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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Archivio 2015

(24 settembre 2015) Distribuzione geografica e variazioni socioeconomiche del consumo di sodio e potassio in Italia

Valutare la distribuzione spaziale e socio-economica del consumo di sodio e potassio tenendo conto dei possibili confondenti socio-demografici, antropometrici e comportamentali. Questo il tema dell’articolo “Geographic and socioeconomic variation of sodium and potassium intake in Italy: results from the Minisal-Gircsi programme”, pubblicato sul British Medical Journal (Bmj) a settembre 2015 che riporta i dati dello studio trasversale Minisal-Gircsi, condotto nel nostro Paese su un campione di 3857 uomini e donne di età 35-79 anni, arruolati nelle 20 Regioni italiane nell’ambito dell’Osservatorio epidemiologico cardiovascolare/Health Examination Survey (Oec/Hes). Leggi l’approfondimento e consulta le infografiche con i dati sul consumo di sodio e potassio nelle Regioni italiane.

 

(7 maggio 2015) Mantenersi in buona salute? Basta poco, parola del signor B

Dopo aver adottato uno stile di vita più attivo, il signor B si rimette in gioco. È la volta dell’alimentazione nell’ottica di assumere meno sale per mantenere sotto controllo la pressione. Il signor B è il protagonista dei libri illustrati sfogliabili, frutto della collaborazione tra Jeremiah Stamler (esperto mondiale di prevenzione) e il progetto Cuore dell’Iss, che spiegano in modo semplice e chiaro come rimanere sani e attivi, anche “a una certa età”. Il nuovo sfogliabile “Sotto pressione? Meno sale è più salute” è disponibile sul sito del Progetto Cuore.

 

(19 marzo 2015) “La riduzione del consumo di sale: un obiettivo possibile”

Il 12 marzo scorso, in un convegno tenutosi al ministero della Salute, sono stati presentati i risultati di due progetti Ccm finalizzati a determinare, nella popolazione adulta, nei bambini e nei soggetti ipertesi, i livelli urinari di sodio e potassio (quali indicatori del consumo di sale e di frutta e verdura) e l’efficacia di un programma di comunità volto a favorire la riduzione del consumo di sale. Dai dati del primo progetto Ccm raccolti nella popolazione generale adulta, nell'ambito dell'Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare/Health Examination Survey, è emerso un consumo giornaliero di sale di 10,8 g negli uomini e di 8,4 g nelle donne, ben al di sopra delle raccomandazioni Oms che suggeriscono un consumo pro die inferiore ai 5 g. È stato inoltre esaminato un campione di ragazzi di 8-11 anni; i risultati hanno mostrato valori medi di consumo molto elevati per questa fascia di età (7,4 g nei ragazzi, 6,7g nelle ragazze) al di sopra delle raccomandazioni Oms. Dalle analisi condotte su un campione di soggetti ipertesi, infine, è emerso che, anche in questa popolazione a rischio, oltre il 90% degli uomini e l’80% delle donne consuma più di 5 g al giorno di sale. Per quanto riguarda il potassio, nel campione di popolazione generale adulta l’apporto alimentare medio è risultato pari a 2,5 g/die negli uomini e a 2,2 g/die nelle donne, nettamente inferiore ai livelli di assunzione raccomandati (≥ 3,9 g). Con il secondo progetto Ccm “Meno sale più salute”, a tre anni di distanza dagli Accordi tra il Ministero e le Associazioni dei panificatori per la riduzione del sale nel pane, è stato esaminato un altro campione rappresentativo di popolazione adulta nel quale è stata registrata una riduzione del 12% del consumo di sale nella alimentazione (negli uomini da 10,8 g a 9,5 g, nelle donne da 8,4 g a 7,4 g). “Meno sale più salute”, inoltre, ha realizzato in un'area della Campania un programma di intervento di comunità finalizzato alla riduzione del consumo di sale nella popolazione e ne ha dimostrato fattibilità e replicabilità. Per maggiori informazioni consulta la sezione dedicata a “sale e sodio” sul sito del Progetto Cuore.

 

(5 febbraio 2015) L’Oms aggiorna le fact sheet

Il sito web dell’Oms ha aggiornato i dati relativi ai problemi cardiovascolari, prima causa di morte nel mondo. Numerose le informazioni della pagina: dai fattori di rischio ai sintomi dell’infarto, dai Paesi in cui sono più frequenti alle strategie per contrastarli. Per maggiori informazioni consulta il sito Oms.