Informazioni e documenti dall'Europa
2008
25 settembre
Continua la sorveglianza della Commissione europea sui virus H5 e H7 a bassa patogenicità negli allevamenti di pollame dei Paesi membri. I risultati del monitoraggio annuale sono stati resi noti nel Rapporto 2007 sull’influenza aviaria. I dati per il 2007 sono rassicuranti: in nessuna delle categorie di pollame esaminate sono stati rilevati cambiamenti importanti nella prevalenza osservata nel 2006. La sintesi a cura della redazione di Epicentro e il commento di Stefano Marangon, direttore sanitario dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie.
10 gennaio
Per rispondere in maniera efficiente a un’influenza pandemica, l’Europa ha
bisogno di ancora un paio di anni di sforzi e investimenti. Lo rivela un
articolo di Eurosurveillance, che cita fonti Ecdc. Leggi l’articolo completo (in
italiano).
2007
20 dicembre
Un articolo di Eurosurveillance analizza l’attività di sorveglianza complessiva tra gli uccelli selvatici e allevamenti di pollame nell’Unione Europea nei periodi febbraio-dicembre 2006 e gennaio-marzo 2007: leggi la traduzione in italiano.
Sul sito della Commissione europea, un comunicato stampa fa il punto sul rafforzamento delle misure di sicurezza per Polonia, Romania e Regno Unito: leggi la traduzione in italiano della press release. Leggi l’aggiornamento su EpiCentro.
15 novembre
Il capo dell’ufficio veterinario britannico ha comunicato che il ceppo di influenza aviaria presente nella zona infetta vicino Diss (Suffolk), è un ceppo A/H5N1 ad alta patogenicità. Leggi il comunicato (in italiano).
27 settembre
Due rapporti pubblicati il 20 settembre 2007 dall’Ecdc indicano che
i cosiddetti vaccini pre-pandemici potrebbero offrire protezione contro
una futura pandemia influenzale. Tuttavia l’Ecdc sottolinea che non vi è
certezza che la prossima pandemia influenzale possa essere causata dal
virus dell’influenza aviaria A/H5N1 su cui sono basati i vaccini “pre-pandemici”,
attualmente in fase di sviluppo. Alcuni esperti hanno espresso pareri
differenti riguardo alla possibilità di usare tali vaccini nella fase 5
o nella fase 6 d una pandemia. Tuttavia, si è convenuto, che al momento
attuale è sconsigliabile avviare un programma di vaccinazione estesa nei
Paesi dell’Unione europea. Leggi il comunicato stampa dell’Ecdc (in
italiano).
10 settembre
Il 4 settembre 2007 le autorità tedesche hanno riferito alla Commissione europea di un’epidemia di influenza aviaria ad alta patogenicità in un allevamento di anatre in Baviera, in una zona dove erano stati ritrovati degli uccelli infetti in luglio e all’inizio di agosto. Il sospetto della presenza di influenza aviaria nell’allevamento bavarese è cominciato quando è stato riportato un tasso di mortalità eccezionalmente alto in un uno storno di quasi 170 mila anatre. Leggi il comunicato (in italiano).
12 luglio
Il 24 giugno 2007 le autorità tedesche hanno informato la Commissione
europea che i test eseguiti nel laboratorio regionale della Baviera e in
quello nazionale di referenza sull’influenza aviaria nell’isola di Riems
hanno rilevato la presenza del virus A/H5N1 dell’influenza aviaria ad
alta patogenicità in due cigni trovati morti nella provincia di
Norimberga, in Baviera. Leggi il comunicato (in
italiano).
Il 20 giugno 2007 la Commissione europea è stata informata dalle autorità della Repubblica Ceca riguardo a un focolaio sospetto di influenza aviaria nella regione Pardubicky, distretto di Ústí nad Orlicí, nel centro del Paese. I test hanno identificato il virus ad alta patogenicità A/H5N1. Leggi il comunicato (in italiano).
Il 4 luglio 2007, infine, le autorità francesi e austriache hanno informato la Commissione europea di nuovi casi sospetti di influenza aviaria ad alta patogenicità tra gli uccelli selvatici. Leggi il comunicato (in italiano).
31 maggio
Nel Regno Unito, quattro persone esposte a pollame infetto in una fattoria in Galles sono risultate positive al virus influenzale A/H7N2. Il 25 maggio la Health Protection Agency ha annunciato la conferma di laboratorio dei quattro casi. Test per il virus A/H7N2 sono stati fatti anche su altre cinque persone, ma gli esami di laboratorio hanno dato esito negativo. I nove individui per cui è stata ipotizzata l’infezione presentavano tutti sintomi leggeri tra cui congiuntivite e malessere di tipo influenzale. L’indagine, anche se ancora in corso, sembra aver individuato nel mercato di Chelford (Cheshire) la fonte del focolaio della fattoria Corwen.
