English - Home page

ISS
Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro

Notiziario - 25 maggio 2006

Indonesia: cluster infettivo in una famiglia

Il ministero della Salute indonesiano ha confermato l’esistenza di un cluster di sette casi (sei decessi) di infezione umana da virus H5N1. L’ultimo riguarda un uomo di 32 anni che ha sviluppato i sintomi della malattia il 15 maggio ed è morto il 22. Tutti e sette i casi sono membri della stessa famiglia, del villaggio di Kubu Sembelang, distretto di Karo, nord dell’isola di Sumatra.

Un membro di questa famiglia, una donna di 37 anni, che aveva sviluppato il 27 aprile una sintomatologia caratterizzata da interessamento respiratorio, è deceduta il 4 maggio. Dal momento che nessun campione biologico della donna è stato sottoposto a indagini virologiche, non è possibile determinare la causa del decesso: tuttavia le autorità sanitarie ritengono che questo sia il primo caso del cluster familiare.

Il nuovo caso è invece un fratello della donna. L’uomo aveva un figlio di dieci anni, deceduto il 13 maggio scorso: il padre aveva prestato le cure al figlio malato e questo contatto ravvicinato viene considerato come una possibile fonte di infezione.

 

I sette casi confermati includono:

  • un ragazzo di 15 e uno di 17 anni (entrambi figli della donna, deceduti rispettivamente il 9 e il 12 maggio)
  • una ragazza di 28 anni (sorella della donna, deceduta il 10 maggio)
  • una bimba di 18 mesi (nipote della donna, deceduta il 14 maggio)
  • un bimbo di 10 anni (nipote della donna, deceduto il 13 maggio)
  • un ragazzo di 25 anni (fratello della donna, al momento ricoverato)
  • un uomo di 32 anni (fratello della donna, deceduto il 22 maggio).

Questo è il più grosso focolaio di casi umani riportato fino a oggi.

Le indagini sono attualmente in corso: risultati preliminari indicano che tre soggetti appartenenti al cluster familiare (i due figli della donna e il fratello di 25 anni, l’unico ancora in vita e attualmente ricoverato) hanno passato la notte del 29 aprile in una piccola stanza insieme alla donna (il primo caso riconosciuto). In quel frangente, la donna presentava già i sintomi della malattia e tossiva spesso. Gli altri familiari colpiti vivevano invece in abitazioni vicine.

Tutti i casi del cluster potrebbero essere stati provocati da una stretta e prolungata esposizione al primo paziente, quando la donna versava già in gravi condizioni.

Nonostante la trasmissione diretta da uomo a uomo del virus non possa essere esclusa, sono ancora al vaglio ipotesi alternative.

Sia il ministero della Salute di Giacarta che l’Oms si dicono preoccupati, anche se al momento non c’è traccia di un contagio più esteso tra gli altri membri della famiglia, né nella popolazione generale. Non si è mai verificato nemmeno un passaggio rapido ed efficiente del virus da uomo a uomo.

È stato intanto completato il sequenziamento genetico di due virus isolati nei casi del cluster familiare: dall’analisi del Dna non c’è traccia di un riassorbimento genico con virus influenzali umani, né con quelli del maiale. Non sembra siano avvenute particolari mutazioni, neanche per quanto riguarda quelle associate alla resistenza agli inibitori della neuroaminidasi (compreso l’oseltamivir).

I virus isolati, insomma, sono geneticamente simili a quelli identificati nel pollame durante una precedente epidemia scoppiata nel nord di Sumatra.

 

Danimarca, H5N1 confermato in un allevamento avicolo

Le autorità danesi hanno confermato alla Commissione europea un’epidemia di influenza aviaria ad alta patogenicità da H5N1 in un allevamento avicolo nell’isola di Funen. L’allevamento è costituito da un centinaio di uccelli (galline ovaiole, anatre, oche e pavoni) e si trova nella stessa area del Paese in cui erano stati registrati casi di influenza aviaria ad alta patogenicità da H5N1 fra gli uccelli selvatici durante il mese di marzo. Nonostante le misure prese a seguito di quei casi siano state poi abbandonate, è stato comunque mantenuto un alto livello di sorveglianza nella zona e questo ha permesso di rilevare rapidamente il focolaio epidemico nell’allevamento. La presenza del virus è stata confermata oggi dal laboratorio nazionale danese; a ogni modo i campioni saranno ugualmente inviati al laboratorio di riferimento per l'influenza aviaria di Weybridge per ulteriori analisi.

Le autorità danesi hanno riferito alla Commissione che stanno applicando le misure precauzionali stabilite dalla Direttiva sull'influenza aviaria e dalla decisione 2006/135/EC sull'influenza viaria fra il pollame domestico. Tutti gli uccelli presenti nell'allevamento verranno abbattuti nelle prossime ore. Inoltre, altre tenute presenti nelle vicinanze verranno monitorate e controllate e saranno applicate misure di biosicurezza. Verrà costituita una zona di protezione di 3 km attorno alla zona dell’epidemia e una zona di sorveglianza circostante di 10 km. All'interno della zona di protezione, il pollame non può razzolare all'aperto, può uscire solo nel tragitto che conduce al macello e le carni di questi polli non potranno fuoriuscire dalla zona di protezione, ad eccezione di quelle sottoposte ai controlli previsti dalla legislazione comunitaria sui generi alimentari (carni provenienti da animali sani cresciuti in allevamenti registrati, soggetti a controlli ante e post mortem da veterinari presenti nei macelli). Le misure di biosicurezza negli allevamenti devono essere rafforzate sia nella zona di protezione che nella zona di sorveglianza, mentre la caccia agli uccelli deve essere messa al bando. Inoltre, va accresciuta la consapevolezza dei proprietari di pollame e dei loro familiari in merito ai rischi di questa patologia.

La Commissione discuterà il da farsi nel di un incontro straordinario del Comitato permanente per la catena alimentare e la salute animale che si terrà domani a Vienna al termine dell’incontro dei dirigenti veterinari. La Commissione adotterà una decisione confermando le misure di eradicazione e di controllo prese dalle autorità danesi e descritte in precedenza.