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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Epidemiologia dell’ignoranza

Alberto Baldasseroni - SA di Epidemiologia Ausl 10 di Firenze

 

In merito alla decisione della Regione Lombardia relativa all’abolizione della certificazione sanitaria per l’avviamento al lavoro dei minori e apprendisti nei settori non a rischio, il Consiglio di Stato ribadiva, in punta di diritto se mi si passa l’espressione, nell’adunanza del 9 novembre 2005, di ritenere illegittima questa decisione, ventilando anche alcune considerazioni di merito sulla questione. Sinceramente mi sento impotente di fronte a un simile pronunciamento. Mi sembra infatti di essere in presenza di un dialogo fra sordi.

 

Ad aiutarmi è arrivato internet, che ha spiattellato sul desk del mio pc una serie di diapositive dal titolo accattivante: “The Epidemiology of Ignorance” di Paul Glasziou, presentate a un recente convegno del Gruppo italiano per la medicina basata sulle evidenze (Gimbe). Si parla delle difficoltà esistenti nella disseminazione delle conoscenze mediche basate su prove di efficacia tra i medici pratici, per sostenerli nel loro lavoro quotidiano. Forse manca un giusto canale di comunicazione tra i nostri mondi, quello della pratica professionale, legata al lavoro sul campo, di tutti i giorni, che evidenzia impietosamente lacune e carenze nei servizi “offerti” (troppo spesso imposti) alla popolazione e il lavoro di coloro che si occupano di ermeneutica della normativa. Tanto è induttivo ed empirico l’approccio dei primi, altrettanto è deduttivo, teoretico, dottrinario quello dei secondi.

 

In questo terreno, già difficile da un punto di vista concettuale, si inseriscono poi vicende più prosaiche, come lo scontro attualmente in atto (da un po’ di anni in qua) tra tendenze centralistiche e pulsioni regionalistiche nella distribuzione del potere, all’interno delle istituzioni. Con i risvolti paralizzanti che abbiamo sotto gli occhi. Se per il primo problema la terapia proposta da Glasziou ha speranze di funzionare, per il secondo non resta che attendere l’esito della lotta, intervenendo operosamente per favorire le soluzioni più rispettose dell’interesse dei cittadini, in fondo gli unici destinatari dei nostri sforzi e delle nostre cure.