Il virus influenzale A/H7N2 è un ceppo di influenza aviaria a bassa patogenicità ed è diverso dal ceppo virale A/H5N1 a elevata patogenicità, attualmente circolante nel sud est dell’Asia e, sporadicamente, nella Regione Europea. Leggi l’articolo originale (in italiano).
1 marzo
Negli ultimi anni, nell’Unione europea ci sono stati importanti progressi nella preparazione alla pandemia. C’è però ancora molto da fare, stando a un rapporto pubblicato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). Il documento sottolinea in particolare l’importanza della preparazione e organizzazione a livello locale, oltre al fatto che una pandemia potrebbe avere conseguenze su tutti i settori della società, non solo sui servizi sanitari.
Leggi l’articolo di Eurosurveillance (in italiano).
22 febbraio
Il 21 gennaio scorso le autorità veterinarie ungheresi hanno segnalato
l’incremento della mortalità di oche in una fattoria vicino al villaggio
di Lapistó (contea Csongrád, Ungheria meridionale). il 23 gennaio tutti
i 3.265 uccelli della fattoria sono stati abbattuti (90 sono morti per
l’epidemia) e la fattoria è stata sottoposta a disinfezione. Attorno
alla fattoria è stata creata una zona di protezione per un raggio di 3 chilometri e una di
sorveglianza di 10 chilometri. I campioni sono risultati positivi per il
virus A/H5N1 ad alta patogenicità.
Leggi l’articolo (in italiano).
I focolai epidemici di influenza aviaria, provocati dal virus A/H5N1 ad
alta patogenicità, che si sono verificati prima in Ungheria e poi nel
Regno Unito, hanno causato molta preoccupazione nel campo dell’industria
agricola e destato interesse tra i media.
L’eventuale collegamento tra i due focolai è al momento oggetto di
studio da parte delle autorità veterinaria inglesi, ungheresi ed
europee. L’obiettivo è determinare se, come e in quale direzione si sia
verificato un passaggio del virus.
Leggi l’articolo (in
italiano,
in inglese).
8 febbraio
Il Department for the Environment Food and Rural Affairs (Defra) ha confermato la presenza del virus dell’influenza aviaria A/H5N1 in un allevamento di tacchini nel North Suffolk, nel Regno Unito. Le fattorie infettate sono sottoposte a quarantena la sera del 1 febbraio 2007, così come richiesto dalle misure Ue. Nonostante questo episodio, il rischio per gli esseri umani rimane estremamente basso. Leggi il comunicato (in italiano).
Il ceppo H5N1 identificato in Ungheria è simile a quello dello scorso anno: l’Oie ha confermato che il ceppo di influenza aviaria A/H5N1 isolato in un focolaio notificato dall’Ungheria ha un genoma per il 99,4% simile al ceppo che ha infettato alcuni Paesi europei lo scorso anno. Leggi il comunicato (in italiano).
1 febbraio
Negli ultimi mesi sono stati registrati diversi nuovi focolai di influenza aviaria, soprattutto in Asia orientale e in alcuni Paesi africani. Anche se la diffusione è minore rispetto all’anno scorso, la Fao ed Eurosurveillance avvertono che non è il caso di abbassare la guardia, anche perché in alcuni Paesi continuano a registrarsi nuovi casi di contagio all’uomo. Fra le misure più importanti per affrontare la situazione, la Fao suggerisce di coinvolgere gli allevatori nella sorveglianza. L’obiettivo finale, per evitare rischi futuri di pandemia, resta l’eradicazione del virus. Leggi l’articolo completo.
11 gennaio
Il Centro europeo per la sorveglianza e il controllo (Ecdc) pubblica un documento di aggiornamento e di bilancio, per il 2006, della situazione relativa al virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità A/H5N1. 258 sono i casi di infezione umana riferiti dall’Oms a partire dal 2003 fino al 29 novembre 2006, il 60% di questi sono stati casi letali. Gli animali rappresentano la fonte primaria di diffusione geografica e di trasmissione dei diversi tipi di virus H5N1, di cui quello Fujian è diventato il tipo dominante. Si sottolinea, inoltre, l’importanza di programmi vaccinazione veterinaria e di preparazione alla pandemia, ancora troppo poco approfonditi nei Paesi in via di sviluppo.
Leggi l’articolo di Eurosurveillance (in italiano).
2006
20 dicembre
In Europa i rischi per la salute umana da H5N1, a parte l’eventualità imponderabile di una pandemia, sono bassi ma non nulli: la patogenicità del virus è rimasta invariata e i rischi di contrarlo vengono praticamente solo dal pollame domestico. La sorveglianza comunque resta alta: vari Stati hanno predisposto linee guida nell’eventualità di contagi umani, e i casi di sospetti focolai (come quello, con esito negativo, in Grecia nella primavera del 2006) vengono sorvegliati con attenzione. Leggi l’editoriale di Eurosurveillance Monthly (in italiano).
