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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Obesità: a Istanbul tavola rotonda dei ministri europei

L’obesità è una delle sfide più importanti di sanità pubblica per il ventunesimo secolo. Per facilitare gli interventi in Europa, l’ufficio regionale europeo dell’Oms ha organizzato la “Conferenza ministeriale per il contrasto all’obesità”, in programma a Istanbul (Turchia) dal 15 al 17 novembre 2006. L’obiettivo è richiamare l’attenzione sul problema, sottoporlo alle agende politiche e promuovere una collaborazione internazionale, anche a livello di decisori e programmatori. Sono infatti necessari interventi governativi adeguati e in particolare bisogna consolidare le politiche multisettoriali basate su prove di efficacia. L’incontro fornirà ai partecipanti le conoscenze e gli strumenti migliori per permettere loro di affrontare il problema nel proprio Paese e spingere così i governi a intervenire. La speranza è che il coinvolgimento di ministri con diversi portafoglio, insieme a rappresentanti della società civile e organizzazioni internazionali, favorisca la nascita di partnership internazionali e intersettoriali.

 

I costi per la spesa pubblica

Il costo sociale dell’obesità è enorme: in alcuni Paesi europei raggiunge l’1% del prodotto interno lordo e rappresenta il 6% della spesa sanitaria diretta. Inoltre, i costi indiretti (dovuti alle morti premature, alla riduzione della produttività lavorativa e ai relativi guadagni) sono doppi rispetto a quelli diretti. Si stima, per esempio, che la Spagna spenda per l’obesità in totale circa 2,5 miliardi di euro ogni anno.

 

Il costo varia comunque da Paese a Paese. A causa dell’obesità, in Svezia si spendono 45 dollari all’anno pro capite per le spese sanitarie, e a questi si aggiungono costi indiretti per 157 dollari.

In altri Paesi il costo diretto pro capite si aggira più o meno intorno allo stesso valore: fino a 35 dollari in Germania, 32 nei Paesi Bassi. In Belgio, invece, la spesa pro capite è di ben 69 dollari e rappresenta così quasi il 6% delle spese sanitarie. E per di più questi costi sono in continuo aumento. Nel Regno Unito il costo pro capite è passato da 13 dollari nel 1998 a 25-31 dollari nel 2002.

 

Anche se sono più difficili da quantificare in termini finanziari, devono essere considerati anche altri costi intangibili, come per esempio il minor rendimento scolastico, la discriminazione lavorativa, i problemi psicosociali e la scarsa qualità della vita. I costi sono comunque soltanto uno dei problemi in gioco.

 

Scarica la scheda dell’Oms Europa che presenta in breve le 10 questioni fondamentali da affrontare nel contrasto all’obesità (in italiano, in inglese).

 

Più interventi, ma l’emergenza resta

Dal 1994 a oggi, il numero dei paesi dell’Oms Europa che hanno adottato una politica nazionale relativa ad alimentazione e cibo è passato da 24 a 45. Gli obiettivi stabiliti nell’ambito dell’alimentazione, però, non sono stati ottenuti, mentre solo traguardi minimi sono stati raggiunti in quello dell’attività fisica. Recentemente l’Oms Europa ha effettuato un monitoraggio sugli interventi di promozione di una corretta alimentazione, dell’attività fisica e della prevenzione dell’obesità: è emerso chiaramente che in Europa si stanno finalmente avviando interventi di contrasto all’obesità. L’inchiesta, che ha interessato 48 dei 53 Stati membri, ha messo in luce le analogie, le differenze e le carenze delle politiche e dei programmi avviati.

 

Anche se la maggior parte dei Paesi riconosce che l’obesità è una priorità di salute pubblica, nessuno è stato finora capace di intervenire con efficacia. Sono già stati definiti e implementati programmi complessivi. La maggior parte delle strategie adottate tengono conto della necessità di coinvolgere differenti portatori d’interesse e molti Paesi (come Armenia, Danimarca, Estonia, Germania, Grecia, Paesi Bassi, Polonia, Svizzera e Regno Unito) hanno stabilito partnership e tavoli di lavoro comuni o ottenuto la sottoscrizione di patti d’intesa.

 

La scuola è l’ambiente più comune dove poter fare attività fisica. I Paesi stanno quindi provando a cambiare l’organizzazione scolastica, in modo da incoraggiare l’attività fisica e l’educazione alla salute, migliorando anche il servizio mense. L’Ungheria, per esempio, ha stabilito un programma scolastico nazionale per la regolamentazione del servizio mense, mentre l’Estonia fornirà gratuitamente i pasti ai bambini delle classi da 1 a 9 anni. La Lettonia ha invece introdotto delle leggi che limitano la fornitura di cibi e bevande a elevato contenuto calorico (come bibite, dolci e snack salati) negli istituti scolastici.

 

Il problema della vendita di cibo e bevande ai bambini è stato affrontato in maniera diversa dai vari paesi della Regione. I provvedimenti vanno dal divieto di pubblicità istituito in Norvegia e Svezia, alle indicazioni non normative di Finlandia e Irlanda, all’autoregolazione di media e pubblicità nei Paesi Bassi, in Portogallo e in Spagna. La Francia ha adottato un approccio originale: tutte le pubblicità di cibi sofisticati e alimenti contenenti grassi aggiunti, dolcificanti e sale devono contenere anche le avvertenze sui rischi per la salute. In alternativa, l’agenzia pubblicitaria è obbligata a finanziare campagne di informazione sulla corretta alimentazione e iniziative di educazione alla salute.

 

Paesi come Finlandia e Norvegia stanno infine sperimentando l’efficacia di strumenti finanziari particolari, come la tassazione o i sussidi per ridefinire il prezzo dei cibi.

 

Sul sito dell’Oms Europa, tutti i documenti in discussione nell’incontro.

 

Leggi la traduzione italiana (pdf 67 kb) della Carta europea sull’azione di contrasto all’obesità (in inglese, pdf 192 kb).

 

Dopo la Conferenza ministeriale intergovernativa di Istanbul del novembre 2006 dedicata alla lotta all’epidemia di obesità, l’Oms Europa pubblica: