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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Focolaio di epatite A in Italia: la situazione all’11 luglio 2013

A cura del Gruppo di lavoro Iss per indagini su focolai epidemici di Epatite Virale A1

 

11 luglio 2013 - A maggio del 2013, tramite il Sistema di Epidemic Intelligence di informazione per le malattie trasmesse da alimenti e acqua (Epis-Fwd) e il Sistema di allerta rapida della Commissione europea (Ewrs), il ministero della Salute e l’Istituto superiore di sanità hanno ricevuto la segnalazione di 15 casi di Epatite A in soggetti residenti in Germania, Olanda e Polonia che avevano soggiornato nelle Province Autonome di Trento e Bolzano in un periodo compatibile con l’incubazione della malattia.

 

L’indagine epidemiologica preliminare indirizzava i sospetti verso frutti di bosco surgelati, consumati da tutti i soggetti coinvolti nel corso della loro permanenza nelle zone suddette.

Contemporaneamente, anche nel nostro Paese a partire da gennaio 2013, è stato osservato un aumento del numero di casi di epatite A rispetto agli anni precedenti, attraverso il Sistema Epidemiologico integrato dell'epatite virale acuta (Seieva).

 

Per rafforzare la sorveglianza sui casi, avviare indagini epidemiologiche mirate a individuare i veicoli di infezione e la fonte primaria della contaminazione alimentare, il 23 maggio 2013 è stata pubblicata la circolare ministeriale “Individuazione casi di epatite A in Italia” (pdf 219 kb), seguita dalla nota del 26 giugno 2013 diffusa dal ministero della Salute alle Regioni e destinata primariamente ai Servizi di igiene degli alimenti e nutrizione (“Trasmissione schede per la rilevazione dati”) (pdf 171Kb) mirata a rafforzare la sorveglianza sulle matrici alimentari.

 

Inoltre, per coordinare le azioni, controllare l’evoluzione della situazione, individuare la possibile fonte di contaminazione e adottare le necessarie strategie di controllo, il ministero della Salute ha attivato una task force1 coinvolgendo esperti dello stesso Ministero, dell’Istituto superiore di sanità e dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna, Centro di referenza nazionale dei rischi emergenti in sicurezza alimentare.

 

Le informazioni raccolte dall’indagine

Dal 1 gennaio al 30 giugno 2013 sono stati segnalati al Seieva, 471 casi di Epatite A, rispetto a una media di 190 casi notificati nello stesso periodo nei 2 anni precedenti. I dati evidenziano che questo aumento si è concentrato in 7 Regioni settentrionali, nelle quali si registra il 58% dei casi segnalati: P.A. di Trento e Bolzano, Emilia-Romagna, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Veneto. Un incremento importante è stato registrato anche in Puglia (Figura 1).

 

Figura 1. Numero di casi per Regione e per anno, nel periodo gennaio-giugno 2011-2013*

 

*dati provvisori

 

Nello stesso tempo, in seguito alla pubblicazione della Circolare ministeriale del 23 maggio 2013, sono pervenute al ministero stesso e al Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell’Iss un totale di 206 segnalazioni di casi di epatite A da 16 Regioni. Di queste solo il 43% riportava l’informazione relativa al consumo di frutti di bosco surgelati.

 

Tabella 1. Numero di segnalazioni di Epatite A pervenute dal 23 maggio al 11 luglio 2013 per Regione.

 

Regione

Numero di segnalazioni

Piemonte

22

Valle d'Aosta

1

Lombardia

47

P. A. Bolzano

4

P. A. Trento

10

Veneto

20

Friuli Venezia Giulia

5

Liguria

4

Emilia Romagna

16

Toscana

15

Umbria

5

Marche

9

Lazio

3

Abruzzo

4

Molise

0

Campania

0

Puglia

40

Basilicata

0

Calabria

0

Sicilia

1

Sardegna

0

Totale

206

 

Dalla pubblicazione della Circolare, al Laboratorio di riferimento nazionale del Dipartimento di Malattie infettive, parassitarie e immunomediate (Mipi) dell’Iss sono pervenuti 44 campioni clinici di casi di epatite A, confermati dal rilevamento di anticorpi anti-Hav IgM effettuato presso la struttura ospedaliera di provenienza. Dei campioni pervenuti finora, 41 sono stati sottoposti ad amplificazione con nested-PCR della regione VP1/2A del genoma di Hav per il sequenziamento e la definizione del genotipo, e 27 sono stati anche sottoposti a valutazione della carica virale nel siero mediante Real Time PCR. Un prodotto di nested-PCR da sequenziare è stato ottenuto da 37 dei 41 campioni analizzati e, ad oggi, sono completate le sequenze di 25 di essi. Per gli altri campioni il sequenziamento è in corso. Il Dipartimento Mipi ha inoltre ricevuto dati di sequenziamento della regione VP1/2A da un totale di 41 casi di epatite A e da 1 campione di frutti di bosco da 4 laboratori di riferimento regionali.