28 giugno
Il rischio per l’uomo di contrarre l’influenza
aviaria facendo il bagno quest’estate nei mari, nei fiumi e nei laghi
europei è praticamente nullo. Non solo a causa dello scarso adattamento
del virus all’uomo, ma anche per la sua diluizione in grandi masse
d’acqua. Lo sostiene un rapporto tecnico dell’Ecdc sui rischi per la
salute legati alla balneazione e all’uso di acque potabili contaminate
dal virus H5N1.
Scarica l’intero
rapporto (in
inglese).
8 giugno
La Commissione europea ha pubblicato i risultati
della sorveglianza condotta fra gli uccelli selvatici all’interno dell’Ue
negli ultimi dieci mesi. Su circa 100 mila test effettuati, più di 700
uccelli selvatici sono risultati infettati dal virus H5N1 in 13 Stati
membri. Tuttavia, durante le ultime settimane si è osservato un calo in
tutta Europa. Leggi
il comunicato (in
italiano,
in inglese).
In una nuova stima dei rischi pubblicata dall’Ecdc, si sottolinea la
necessità che i governi aumentino il livello di allerta sulla
possibilità di una pandemia. Anche se nella valutazione si afferma che
l’aviaria nella sua forma attuale rappresenta solo un piccolo rischio
per l’uomo, si esprime comunque preoccupazione per la diffusione
dell’H5N1 tra i volatili in Asia e Africa. Leggi il
comunicato originale e scarica il
documento (pdf 1,20 Mb – in inglese, aggiornato al 20 maggio 2006).
25 maggio
Le autorità danesi
hanno confermato alla Commissione europea un’epidemia di influenza
aviaria ad alta patogenicità da H5N1 in un allevamento avicolo
nell’isola di Funen. Leggi il comunicato (in
italiano).
18 maggio
È stato esteso e prorogato fino al 31 dicembre 2006
il bando Ue sull’importazione del pollame dalla Romania. Il divieto
include la regione di Brasov, e le quattro aree circostanti di Covasna,
Harghita, Mures e Sibiu nella Romania centrale. La decisione è stata
presa in seguito alla segnalazione di molti casi confermati e di altri
casi sospetti di influenza aviaria ad alta patogenicità in stormi di
pollame a Brasov nei giorni scorsi.
Leggi il comunicato (in
italiano).
20 aprile
Quali sono allora le azioni da raccomandare ai proprietari di gatti, qualora sia stata riferita la presenza del virus H5N1 in volatili selvatici? Un articolo di Eurosurveillance rilancia le misure raccomandate dalla Fao nelle zone in cui è stato diagnosticato o si sospetta la presenza del virus H5N1 ad alta patogenicità nel pollame o in volatili selvatici. Leggi l’articolo (in italiano).
13 aprile
Le autorità inglesi hanno rilevato la presenza di un virus
dell’influenza aviaria ad alta patogenicità di tipo H5 in un campione
prelevato da un cigno selvatico ritrovato morto a Cellardyke, Fife, in
Scozia. Leggi il comunicato (in
italiano).
6 aprile
La Commissione europea ha pubblicato il rapporto
conclusivo sull’esercitazione contro una possibile pandemia influenzale.
La due giorni di simulazione, che si è tenuta il 23 e il 24 novembre
2005, mirava a verificare il funzionamento congiunto dei piani nazionali
di pronto intervento in caso di pandemia. Inoltre, sono stati messi alla
prova il coordinamento e le comunicazioni tra la Commissione, gli Stati
membri, le agenzie Ue, le organizzazioni internazionali e l’industria
farmaceutica. Leggi le conclusioni del rapporto (in
italiano).
Le autorità tedesche hanno confermato alla Commissione europea
un’epidemia di influenza aviaria ad alta patogenicità da H5N1 in un
allevamento avicolo a Bernsdorf, in Sassonia, vicino a Leipzig.
L’allevamento è costituito da 8000 tacchini, 5000 oche e 3300 galline,
mantenuti in locali separati. Leggi il comunicato (in
italiano).
30 marzo
L’Authority europea per la sicurezza alimentare (Efsa)
ha pubblicato un rapporto su aviaria e sicurezza alimentare: il
documento analizza se il consumo di cibi contaminati da virus H5N1 possa
provocare l’infezione nei mammiferi attraverso il processo digestivo. La
pubblicazione esamina nel dettaglio i dati esistenti sull’aviaria, in
particolare riguardo ad H5N1, valutando diversi aspetti della
trasmissione del virus in relazione all’alimentazione e al tratto
gastrointestinale. Scarica la sintesi del rapporto (in
italiano nella traduzione a cura della redazione di EpiCentro).
