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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Prepararsi alla pandemia influenzale: l'Europa fa progressi ma ancora non basta

da Eurosurveillance 2005, volume 10, numero 11

(Traduzione e adattamento a cura della redazione di EpiCentro)

 

In Europa, negli ultimi sei mesi, sono stati fatti molti passi avanti nella preparazione di piani contro un'eventuale pandemia influenzale, sebbene rimanga molto lavoro da fare per renderli pienamente funzionanti. L'aumento della consapevolezza del pericolo da parte della classa politica, che è chiaramente in parte dovuta alla presenza di focolai di influenza aviaria nel continente, ha dato impeto alla pianificazione.

L'Oms, la Commissione europea e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie stanno aiutando i singoli Paesi sorvegliando e confrontando la messa a punto dei rispettivi piani. Ciò è stato fatto attraverso l'uso di questionari (linee generali: marzo 2005; controllo: ottobre 2005), ma anche con visite in Paesi selezionati per un esame approfondito della qualità dei piani predisposti (agosto-ottobre 2005), e tenendo workshop di supporto con rappresentanti nazionali (marzo e ottobre 2005).

 

Risultati dell'indagine

A marzo 2005, 31 dei 52 Paesi della regione europea dell'Oms che erano stati contattati nel primo studio, avevano un piano di preparazione. Da ottobre, 46 hanno un piano completo o una bozza finale (tutti i 25 Paesi dell'Unione). Lo sviluppo dei piani nei Paesi non appartenenti all'Unione europea è stato particolarmente meritorio: rispetto a marzo, quando solo 13 Paesi ne avevano uno, a ottobre hanno detto di avere un piano o una bozza finale pronta ben 21 Stati. 6 Paesi hanno invece un piano incompleto, non ancora pubblicato, e ci stanno lavorando. L'indagine di ottobre comprendeva tutte le domande già contenute in quella di marzo[1] e ne aggiungeva delle nuove riguardo a:

  • se i piani fossero condivisi e approvati da organismi governativi non sanitari
  • se dopo marzo 2005 era stato tenuto qualche workshop al fine di discutere e introdurre il piano di preparazione nazionale alle autorità sanitarie regionali, provinciali e locali
  • se c'è un piano per la chiusura dei confini internazionali e rafforzare i test agli ingressi ai confini durante la fase pandemica
  • se i Paesi avevano sviluppato criteri per l'implementazione delle misure di separazione sociale
  • se fosse stato identificato l'accesso a un laboratorio internazionale di riferimento e descritto il livello del supporto
  • se il piano comprendesse strategie o misure per il tempestivo scambio di informazioni con i partner internazionali.

Il questionario chiedeva anche se il Paese avesse uno specifico piano di controllo di focolai di influenza aviaria nel pollame: 31 Stati (21 Eu e 16 extra Eu) ne avevano sviluppato uno.

 

I Paesi che hanno sviluppato presto il piano hanno utilizzato i mesi recenti per migliorare la capacità operativa e fare quegli aggiustamenti solo accennati nelle prime versioni del piano nazionale. I Paesi che hanno cominciato a svilupparli solo dopo marzo non li hanno completati in tutte le loro parti.

 

La maggior parte delle componenti operative del piano, come il ruolo dei laboratori, degli ospedali e delle autorità locali, è stata ora inclusa, sebbene alcuni piani non abbiano previsto temi importanti come il mantenimento dei servizi essenziali alla comunità (polizia, vigili del fuoco, scuole) o piani di ricovero e non abbiano definito i criteri per il supporto finanziario. La verifica dei piani attraverso un esercizio simulato non è stato fatto in molti Stati: solo quattro hanno testato i propri piani a marzo, cinque a ottobre.

L'indagine ha anche mostrato che i Paesi orientali all'interno della regione europea dell'Oms si stanno concentrando più su misure di controllo non farmaceutiche e di osservazione tradizionale dei focolai rispetto agli stati membri occidentali, che prediligono invece strategie basate sull'uso di vaccini e antivirali. I Paesi dell'Europa occidentale sono più avanti nella preparazione in termini di sorveglianza e comunicazione (al pubblico, agli operatori, ai settori non sanitari) di quelli orientali.

 

Valutazione qualitativa dei piani

Tra agosto e ottobre 2004, team di esperti della Commissione europea, dell'Ecdc e dell'Oms europea hanno visitato sei Paesi della regione (Grecia, Kazakhstan, Polonia, Turchia, Ucraina e Regno Unito) per valutarne la preparazione per la pandemia. Questi Paesi sono stati scelti per la loro posizione geografica, stato di preparazione e volontà di essere valutati. L'Ecdc, insieme alle organizzazioni partner, ha sviluppato uno strumento di valutazione basato sul piano di preparazione anti pandemia messo a punto dall'Oms. I risultati delle visite hanno indicato che, sebbene la preparazione generale stia comunque progredendo, alcuni aspetti richiedono un rafforzamento, un cambiamento o un'accelerazione.

 

Le principali conclusioni delle visite sono state:

  • la pianificazione dovrebbe gestire le emergenze civili al di là del settore sanitario e richiedere un chiaro controllo e una struttura di comando o coordinamento tra settori differenti
  • devono essere sviluppati il piano nazionale e i piani di contingenza specifici ai settori e ai servizi, così come dovrebbero essere testate in esercitazioni a diversi livelli le loro funzionalità operazionali
  • la sorveglianza e le capacità di laboratorio per l'influenza stagionale deve essere migliorata e adattata alle varie fasi pandemiche dell'Oms
  • l'uso di farmaci (antivirali e vaccini) per controllare i focolai deve essere bilanciato con misure non farmaceutiche (distanziamento sociale, misure ai confini, uso di mascherine) che tendono a ricevere meno attenzione. Tutti i Paesi visitati stavano considerando l'uso di antivirali (alcuni li hanno immagazzinati o stanno per farlo); tuttavia, l'ammontare e la disponibilità delle scorte non è risultata chiara. Piani per ottenere vaccini pandemici erano generalmente poco avanzati all'epoca della valutazione
  • l'attuale minaccia in alcuni Paesi visitati ha anche evidenziato il bisogno di sviluppare uno specifico piano per l'influenza aviaria, che dovrebbe permettere il miglioramento della condivisione delle informazioni tra le autorità veterinarie e quelle di sanità pubblica, misure specifiche per proteggere gli uomini dal virus H5N1 e anche misure specifiche per la sorveglianza, la diagnosi e la gestione dei casi umani.

L'Oms, la Commissione europea e l'Ecdc sono pronti a inviare esperti per visitare e valutare i piani di qualsiasi Paese europeo li invitasse. Un terzo workshop sulla preparazione pandemica, organizzato dall'Ecdc nel 2006, si concentrerà sul coordinamento tra i Paesi dei piani in caso di pandemia e sulla sorveglianza.

 


[1] Chiara divisione di responsabilità, obblighi e mandati; sistemi di sorveglianza; capacità e ruolo di laboratorio; organizzazione sanitaria; mantenimento dei servizi essenziali alla comunità; strategia per gli antivirali; strategia per vaccini e vaccinazioni; strategia per l'informazione al pubblico e ai media; altre misure di salute pubblica (distanziamento sociale); piano testato in simulazione.