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Difterite in Italia

Monica Monaco – Istituto superiore di sanità

 

2 marzo 2017 - In Italia, dal 2015 ad oggi si è assistito a un aumento delle segnalazioni di infezioni causate da Corynebacterium diphtheriae. In totale sono stati notificati 8 casi tra i quali 1, segnalato nel 2016 nel Nord Italia, dovuto a C. diphtheriae produttore di tossina responsabile di difterite cutanea. Tutti gli altri casi erano dovuti a ceppi di C. diphtheriae non produttori di tossina difterica.

 

La difterite in breve

La difterite è una malattia infettiva acuta, potenzialmente fatale, a notifica obbligatoria, causata da ceppi tossinogenici appartenenti alla specie Corynebacterium diphtheriae. Nella forma più classica e grave, la difterite si presenta come malattia respiratoria che si manifesta a livello delle vie aeree superiori (naso, faringe, laringe, trachea), caratterizzate dalla presenza di pseudomembrane che, aderendo alle mucose, ostruiscono il passaggio di aria e causano la morte del paziente per soffocamento. Esiste inoltre una forma di difterite cutanea, maggiormente diffusa nelle aree tropicali, che si manifesta con la formazione di lesioni cutanee che tendono ad ulcerarsi. C. diphtheriae si trasmette da uomo a uomo per via aerea (starnuti, tosse) o per contatto diretto (lesioni cutanee).

 

La tossina difterica

C. diphtheriae comprende 4 diversi biotipi (gravis, mitis, intermedius e belfanti) che si distinguono sia dal punto di vista morfologico che biochimico. Tutti i biotipi, ad eccezione di belfanti, possono produrre la tossina difterica. Oltre a C. diphtheriae, altre due specie possono produrre la tossina difterica e sono Corynebacterium ulcerans e Corynebacterium pseudotuberculosis, entrambe rilevanti in ambito veterinario. Le infezioni umane da C. ulcerans si manifestano comunemente come ulcere cutanee e sono generalmente associate al contatto con animali infetti, sia da compagnia che da allevamento, e al consumo di latte crudo. Le infezioni umane causate da C. pseudotuberculosis sono molto rare e associate a esposizione professionale. Per C. ulcerans e C. pseudotuberculosis non è nota la trasmissione da uomo a uomo. Alcuni ceppi di C. diphtheriae non possiedono i geni per la tossina difterica ma possono colonizzare le cavità nasali e la faringe e causare infezioni sia a livello cutaneo che sistemico.

 

La diagnosi microbiologica

Il Laboratorio di riferimento per la difterite presso il dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss) esegue, con il sostegno del ministero della Salute, la diagnosi microbiologica dei ceppi appartenenti alle tre diverse specie di Corynebacterium tossinogeniche, al fine di confermarne l’identificazione della specie e determinare la presenza della tossina difterica mediante metodiche molecolari e test fenotipici utili a osservare la produzione della tossina in vitro.

 

Mediante una metodica in Real-Time Pcr, messa a punto recentemente, il laboratorio effettua la diagnosi rapida su coltura batterica o campione clinico per individuare il patogeno, discriminando tra le specie C. diphtheriae e C. ulcerans, e per determinare simultaneamente la presenza del gene tox codificante per la tossina difterica.

 

Le segnalazioni in Italia

Nel periodo 2000-2014, il Laboratorio dell’Iss ha confermato due casi di difterite, entrambi causati da C. ulcerans e segnalati nel Nord Italia. Nello stesso periodo sono stati segnalati anche cinque casi di infezioni dovuti a ceppi di C. diphtheriae non produttori di tossina e, tra questi, due sono stati particolarmente gravi. Per maggiori informazioni consulta il Notiziario Iss (volume 28 - numero 3 di marzo 2015).

 

Caratteristiche demografiche e cliniche dei pazienti con isolamento di C. diphtheriae e C. ulcerans in Italia nel periodo 2015-2017

Caso

Anno di

isolamento

Città

Età/sesso

Paese di origine

Vaccinazione antidifterica

Diagnosi

Campione

Specie

Produzione di tossina

1

2015

Modena

58/M

Italia*

No

Infezione cutanea

Essudato da lesione cutanea

C. diphtheriae

var mitis

No

2

2015

Vicenza

39/F

India

NN

Infezione cutanea

Tampone ulcera

C. diphtheriae

var mitis

No

3

2015

Monza

48/M

Filippine

NN

Sospetta polmonite

BAL

C.diphtheriae

var belfanti

No

4

2015

Milano

50/F

Italia°

Si

Febbre in Linfoma

Emocoltura

C. diphtheriae var gravis

No

5

2016

Bolzano

25/F

Somalia

NN

Infezione cutanea

Tampone ulcera

C. diphtheriae var gravis

Si

6

2017

Monza

27/F

Nigeria

NN

Infezione cutanea

Tampone ulcera

C. diphtheriae var mitis

No

7

2017

Bassano del Grappa

9/F

Senegal

NN

Infezione cutanea

Tampone cutaneo

C. diphtheriae var mitis

No

8

2017

Verona

64/F

Senegal

No

Infezione cutanea

Tampone ulcera

C. diphtheriae var mitis

No

Caratteristiche demografiche e cliniche dei pazienti con isolamento di C. diphtheriae e C. ulcerans in Italia nel periodo 2015-2017

 

* Recente viaggio nelle Filippine

° Nessun recente viaggio all’estero

NN: Non nota

 

Come si previene la difterite?

La vaccinazione antidifterica rimane l’unico strumento utile per la prevenzione di questa malattia, per questo motivo è importante seguire la raccomandazione del ministero della Salute ed effettuare un booster del vaccino anti-difterite (dTpa) ogni 10 anni. Infatti, studi sieroepidemiologici hanno dimostrato che i livelli anticorpali in età adulta tendono a diminuire diventando nel tempo non protettivi. Con la riduzione della protezione vaccinale si rischia, nella popolazione adulta, la diffusione di C. diphtheriae e C. ulcerans attraverso la circolazione di individui provenienti da Paesi in cui la difterite è endemica.

 

Dal punto di vista microbiologico, il laboratorio di riferimento in Iss può fornire un importante contributo per la diagnosi rapida di difterite su ceppi batterici sospetti e/o materiali clinici e per confermare i casi sospetti segnalati su tutto il territorio nazionale.

 

Risorse utili