Le autorità della Repubblica Ceca hanno informato oggi la Commissione
europea di un caso sospetto di influenza aviaria da H5 in un cigno
selvatico trovato morto a Hluboka Nad Vltavou, 150 km a sud di Praga.
Non è ancora ben chiaro se si tratti di un virus ad alta o bassa
patogenicità e sono quindi in corso delle analisi. Per determinare se si
tratti del ceppo H5N1 ritrovato in Asia, i campioni verranno inviati al
laboratorio di riferimento per l’influenza aviaria di Weybridge. Leggi
il comunicato (in
italiano).
23 marzo
Le autorità svedesi hanno confermato alla Commissione europea un
caso di influenza aviaria ad alta patogenicità da H5 in un’anatra
selvatica, in un allevamento vicino alla città di Oskarshamn, sulla
costa orientale del Paese. Leggi il comunicato (in
italiano).
La Commissione europea ha deciso di bandire le importazioni di polli
vivi, carne di pollo, uova e altri prodotti avicoli da Israele, dopo che
le autorità israeliane hanno confermato oggi un’epidemia di influenza
aviaria da H5N1 ad alta patogenicità in due allevamenti di tacchini
della regione di Ha Darom region.
Leggi il comunicato (in
italiano).
16 marzo
Le autorità danesi hanno riferito alla Commissione europea la
conferma di un caso in Danimarca di influenza aviaria ad alta
patogenicità da H5: si tratta di una poiana (Buteo buteo),
trovata morta durante il fine settimana in una zona chiamata Svinø
Strand, nel sud di Zealand. Leggi il comunicato (in
italiano).
9 marzo
L’Organizzazione mondiale per la salute animale (Oie) è stata informata del ritrovamento di un gatto positivo al virus H5N1 sull’isola di Rügen, in Germania: leggi il comunicato (in italiano).
Dopo il caso di infezione da H5N1 in un gatto ritrovato morto sull’isola di Ruegen nel mar Baltico in Germania, il comitato scientifico sull’influenza aviaria dell’Ecdc ha emanato una nota ufficiale con una serie di raccomandazioni (leggi il documento in italiano).
1 marzo
Le autorità tedesche hanno annunciato
l’identificazione del virus H5N1 in un gatto trovato morto nel fine
settimana sull’isola settentrionale di Ruegen, dove sin dalla metà di
febbraio sono morti più di 100 uccelli. Al momento non ci sono prove che
i gatti domestici possano giocare un ruolo nel ciclo di trasmissione del
virus. Finora non sono stati riportati casi umani dovuti all’esposizione
a gatti malati, né epidemie fra i gatti domestici. Leggi il comunicato (in
italiano).
L’Ue ha approvato le proposte per consentire a
Francia e Olanda l’attuazione di campagne di vaccinazione sui polli come
misura precauzionale contro l’influenza aviaria ad alta patogenicità. I
programmi di vaccinazione vengono autorizzati solo per determinati
volatili e in specifiche regioni e saranno sottoposti a rigorosa
sorveglianza e misure di controllo. Leggi il comunicato (in
italiano).
L’Unione europea pubblica una serie di utili
domande e risposte sulla vaccinazione del pollame e di altri volatili
contro l’influenza aviaria. Leggi le faq (in
italiano).
23 febbraio
L'Europa ha stabilito le misure da prendere sul
territorio: nel caso in cui uno Stato Ue individui uccelli infetti, deve
introdurre una zona di protezione di 3 km attorno al luogo in cui è
stato individuato il virus e un'ulteriore zona di sorveglianza di 10 km
attorno alla zona di protezione stessa. All'interno, il pollame e i
volatili devono essere tenuti al chiuso, le misure di biosicurezza negli
allevamenti accresciute, il movimento dei polli limitato, così come deve
essere vietata la caccia e l'utilizzo di richiami vivi.
Leggi il comunicato (in
italiano).
Le autorità slovacche hanno confermato due casi di
influenza aviaria da H5 in uccelli selvatici, uno a Bratislava (mergus
albellus, o “smergo bianco”, della famiglia di papere, oche e cigni) e
l’altro, un falco, a Gabcikovo, nel distretto di Dunajska.
Leggi il comunicato (in
italiano).
20 febbraio
Le autorità francesi hanno confermato alla Commissione europea un caso di influenza aviaria da H5 ad alta patogenicità in una papera selvatica analizzata ad Ain, vicino a Lione. Ora un campione verrà inviato al laboratorio di riferimento dell'Unione europea di Weybridge per determinare se si tratti del virus H5N1. Leggi il comunicato (in italiano).
