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Notiziario - 16 marzo 2006

Primi casi di aviaria nell'uomo in Azerbaijan

Il ministero della Salute dell'Azerbaijan ha riferito i primi 3 casi di infezione umana da virus dell'influenza aviaria del sottotipo H5. Tutti e 3 i casi si sono rivelati fatali.

Le analisi sono state condotte mediante un apparecchio per analisi Pcr da campo messo a disposizione dall'Unità 3 di ricerca medica navale (Namru-3) del Cairo, in Egitto. L'equipe e l'attrezzatura di Namru sono giunti in Azerbaijan lunedì per potenziare l'equipe dell'Oms che si trova nel Paese dalla fine di febbraio.

Namru-3 è un centro che collabora con l'Oms nell'ambito delle infezioni emergenti. Le analisi effettuate da Namru-3 sono considerate attendibili.

In linea con le politiche dell'Oms, sono stati presi accordi per l'invio di campioni a un laboratorio di riferimento dell'Oms nel Regno Unito per la verifica della diagnosi e per ulteriori analisi. L'Oms correggerà le cifre riportate nella sua tabella cumulativa dei casi confermati in base ai risultati di queste verifiche esterne. I risultati del laboratorio di riferimento nel Regno Unito sono attesi verso la fine di questa settimana.

In base alle conoscenze attuali, si può dire che il virus H5N1 è l'unico ceppo del sottotipo H5 in grado di infettare l'uomo. È molto probabile che il ceppo H5N1 verrà individuato nel corso di ulteriori analisi.

Due dei 3 casi riguardano persone che vivevano nel Salyan, nel sud-est del paese, ma in insediamenti diversi. Tra le vittime vi sono: una giovane diciassettenne di Sarvan morta il 23 febbraio e una giovane ventenne di Daikyand morta il 3 marzo. Nelle ultime settimane sono stati visti dei polli morti in questi insediamenti, tuttavia non è ancora stata determinata la causa della loro morte. Il terzo caso umano riguarda una donna di 21 anni della provincia centro-occidentale di Tarter. La donna è morta il 9 marzo.

La presenza nel Paese del virus dell'influenza aviaria ad alta patogenicità H5N1 è stata confermata il 9 febbraio in volatili selvatici. Sono inoltre stati riferiti anche il 24 febbraio, ma non a Salyan o a Tarter.

L'equipe dell'Oms sta attualmente analizzando la situazione in stretta collaborazione con il ministero della Salute. L'accresciuta sorveglianza nel Paese ha consentito di identificare ulteriori pazienti con polmonite acuta, compresi recenti decessi. Ci si aspetta che il rafforzamento delle capacità diagnostiche consenta di accelerare l'identificazione o l'esclusione di ulteriori casi.

Il ministero della Salute ha già introdotto un valido sistema di notifica, trasporto, trattamento in isolamento del paziente e di tracciamento e gestione dei contatti. La sorveglianza casa per casa è tuttora in corso.

A partire dall'inizio di marzo, il ministero della Salute dell'Azerbaijan sta svolgendo indagini su un gruppo di 10 persone poste sotto osservazione per una probabile infezione da virus dell'influenza aviaria H5N1. Tutte queste persone sono originarie della cittadina di Daikyand, nello Salyan Rayon, nella parte orientale del Paese.

Salyan Rayon si trova nei pressi di paludi frequentate da uccelli migratori. Di recente è stata riferita la morte di pollame nella comunità di Daikyand, tuttavia la causa di questi decessi non è stata ancora determinata.

Subito dopo il secondo decesso, il ministero della Salute ha dato il via a un'indagine quotidiana porta a porta, condotta nella cittadina di Daikyand da quattro team ospedalieri, alla ricerca di persone che presentassero febbre o disturbi respiratori. L'indagine ha portato al ricovero sotto osservazione di 8 persone. Tra queste, 6 mostravano sintomi leggeri e ben presto si sono riprese e sono state dimesse.

Degli altri due pazienti, una giovane diciassettenne è morta l'8 marzo. Un ragazzo di sedici anni si trova tuttora ricoverato in isolamento e le sue condizioni rimangono critiche.

La risposta del ministero della Salute è stata immediata ed efficiente, tuttavia è stata ostacolata dalla carenza di attrezzature e dotazioni e da inadeguata capacità diagnostica. Prima dei decessi, alcuni funzionari ospedalieri avevano visitato gli uffici d'igiene, sanità ed epidemiologia del Paese, incrementando il livello di consapevolezza della popolazione in merito all'infezione e agli anomali disturbi respiratori. La sorveglianza casa per casa è tuttora in corso.

Un'equipe del Oms si trova attualmente in Azerbaijan per valutare i bisogni e fornire il supporto tecnico necessario. L'equipe sarà integrata da ulteriore personale competente e attrezzature, comprese le apparecchiature di laboratorio e reagenti diagnostici. Funzionari locali hanno raccolto campioni che verranno inviati la prossima settimana a laboratori di riferimento dell'Oms. Esistono in Azerbaijan scorte del farmaco antivirale oseltamivir, ma sono piuttosto limitate. Fino a questo momento tutti i pazienti in osservazione sono stati trattati con questo farmaco.

