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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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In Campania ci sono anche realtà “virtuose”: la Provincia di Salerno

Maria Grazia Panico - direttore del servizio di epidemiologia, Asl Salerno 2

 

 

I riflettori puntati sulla Campania a proposito dell’emergenza rifiuti hanno portato all’attenzione del mondo un problema reale, ma non hanno fatto alcuna distinzione nel diversificato territorio della Regione Campania. Poco o niente è stato detto sulla Provincia di Salerno, toccata solo marginalmente dal problema dei rifiuti. Anzi, si può affermare che rappresenta un esempio di realtà virtuosa nel panorama regionale: per esempio, non ci sono rifiuti per strada grazie alla presenza di impianti di smaltimento, che hanno trattato tonnellate di rifiuti campani, alla tempestiva identificazione di siti di stoccaggio provvisorio e “aree di trasferenza” e all’attenzione dei Comuni per l’igiene urbana.

Salerno si caratterizza, inoltre, per l’efficienza della raccolta differenziata: è tra le Province campane quella con la più alta percentuale di raccolta differenziata (nel 2006, 21,3%: un dato poco inferiore a quello nazionale, 25,8%, ma nettamente superiore a quello regionale).

 

Sicuramente questi risultati sono stati favoriti anche dalle caratteristiche del contesto territoriale e demografico della zona, molto diverse da quelle delle Province di Napoli e Caserta: la Provincia di Salerno è molto estesa, occupa il 36% del territorio regionale e accoglie il 19% degli abitanti della Regione.

La densità abitativa è meno di 1/10 di quella di Napoli con 222 abitanti per chilometro quadrato, e la maggior parte dei Comuni (circa il 70%) ha meno di 5000 abitanti. In queste realtà risulta sicuramente più facile avviare la raccolta differenziata dei rifiuti: è proprio nei piccoli Comuni, infatti, che si registrano i valori più alti, con punte dell’80-90%. Bisogna però riconoscere anche i meriti delle amministrazioni, per l’impegno nell’implementazione della raccolta differenziata e nella cura dell’igiene urbana, e dei cittadini che hanno risposto positivamente: tanto è vero che anche la città di Salerno, le cui percentuali al 2006 non erano tra le più alte della Provincia, è stata sempre mantenuta pulita.

 

La situazione “virtuosa” riguarda anche i prodotti caseari: diversi Comuni della Asl Salerno 2 fanno parte del territorio della mozzarella di bufala campana Dop, e i controlli effettuati dai servizi veterinari non hanno evidenziato valori di diossina superiori alle soglie stabilite per legge.

 

Più attenzione, meno confusione

Tutto ciò però rischia di non essere percepito dal pubblico a livello nazionale: si parla sempre di bufala campana in generale, senza sottolineare le differenze fra una Provincia e l’altra. Anche solo dalla notizia che vengono effettuati dei controlli, il messaggio che poi arriva alla popolazione è che c’è diossina nella mozzarella. Con il risultato che si mette in crisi un settore che assicura migliaia di posti di lavoro, in una Regione come la Campania segnata da grandi problemi di disoccupazione.

 

Per risolvere questo problema serve l’impegno di tutti: da un lato i giornalisti dovrebbero prestare più attenzione nel passare le notizie; dall’altra i politici e gli esperti dovrebbero comunicare messaggi chiari e univoci sulla quantità di mozzarella con tracce di diossina che può essere consumata senza rappresentare un rischio; è chiaro che in caso contrario i cittadini finiscono con il non fidarsi più neanche degli esperti.

 

A questo proposito anche le ricerche scientifiche possono suscitare preoccupazioni eccessive, se vengono lette senza la giusta attenzione: per esempio, si è parlato molto dello studio dell’Oms che indaga l’associazione tra carico di rifiuti ambientali e salute. Bisogna dire con chiarezza che quest’articolo genera solo ipotesi e che è necessario continuare ad approfondire gli studi per arrivare a conclusioni sicure.

 

I problemi di salute nella Asl Salerno 2

Anche dal punto di vista della salute, l’Asl Salerno 2 presenta per alcuni aspetti un quadro migliore rispetto al resto della Campania: in particolare i tassi standardizzati di mortalità sono inferiori al dato regionale. E anche la mortalità per tumori, negli uomini, è inferiore alla media regionale, che a sua volta è più bassa rispetto ai dati nazionali. Nelle donne, invece, la mortalità per tumore mostra valori superiori per il contributo dato dal tumore della mammella, rispetto al quale è stato già più volte sottolineato come in Campania l’estensione dello screening mammografico sia del 26% rispetto ad una media nazionale del 57%.

 

Naturalmente ci sono comunque problemi specifici anche nella nostra Asl: oltre al tumore della mammella, nelle donne si registrano tassi di mortalità più elevati per le malattie cerebrovascolari, legati in buona misura agli stili di vita, e in particolare a una non corretta alimentazione, all’obesità, all’insufficiente attività fisica, al fumo di sigaretta. Un ultimo aspetto critico sono le morti per cause accidentali e violente, responsabili tra le “morti evitabili”, negli uomini, del 36% di anni di vita persi e nelle donne del 20%, precedute nella graduatoria solo dal tumore della mammella con il 24% di anni di vita persi.