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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro

Notiziario - 31 ottobre 2005

Il punto della situazione:

 

Umana

  • Ventesimo caso umano in Thailandia. La Thailandia ha confermato il suo 20esimo caso umano di influenza aviaria. I test condotti su una donna di 50 anni hanno dato esito positivo. Lo ha reso noto un funzionario della Sanita' thailandese.

  • Vertice in Australia. Delegati provenienti da 21 nazioni della regione dell'Asia Pacifico si sono riuniti a Brisbane (Australia) per partecipare a un vertice sulla gestione di una potenziale pandemia di influenza aviaria. Il ministro degli Esteri Alexander Downer ha comunicato che l'Australia è pronta «in caso di assoluta necessità» a chiudere le frontiere. Voli speciali porteranno a casa gli australiani che si trovano all'estero. Grete Budsted, della Croce Rossa, ha sottolineato che nell'ultimo anno il virus H5N1 è diventato più pericoloso. «Ci sono casi dove si sospetta che l'infezione sia stata trasmessa da persona a persona e non attraverso animali. Il virus sta cambiando in fretta. Quasi tutti gli scienziati concordano nel pensare che presto sarà in grado di infettare direttamente le persone», ha commentato la Budsted.

Veterinaria

  • Due casi in Romania. Due nuovi casi di febbre aviaria sono stati trovati in Romania. Un cigno (sul lago Razim, nel delta del Danubio) e un'oca (a Vadu Oii, nel dipartimento di Costanza sul mar Nero) sono infatti stati risultati positivi al virus H5.

  • Due casi positivi in Croazia.
    I test preliminari effettuati su due cigni morti in Croazia sono risultati positivi al virus H5N1. I risultati sono stati resi noti dal ministero dell'Agricolutura, che ha poi precisato che gli esami sono stati effettuati nei laboratori inglesi su due cigni trovati morti la scorsa settimana. Sono i primi due casi rilevati in Croazia.
    Nuovo focolaio in Russia. Un nuovo focolaio di influenza aviaria è stato scoperto in Russia nella regione siberiana di Altai, ai confini con il Kazakistan. La presenza del virus H5N1 è stata rinvenuta nella zona di Gryaznovo (distretto di Tymentsev), dopo la morte di 38 volatili in nove pollai. Altri due distretti della regione di Altai (Novicikha e Bayevski) sono alle prese con lo stesso problema.

Italia: Storace, i due campioni sospetti non sono virus H5N1

Gli esami su due campioni che necessitavano di ulteriori accertamenti (dopo la diffusione dei risultati diffusi venerdi su 582 campioni di volatili prelevati nel delta del Po) sono stati completati, confermando che non si tratta di virus H5N1, né di virus di origine asiatica, ma più semplicemente di un virus influenzale del sottotipo H5 a bassa patogenicità in due volatili migratori. “Il virus a bassa patogenicità è definito poco aggressivo per volatili domestici nei quali causa malattia lieve o infezioni senza malattia e spesso è stato isolato in volatili selvatici del tipo di quelli catturati nel delta del Po - ha spiegato in una nota il ministro della Salute Francesco Storace - . Caso ben diverso si sarebbe presentato se si fosse trattato di H5N1 ad alta patogenicità."

 

Influenza aviaria: l’esperienza italiana dal 1997 al 2005

Negli ultimi otto anni l’Italia è stata colpita da 6 epidemie di influenza aviaria, due ad alta e quattro a bassa patogenicità. Ne traccia una breve storia questo articolo segnalatoci da Luca Busani, anticipazione di un articolo scientifico che uscirà su L’Osservatorio, la rivista ufficiale dell’Osservatorio Epidemiologico Veterinario Regionale della Lombardia. Vai all’articolo.

 

Vaccino: Oms, per svilupparlo non cambiare i ceppi prototipi dell’H5N1

Il Pogramma globale sull’influenza dell’Organizzazione mondiale della sanità ha continuamente monitorato l’evoluzione genetica e antigenica dei virus H5N1, specialmente degli isolati umani. Le ultime indagini hanno indicato che i geni per l’emoagglutinina 5 (HA) dei virus provenienti da uccelli in Cina, Indonesia, Giappone, Mongolia, Russia, Corea del Sud e Turchia, e tre virus provenienti da esseri umani in Indonesia sono geneticamente distinguibili dai ceppi prototipi selezionati lo scorso anno per lo sviluppo di un vaccino contro l’influenza pandemica. Esistono anche prove di variazioni antigeniche tra l’HA di virus recenti. Tuttavia, la loro diffusione geografica e patogenicità nelle popolazioni umane rimane poco chiara.

 

Al momento, l’Oms raccomanda di non cambiare i prototipi precedentemente selezionati per lo sviluppo in corso del vaccino anti-pandemico. Ma, per scopi legati alla ricerca sul vaccino, il WHO H5 Reference Laboratory Network, a cui è affidato il compito di selezionare e sviluppare i ceppi pandemici del vaccino, ha iniziato lo sviluppo di ceppi prototipi sperimentali del vaccino da virus recenti. Si ha urgente bisogno di analisi di questi virus, provenienti sia da animali sia da esseri umani, per ottenere una migliore comprensione dell’evoluzione dei virus e delle loro relazioni antigeniche. L’Oms ancora una volta invoca una rapida condivisione di campioni/isolati di virus dell’influenza aviaria tra gli Stati membri colpiti dall’influenza e il Who H5 Reference Laboratory Network.