16 febbraio
Dopo i casi umani registrati in Turchia e Iraq, l'Ecdc ha prodotto una prima guida provvisoria rivolta alle autorità nazionali degli Stati membri dell'Ue sulle modalità di comunicazione al pubblico del rischio legato alla presenza del virus H5N1 in Europa. Le indicazioni pratiche di comportamento sono differenziate, a seconda dei diversi gruppi a rischio. Scarica il documento (in italiano nella traduzione a cura della redazione di EpiCentro).
Le autorità ungheresi hanno informato la Commissione europea di casi confermati del virus dell'influenza aviaria H5 in tre cigni morti, ritrovati nella regione di Bács-Kiskun, nel sud del Paese.
Leggi il comunicato (in italiano).
Le autorità austriache hanno informato la Commissione europea in merito ai casi di influenza aviaria da H5 scoperta in 2 cigni nella regione della Stiria, nei pressi della città di Graz. Le autorità austriache hanno già assicurato la Commissione che saranno immediatamente applicate le misure precauzionali già introdotte in Grecia, Italia e Slovenia.
Leggi il comunicato (in italiano).
Le autorità tedesche hanno informato la Commissione Europea di alcuni casi di influenza aviaria da H5N1 riscontrati in cigni selvaggi trovati morti sull'isola di Rugen, nel Mar Baltico. La Germania applicherà le stesse misure precauzionali adottate dagli altri Stati membri in cui è stata confermata la presenza di volatili contagiati dal virus H5N1.
Leggi il comunicato (in italiano).
Le autorità slovene hanno informato la Commissione europea di un caso confermato del virus dell'influenza aviaria H5 in un cigno. Il laboratorio sloveno per l'influenza aviaria ha inviato campioni al laboratorio di Weybridge (Gran Bretagna) per ulteriori analisi.
Leggi il comunicato (in italiano).
La Commissione europea è stata informata che i risultati delle analisi confermano che l'infezione nei cigni selvatici della Grecia è dovuta al virus H5N1. I risultati provengono dai campioni prelevati dai tre cigni morti rinvenuti nelle aree di Tessalonicco e Pieria.
Leggi il comunicato (in italiano).
La Commissione europea è stata informata dalla
Bulgaria che le analisi hanno individuato il virus H5N1 ad alta
patogenicità. La malattia è stata individuata in cigni selvatici nella
regione paludosa di Vidin, nei pressi del confine con la Romania. Le
autorità bulgare hanno inoltre informato la Commissione europea in
merito ad altri casi sospetti nelle paludi vicine al Mar Nero.
Leggi il comunicato (in
italiano).
2 febbraio
Il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc) è pronto a inviare i suoi principali esperti epidemiologi in Iraq, dopo la conferma provvisoria che una ragazza di 15 anni, morta nella città irachena di Raniya (Sulaimanaya) il 17 gennaio, era stata infettata dal virus dell'influenza viaria H5N1.
Uno dei laboratori inglesi che collaborano con l'Oms ha confermato 12 dei 21 casi di influenza aviaria da H5N1 precedentemente annunciati dal ministro della salute turco. Tra i 12 casi confermati ci sono tutti e 4 quelli risultati fatali. Campioni prelevati dagli altri 9 pazienti sono ancora in corso di indagine sia ad Ankara che in Gran Bretagna. Leggi il comunicato (in italiano).
La Commissione europea e le autorità turche sono
state informate dal laboratorio di riferimento per l'influenza aviaria
di Weybridge della presenza di una forma ad alta patogenicità del virus
dell'influenza aviaria H5N1 in un campione animale prelevato in un'area
che non si trovava sotto il controllo effettivo del governo cipriota. Né
animali vivi né prodotti animali, compresi tutti i prodotti derivati dai
polli e le piume, possono essere esportati oltre la Linea verde o
nell'Unione europea. La Commissione europea invierà due esperti
dell'Unità di assistenza tecnica e di scambi informativi nella regione
che non è sotto il controllo effettivo del governo di Cipro. Gli esperti
veterinari effettueranno analisi epidemiologiche sul terreno e l'Unione
europea è pronta a intervenire, se necessario. In accordo con la
decisione della Commissione europea, le autorità cipriote hanno preso
tutte le misure necessarie per mantenere il pollame in ambienti chiusi.
Il 13 gennaio 2006 un giornalista russo si è presentato al pronto
soccorso di un ospedale di Bruxelles con febbre alta, dolori muscolari,
tosse, malessere generale, secrezioni nasali e gola infiammata. Aveva
visitato allevamenti di pollame nella provincia di Van, nella Turchia
orientale, dal 9 al 12 gennaio, mentre realizzava un documentario
sull'influenza aviaria. Si trattava di una normale influenza di
stagione, ma il sistema di sorveglianza e allerta rapida è entrato
subito in azione, predisponendo le più adeguate misure di sicurezza.
Leggi l'articolo di Eurosurveillance (in
italiano nella traduzione a cura della redazione di EpiCentro).