La presenza nel Paese del virus dell'influenza aviaria ad alta patogenicità H5N1 è stata confermata il 9 febbraio in volatili selvatici in un'area costiera nei pressi della capitale, Baku. Il 24 febbraio il Paese ha reso nota la scoperta dell'infezione nel pollame di fattorie a Khyzy (nel nord-est del Paese) e a Bilasuvar (nei pressi di Salyan). Sono stati in seguito abbattuti circa 300 mila uccelli.


Danimarca: aviaria confermata in un uccello selvatico

Le autorità danesi hanno riferito alla Commissione europea la conferma di un caso in Danimarca di influenza aviaria ad alta patogenicità da H5: si tratta di una poiana (Buteo buteo), trovata morta durante il fine settimana in una zona chiamata Svinø Strand, nel sud di Zealand. Questa zona si trova nei pressi di una riserva naturale situata a circa 90 km dall'isola tedesca di Fehmarn. Alcuni campioni verranno inviati al laboratorio di riferimento per l'influenza aviaria di Weybridge per successive analisi, in modo da verificare se si tratti del ceppo asiatico del virus H5N1. Le autorità danesi hanno riferito alla Commissione che stanno applicando le misure precauzionali stabilite dalla decisione della Commissione in merito alla presenza dell'influenza aviaria da H5 in uccelli selvatici all'interno dell'Ue.

Questa Decisione stabilisce le misure da applicare in ciascuno degli Stati membri dell'Ue che riscontri fra gli uccelli selvatici un caso di influenza aviaria da virus H5 e che sospetti o confermi si tratti del virus H5N1 ad alta patogenicità.

Queste misure prevedono la creazione di una zona di protezione di 3 km attorno alla zona in cui sono state trovate le carcasse dei cigni infetti e una zona di sorveglianza circostante di 10 km. All'interno della zona di protezione, il pollame non può razzolare all'aperto, può uscire solo nel tragitto che conduce al macello e le carni di questi polli non potranno fuoriuscire dalla zona di protezione, ad eccezione di quelle sottoposte ai controlli previsti dalla legislazione comunitaria sui generi alimentari (carni provenienti da animali sani cresciuti in allevamenti registrati, soggetti a controlli ante e post mortem da veterinari presenti nei macelli). Le misure di biosicurezza negli allevamenti devono essere rafforzate sia nella zona di protezione che nella zona di sorveglianza, mentre la caccia agli uccelli deve essere messa al bando. Inoltre, va accresciuta la consapevolezza dei proprietari di pollame e dei loro familiari in merito ai rischi di questa patologia. La Danimarca è l'undicesimo Stato membro dell'Ue che riporti un caso sospetto o confermato di influenza aviaria da H5N1 fra gli uccelli selvatici.

 

Altri due decessi in Indonesia

Il ministero della Salute indonesiano ha confermato la scoperta di altri due casi umani di infezione dovuta al virus dell'influenza aviaria H5N1. Il primo riguarda un bambino di 4 anni di Semerang, nel centro di Java. Il bambino ha sviluppato febbre il 10 febbraio ed è deceduto il 28 febbraio. Per quanto riguarda invece il secondo, si tratta di una bambina di 12 anni di Boyolali, della zona centrale di Java, che aveva sviluppato sintomi febbrili il 19 gennaio. La bambina, ricoverata in ospedale il 23 febbraio, è morta il 1 marzo. Nei giorni precedenti all'insorgenza dei sintomi alcuni polli erano morti nei pressi della sua abitazione. Anche il fratello della bambina, di 10 anni, si è ammalato il 19 febbraio, ed è poi morto il 28 febbraio. Poiché i suoi sintomi erano compatibili con quelli della dengue, una febbre emorragica, non sono stati condotti test per H5N1. Di conseguenza, non si saprà mai se il bambino sia morto a seguito di una co-infezione tra il virus della dengue e quello dell'influenza aviaria H5N1. Dalle indagini condotte localmente non sono risultati altri casi o contatti sintomatici. I test rapidi hanno determinato la presenza di un virus del sottotipo H5 nei polli presenti vicino alla casa della bambina. I due nuovi casi portano a 29 il totale dei casi in Indonesia, di cui 22 mortali.

Un'indagine congiunta di autorità provinciali sanitarie e autorità agricole, ha rivelato che, poco prima che si presentassero i sintomi, nella zona in cui viveva il bambino erano morti alcuni polli. Non sono stati identificati altri casi umani nella famiglia del bambino o nel vicinato.

Le autorità agricole del Paese hanno riferito di un recente incremento del numero di polli morti a Java, nel centro e a est dell'isola. Queste notizie hanno indotto un aumento della consapevolezza del rischio di contrarre l'infezione e una maggiore attenzione ai segni clinici quando si presenta un paziente con disturbi respiratori.

Il ministero della Salute e l'Oms stanno attentamente monitorando la situazione. Numerosi pazienti tenuti sotto osservazione sono stati sottoposti ad analisi presso laboratori locali e di riferimento dell'Oms che hanno potuto così escludere l'infezione.