in tre gruppi sulla base dell’esecuzione dei tre test di screening: il primo formato dalle donne che hanno eseguito i tre screening entro i tempi raccomandati dalle linee guida, il secondo da quelle che ne hanno eseguito almeno uno entro i tempi raccomandati e il terzo da quelle che non hanno mai eseguito alcun esame nel corso della vita o li hanno effettuati tutti con intervalli superiori a quelli consigliati. In questo studio si fa riferimento sia agli screening effettuati nell’ambito di programmi organizzati che a quelli effettuati su iniziativa spontanea.

 

Questi tre gruppi di donne sono stati descritti sulla base delle principali caratteristiche sociodemografiche (genere, classe d’età, livello d’istruzione, difficoltà economiche riferite e cittadinanza) (7) e dei fattori di rischio comportamentale (fumo, alcol, eccesso ponderale, sedentarietà). Nell’analisi per straniere si intendono le donne provenienti solo dai Paesi a Forte Pressione Migratoria (PFPM); le donne provenienti da altri Paesi a Sviluppo Avanzato (PSA) sono state accorpate a quelle con cittadinanza italiana (8). Le associazioni sono state indagate mediante analisi uni-bivariate e modelli logistici.

 

Risultati

Nelle sette regioni indagate il 48% delle donne 50-69enni si è sottoposto entro i tempi raccomandati ai tre test di screening e il 47% a uno o due; il 5% li ha effettuati tutti con periodicità superiori o non li ha effettuati affatto (pari a 95.000 donne); di queste, un quinto circa (1% del campione, pari a 21.000 donne) non ha effettuato nemmeno un test di screening nella vita.

 

Nelle restanti regioni italiane (senza tutti i programmi di screening organizzati e funzionanti) queste percentuali sono rispettivamente del 13%, 69%, 18% (7% senza nessun test).

 

Nelle regioni con programmi di screening organizzati e funzionanti le donne 50-69enni, che non si sono mai sottoposte a nessuno dei tre test di screening o lo hanno fatto secondo tempistiche diverse da quelle raccomandate, sono meno istruite e riferiscono maggiori difficoltà economiche delle donne che hanno eseguito tutti e tre gli screening nei tempi raccomandati: fra le prime il 66% (IC 95% 62,1%-70,1%) ha un titolo di istruzione medio-basso contro il 58% (IC 95% 56,4%-59,2%) osservato fra le donne che hanno eseguito tutti e tre gli screening nei tempi raccomandati, e il 20% (IC 95% 17,2%-24,0%) riferisce di avere molte difficoltà economiche contro il 9% (IC 95% 7,9%-9,6%).

 

Queste donne presentano, inoltre, stili di vita meno salutari rispetto a quelle che eseguono i test di screening nei tempi raccomandati (Figura): è più alta l’abitudine al fumo di sigaretta (27% rispetto al 19%), il consumo di alcol potenzialmente a maggior rischio per la salute (16% rispetto al 10%), la sedentarietà (40% rispetto al 23%) e l’obesità (20% rispetto al 13%); queste differenze sono statisticamente significative.

 

L’analisi multivariata condotta attraverso i modelli di regressione logistica conferma che, anche a parità di età, istruzione, difficoltà economiche e cittadinanza, la percentuale di donne che adotta stili di vita potenzialmente dannosi per la salute è significativamente donne rispetto al primo; inoltre, nel terzo gruppo gli OR appaiono più elevati che nel secondo (Tabella).

 

 

 

Conclusioni

Pur con i limiti e i bias legati alla raccolta di dati tramite interviste telefoniche (quali, ad esempio, bias di selezione, ricordo, telescopico, ecc.), PASSI mostra come le donne che non eseguono i tre screening oncologici siano svantaggiate dal punto di vista socioeconomico e abbiano una minore attenzione alla propria salute. Questo studio, raccogliendo le informazioni su partecipazione allo screening e fattori di rischio nello stesso momento, permette di quantificare l’associazione fra questi comportamenti, ma non di accertare nessi causali.

 

Dichiarazione sul conflitto di interessi

Gli autori dichiarano che non esiste alcun potenziale conflitto di interesse o alcuna relazione di natura finanziaria o personale con persone o con organizzazioni, che possano influenzare in modo inappropriato lo svolgimento e i risultati di questo lavoro.

 

Riferimenti bibliografici

1. Fredman L, Sexton M, Cui Y, et al. Cigarette smoking, alcohol consumption, and screening mammography among women ages 50 and older. Prev Med 1999;28(4):407-17.

2. Carlos RC, Fendrick AM, Patterson SK, et al. Associations in breast and colon cancer screening behavior in women. Acad Radiol 2005;12(4):451-8.

3. Rakowski W, Clark MA, Truchil R, et al. Smoking status and mammography among women aged 50-75 in the 2002 behavioral risk factor surveillance system. Women Health 2005;41(4):1-21.

4. Nash D, Chan C, Horowitz D, et al. Barriers and missed opportunities in breast and cervical cancer screening among women aged 50 and over, New York City, 2002. J Womens Health 2007;16(1):46-56.

5. Gruppo Tecnico nazionale PASSI. Sistema di sorveglianza Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia): risultati 2007. Roma: Istituto Superiore di Sanità; 2009 (Rapporti Istisan 9/31).

6. Gruppo Tecnico nazionale PASSI. Rapporto nazionale Passi 2013: descrizione del campione (www.epicentro.iss.it/...).

7. Minardi V, Campostrini S, Carrozzi G, et al. Social determinants effects from the Italian risk factor surveillance system PASSI. Int J Public Health 2011;56(4):359-66.

8. De Giacomi GV, Seniori Costantini A, Calamita ML, et al. La salute della popolazione immigrata: metodologia di analisi. 2009 (www.ccm-network.it/).