26 gennaio
In Turchia sono fermi a 21 i casi di influenza aviaria riscontrati nell'uomo. Al momento non sono stati registrati, infatti, nuovi casi né negli esseri umani, né negli animali. Guarda la mappa dei casi umani e quella dei focolai epidemici nel pollame, a cura dell'Ecdc di Stoccolma.
Perché i primi casi di influenza aviaria sono apparsi in Turchia tutti insieme e solo dopo Natale, nonostante il virus circolasse nel serbatoio animale da almeno un mese e mezzo? Un articolo pubblicato su Eurosurveillance ipotizza il ruolo cruciale delle condizioni climatiche.
Secondo una revisione sistematica effettuata dal Cochrane Vaccines Field e pubblicata sull'ultimo numero della rivista Lancet, andrebbe scoraggiato l'uso dell'amantadina e della rimantadina (gli antivirali più comunemente prescritti) per curare l'influenza stagionale perché non sono efficaci e presentano diversi effetti collaterali. Stessa situazione per i nuovi inibitori della neuraminidasi (oseltamivir e zanamivir), che non avrebbero effetti né sulla prevenzione dell'influenza stagionale, né tantomeno contro l'influenza aviaria.
19 gennaio
Due articoli pubblicati su Eurosurveillance giovedì 12 gennaio delineano
il quadro complessivo della situazione in Turchia, sia per quanto
riguarda gli aspetti veterinari che rispetto alle infezioni riportate
negli esseri umani. Il primo articolo sottolinea la piena disponibilità
e trasparenza dimostrata dalle autorità turche dall'inizio
dell'emergenza. Il secondo, invece, stabilisce
un'associazione
significativa tra la presenza di pollame morto o ammalato in famiglie
del Vietnam e l'insorgenza di casi di malattia con sintomi influenzali
tra persone appartenenti a quelle stesse famiglie.
Sul notiziario di
oggi leggi i
due articoli, tradotti dalla redazione di EpiCentro.
18 gennaio
Terminati i lavori del meeting congiunto del 12 gennaio scorso, tra
il Comitato di sicurezza sanitaria (di cui fa parte anche l'Ecdc), i
coordinatori per l'influenza dell'Ue e i rappresentanti degli Stati
membri del sistema di allerta e risposta rapida. Leggi le conclusioni (in italiano, tradotte dalla redazione di EpiCentro).
I media hanno riportato diversi casi di una malattia con sintomi simili a quelli causati dall'influenza aviaria, in persone provenienti dall'est della Turchia che poi si sono ammalate in territorio europeo: questi pazienti sono risultati tutti negativi ai test di laboratorio per l'H5N1.
12 gennaio
Da ieri sono stati
confermati tre nuovi casi umani, che portano il totale delle infezioni a
18.
Questi comprendono il
bambino morto appartenente al primo nucleo familiare colpito.
La situazione sembra
ancora consistere in una serie di focolai indipendenti, che quasi sempre
coinvolgono bambini (spesso fratelli) che sono entrati in contatto con
polli infetti. Non ci sono indicazioni di una trasmissione diretta da
uomo a uomo.
Ci sono focolai
confermati fra il pollame in 11 province (la Turchia ne ha in tutto 81):
è chiaro che anche un solo uccello con H5N1 confermato è considerato un
focolaio.
La Commissione europea
oggi ha ospitato a Lussemburgo una seduta congiunta straordinaria dello
Health Security Committee (che comprende l'Ecdc) con i coordinatori per
l'influenza degli Stati membri e con i rappresentanti degli Stati membri
del sistema di allerta e risposta rapida per discutere dell'influenza
aviaria e dello stato di preparazione degli Stati a una pandemia.
11 gennaio
Sono 42 le persone ricoverate nell'ospedale di Van con sintomi sospetti di influenza aviaria. Tre di questi sono morti, uno è stato dimesso e 38 restano ancora ricoverati. Altri 5 casi sospetti sono sotto esame ad Ankara, 21 a Istanbul.
I casi riportati ufficialmente dal laboratorio per l'influenza di Ankara sono 14, 9 dei quali sono stati confermati anche da un laboratorio di riferimento dell'Oms.
I 14 casi confermati provengono dalle province di Agri, Ankara, Corum, Kastamonu e Samsun.
Due dei tre decessi sono stati provocati ufficialmente dal virus H5N1, l'altro è comunque considerato probabile.
A livello veterinario, al momento sono 15 i focolai
epidemici presenti in 10 province diverse della Turchia. La situazione
negli animali è quindi molto più grave di quanto finora si pensasse.
