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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Combattere le malattie croniche: verso una strategia globale

da: British Medical Journal, vol. 333, n. 7573 – 21 ottobre 2006

 

(traduzione, adattamento e sintesi a cura della redazione di EpiCentro)

 

 

Nei 22 Paesi della Regione Oms del Mediterraneo orientale, le malattie croniche sono responsabili del 47% del carico globale di malattia. Entro il 2020 si prevede che questa percentuale salirà al 60%. In Paesi come Iran e Giordania, dove la mortalità globale è relativamente bassa, due terzi dei decessi totali sono attribuibili a malattie cardiovascolari, diabete, cancro e malattie respiratorie. Anche in Paesi con tassi di mortalità elevati, come Somalia e Sudan, queste malattie sono comunque responsabili di più del 40% delle morti totali.

 

Alla base di queste patologie croniche ci sono fattori di rischio comuni, alcuni legati allo stile di vita (scarso consumo di frutta e verdura, fumo o mancanza di attività fisica), altri a fattori biologici come l’ipertensione, l’obesità o le dislipidemie. In questa regione, quasi i due terzi degli adulti presentano uno o più fattori di rischio: per esempio, in Arabia Saudita sono obesi circa il 64% degli uomini e il 70% delle donne, in Bahrain l’80% delle donne. Anche il diabete è piuttosto comune: colpisce circa il 18% degli adulti in Oman e il 24% in Arabia Saudita.

 

In questa Regione le spese sanitarie per la cura e l’assistenza dei malati cronici sono elevate, ma il mondo politico sembra ignorare la gravità della situazione: dei 22 Paesi, meno della metà ha adottato politiche nazionali di lotta a queste malattie e ancora meno hanno leggi antifumo. Da una parte mancano dati epidemiologici e conoscenze, dall’altro l’attenzione della sanità pubblica è ancora puntata soprattutto verso le malattie infettive.

 

Occorre invece un cambiamento di rotta: nelle liste nazionali dei farmaci essenziali dovrebbero essere inclusi anche quelli per il trattamento delle malattie croniche, così come semplici presidi (strumenti per misurare la pressione sanguigna, contenitori per le urine per i diabetici, metri) dovrebbero essere disponibili nei contesti di assistenza primaria. Allo stesso modo, occorre un aggiornamento continuo per gli operatori sulla gestione delle malattie croniche.

 

Sul fronte dell’alimentazione, è necessario concentrarsi da una parte sulla riduzione della malnutrizione, dall’altra sulla prevenzione dell’obesità: servono più spazi all’aperto per incoraggiare l’esercizio fisico e interventi per migliorare l’accesso a un’alimentazione sana, così come la lotta la fumo può passare anche attraverso politiche fiscali adeguate.

 

Alcuni esempi positivi di iniziative nazionali per affrontare le malattie croniche esistono già. Una è certamente il Piano d’azione nazionale del Pakistan sulle malattie croniche del 2003, che ha integrato sorveglianza e interventi, introducendo le malattie croniche nel piano di lavoro di oltre 70 mila strutture sanitarie. In Giordania, il programma “Gateway to the Future” ha l’obiettivo di promuovere cambiamenti di comportamento nei confronti delle malattie croniche, della salute riproduttiva e infantile. In Iran, il programma “Isfahan’s healthly Heart”, lanciato nel 1999, ha stabilito interventi di comunità per promuovere l’attività fisica, una dieta sana e l’eliminazione del fumo.

 

Siamo solo all’inizio, ma cominciano a esserci segni incoraggianti di promozione della salute a livello locale, soprattutto nei Paesi musulmani della Regione. Per esempio, nel 2002 il pellegrinaggio verso La Mecca (hajj) è stato dichiarato libero dal fumo. Analogamente, nella cultura dei Paesi musulmani sta diventando sempre più accettabile il fatto che le donne possano fare esercizio fisico in pubblico.

 

Leggi l’articolo originale del Bmj.