 

All’11 luglio, dall’analisi effettuata, risulta che in 26 casi di epatite A (genotipo IA), verificatisi in 6 diverse Regioni italiane, le sequenze sono risultate identiche tra loro, indicando una comune fonte d’infezione, nonché identiche alla sequenza ottenuta da un campione di frutti di bosco surgelati, suggerendo fortemente il coinvolgimento di tale tipo di alimento come fonte d’infezione.

 

Contemporaneamente, il Cnesps dell’Iss, sta conducendo in collaborazione con 5 delle 8 Regioni interessate dall’incremento (Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, P.A. di Bolzano, P.A. di Trento, Puglia) uno studio caso-controllo utilizzando un protocollo operativo standard. Da una analisi preliminare dei risultati dello studio nella P.A. di Trento, il consumo di frutti di bosco surgelati è risultato il fattore di rischio più associato alla malattia rispetto a tutti quelli indagati.

 

Le indagini di laboratorio sugli alimenti, fino a ora condotte presso la rete degli Istituti zooprofilattici sperimentali (Iizzss) tra i quali principalmente l’Izsler, hanno permesso di isolare il virus dell’epatite A (Hav) su 4 diversi campioni di frutti di bosco surgelati corrispondenti ad altrettanti prodotti mix a base di ribes rossi, mirtilli neri, more e lamponi. In seguito al riscontro di positività in 4 campioni (Mix Bosco Reale lotto 13036 della ditta Asiago Food; 2 Mix Bosco Buono della ditta Green Ice lotto 13015 e lotto 13079; mix frutti di bosco della ditta Erica) è stata lanciata un’allerta Rasff non solo al territorio nazionale ma a tutti gli Stati membri della Ue che ha consentito di ritirare dal commercio i lotti contaminati e di avviare la raccolta informativa sulla tracciabilità dei prodotti e delle materie prime.

 

Il Dipartimento Spvsa (Sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare) dell’Iss oltre ad affiancare il ministero della Salute e le Regioni, nelle indagini sulla tracciabilità (trace back e trace forward) degli alimenti contaminati e sospetti di contaminazione, sta supportando l’attività delle Asl e dei laboratori diagnostici attraverso l’elaborazione e disseminazione di protocolli di campionamento delle matrici alimentari di origine vegetale, in particolare dei frutti di bosco, per la ricerca del virus Hav in collaborazione con l’Izsler, e la validazione sui frutti di bosco dello standard ISO/TS 15216 (Metodo orizzontale per la ricerca del virus dell’Epatte A e Norovirus in matrici alimentari) di recente pubblicazione, in collaborazione con la rete degli Iizzss.

 

Inoltre, il 19 giugno 2013, tramite le piattaforme europee Epis ed Ewrs, è pervenuta la segnalazione da parte dell’Irlanda di 3 casi di epatite A in cittadini irlandesi che non avevano storia di viaggio in Italia e che avevano consumato frutti di bosco surgelati nel periodo di incubazione. Tutti e tre i casi presentavano una sequenza identica a quella isolata dai casi italiani, olandese e tedesco e dal campione di frutti di bosco surgelati risultato positivo in Italia. Questo supporta l’evidenza di una possibile fonte comune di infezione dei casi riscontrati in Italia e in Irlanda ovvero che la distribuzione di alimenti contaminati da virus Hav nell’Ue non sia limitata al nostro Paese. Va sottolineato che il genotipo e la sequenza dei virus responsabili dell’epidemia in Italia e dei 3 casi irlandesi sono diverse da quelle responsabili dell’epidemia nel Nord Europa e negli Stati Uniti.

 

Risorse utili

Nota 1: Task force istituita dal ministero della Salute

  • Gruppo di lavoro Iss
    Caterina Rizzo, Valeria Alfonsi, Carmen Montano, Lara Ricotta, Maria Elena Tosti (Cnesps-Iss) Anna Rita Ciccaglione, Roberto Bruni, Stefania Taffon (Mipi-Iss) Martina Escher, Simona di Pasquale, Gaia Scavia, Dario De Medici, Luca Busani, (Dspvsa-Iss)

  • Izsler
    Marina Nadia Losio, Enrico Pavoni, Giorgio Varisco
  • Ministero della Salute
    Benedetta Cappelletti, Sarah Guizzardi, Raffaello Lena, Vanessa Martini, Mario Massaro, Alessandra Menghi, Maria Grazia Pompa