Il governo turco ha disposto l'invio di uno staff di tecnici nelle aree
colpite. Il team internazionale formato da esperti dell'Oms, della
Commissione europea e dell'Ecdc
si trova già a Van da domenica 8 gennaio. L'obiettivo è fornire una
valutazione iniziale della situazione, che tenga conto delle
informazioni epidemiologiche sull'esposizione, che informi le autorità
sanitarie sulle contromisure e che pianifichi ulteriore assistenza. Il
team è stato integrato con nuovo personale e ora comprende in tutto nove
membri, inclusi due epidemiologi dell'Ecdc. Anche l'Unione europea ha
risposto all'appello dell'Oms, mettendo a disposizione cinque
tirocinanti di
Epiet (il Programma di formazione europeo in epidemiologia
applicata), oltre a un epidemiologo esperto in sistemi informativi che
potrebbe lavorare sul campo per fornire un aiuto ulteriore nel corso
delle indagini.
9 gennaio
Il team di esperti
dell'Oms, dell'Ecdc e della Commissione europea sono a Van, nella
Turchia orientale. L'obiettivo è fornire supporto alle autorità locali
per rafforzare le misure di controllo, estendere le indagini e aumentare
le analisi di laboratorio. Per ora non cambiano le raccomandazioni e la
valutazione del rischio rese note dall'Ecdc: leggi la
versione aggiornata in italiano del documento tecnico dell'Ecdc per
minimizzare il rischio di contagio nell'uomo, in seguito a esposizione a pollame e animali infetti.
Invariate la valutazione del rischio (sintesi
in italiano a cura della redazione di EpiCentro).
La Commissione
europea bandisce l'importazione di piume non trattate da Azerbaijan,
Armenia, Georgia, Siria, Iran e Iraq, tutti Paesi confinanti con la
Turchia orientale. Rimane in vigore la messa al bando totale, adottata a
ottobre 2005, dell'importazione di uccelli vivi o di prodotti avicoli
dalla Turchia. Leggi il comunicato (in
italiano).
5 gennaio
In Turchia un ragazzo
di 14 anni e la sorella di 15 sono morti a causa di una malattia
respiratoria. Le autorità sanitarie turche, dopo i primi risultati dei
test di laboratorio, sospettano che si tratti del virus dell'influenza
aviaria. Le vittime, originarie di un villaggio nella provincia di Van
nell'est del Paese al confine con Iran e Armenia, vivevano nella stessa
casa, dove c'erano polli malati.
Il ragazzo deceduto era stato ricoverato in ospedale la scorsa settimana
con altri otto membri della sua famiglia, tra cui proprio la sorella e
tre bambini.
La regione di Van era già stata messa in quarantena la settimana scorsa, dopo che alcuni uccelli erano risultati positivi al virus dell'influenza aviaria. Se le analisi dei laboratori inglesi di riferimento dell'Oms dovessero confermare i sospetti, sarebbe la prima volta che il virus H5N1 viene individuato nell'uomo in Turchia. Leggi il commento di Stefania Salmaso, direttrice del Cnesps.
La Commissione europea sta quindi effettuando un attento monitoraggio della situazione, soprattutto dal punto di vista epidemiologico. Leggi il comunicato, tradotto in italiano dalla redazione di EpiCentro.
Secondo l'Ecdc di Stoccolma, al momento la
valutazione del rischio rimane comunque invariata. Restano valide
anche le
linee guida (recentemente aggiornate) per minimizzare il rischio di
contagio nell'uomo in seguito a esposizione a pollame e animali infetti.
In italiano, tradotte dalla redazione di EpiCentro, sono disponibili: un
documento di sintesi relativo alla valutazione del rischio, alle
linee guida sulle misure di protezione per i gruppi di lavoratori a
maggior rischio, alle precauzioni generiche e a quelle per chi visita i
Paesi colpiti dal virus H5N1; la versione di ottobre del
documento tecnico dell'Ecdc per minimizzare il rischio di contagio
nell'uomo in seguito a esposizione a pollame e animali infetti.
Nell'ultimo numero del 2005, Eurosurveillance ha posto cinque domande
cruciali sul rischio pandemia per l'anno nuovo. Una riguarda da vicino
l'Europa che, secondo l'autore Angus Nicoll, “non è così preparata come
potrebbe o dovrebbe essere”.
Leggi la traduzione dell'articolo, a cura della redazione di
EpiCentro.
2005
16 dicembre
Sull'ultimo
numero di Eurosurveillance, il punto della situazione: il virus H5N1
è stato isolato per la prima volta ad Hong Kong nel 1996. Ad oggi, sono
stati riportati 138 casi umani. Settantuno pazienti (il 51%) sono morti.
La presenza del virus negli uccelli e nell'uomo in Cina preoccupa perché
potrebbe favorire la ricombinazione di virus animali e umani e portare
alla nascita di un ceppo pandemico. Al momento il virus è ancora poco
adattato all'uomo e i rischi per la salute in Europa sono molto bassi.
Leggi la
traduzione e sintesi dell'articolo, a cura della redazione di EpiCentro.
2 dicembre
La Commissione europea ha adottato due piani per contrastare le grandi
emergenze sanitarie transfrontaliere e una possibile pandemia. Il primo
è volto a rafforzare la preparazione alle emergenze generiche di sanità
pubblica. Il secondo documento aggiorna invece il piano della
Commissione redatto a marzo del 2004. La capacità dell'Unione europea e
dei suoi Stati membri a reagire in modo coordinato a una pandemia
influenzale è stata testata in una
simulazione svoltasi a livello continentale lo scorso 23 e 24
novembre. Il commissario europeo per la Salute e la tutela del
consumatore, Markos Kyprianou, fornirà tutte le informazioni sulla
valutazione della simulazione al prossimo Consiglio dei ministri della
Salute, che si terrà il prossimo 9 dicembre.
Leggi la traduzione.
26 novembre
Effettuata in tutta Europa una prova di due giorni che ha simulato lo
scoppio di una pandemia: l'esercitazione,
voluta dalla Commissione europea per stimare la prontezza
dell'intervento di risposta delle autorità nazionali ed europee, è stata
coordinata dalla britannica Health Protection Agency.
23 novembre
Nella preparazione dei piani contro un'eventuale pandemia influenzale l'Europa ha fatto progressi e ora si trova a buon punto. Ma serve ulteriore lavoro e qualche cambio di strategia, soprattutto nei Paesi dell'est. Lo rivela uno studio condotto dall'Oms, dalla Commissione europea e dal Centro europeo per la prevenzione e controllo delle malattie (Ecdc). Leggi la traduzione dell'articolo di Eurosurveillance.
10 novembre
I risultati finali dei test condotti sui campioni aviari provenienti
dalla regione greca di Chios sono risultati negativi per l'influenza
aviaria. I campioni erano stati presi e spediti al laboratorio di
Weybridge dopo un caso sospetto di influenza aviaria registrato un mese
fa in un allevamento nell'isola di Inousses.
28 ottobre
Un articolo pubblicato sull'ultimo numero di
Eurosurveillance fa il punto della situazione sulla diffusione
dell'influenza aviaria in Europa e i provvedimenti di contrasto adottati
dalle autorità sanitarie pubbliche. Leggi l'articolo
e la
traduzione, a cura della redazione di EpiCentro.
27 ottobre
Un
gruppo di scienziati europei ha sviluppato il primo vaccino destinato
alla sperimentazione umana contro il virus H7N1, ritenuto meno
pericoloso dell'H5N1 ma comunque in grado di passare dal pollame
all'uomo. La scoperta del vaccino è stata annunciata dal portavoce del
commissario Ue alla tutela della salute e dei consumatori, Markos
Kyprianou.
Uno
studio realizzato in Italia dall'Istituto superiore di sanità e
pubblicato il 1 ottobre sul
Journal of Infectious Diseases indica come proprio alcuni sottotipi
del virus dell'influenza aviaria a bassa patogenicità siano in grado di
infettare l'uomo.
26 ottobre
L'Ecdc di Stoccolma ha pubblicato un documento tecnico dedicato alla protezione degli operatori professionali, in particolar modo gli allevatori e tutti coloro che sono coinvolti nelle procedure di abbattimento degli animali infetti. EpiCentro ne propone una traduzione in italianoo.
L'Unione europea ha stabilito in via
precauzionale il
bando totale all'importazione di uccelli vivi da Paesi
extraeuropei: leggi la
traduzione del comunicato.
L'Agenzia
europea per la sicurezza alimentare (Efsa) sottolinea come non
esistano evidenze scientifiche che dimostrino che l'influenza aviaria si
possa trasmettere per via alimentare: leggi la traduzione e sintesi del
comunicato. Consulta anche le
raccomandazioni dell'Efsa sui virus aviari a bassa patogenicità, i
problemi per gli allevamenti più esposti lungo le rotte migratorie degli
uccelli selvatici e le misure per contenere l'insorgenza di eventuali
focolai epidemici. Nel rapporto (pubblicato a settembre 2005) sono
indicate alcune azioni concrete che dovrebbero essere messe in atto in
ogni Paese per ridurre i rischi di un possibile contagio tra gli animali
allevati e i selvatici migratori.
24 ottobre
Il
Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie di
Stoccolma, su sollecitazione dell'Unione europea, presenta un
documento (tradotto
dalla redazione di EpiCentro) che presenta la valutazione del rischio,
le linee guida sulle misure di protezione per i gruppi di lavoratori a
maggior rischio, le precauzioni generiche e quelle per chi visita i
Paesi colpiti dal virus H5N1. Leggi la
traduzione.
Consulta su EpiCentro l'argomento
di salute dedicato all'influenza aviaria.