English - Home page

ISS
Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro

Notiziario - 16 luglio 2009

Situazione epidemiologica e sorveglianza in Italia

Il numero di Eurosurveillance pubblicato il 9 luglio 2009 dedica un articolo alla situazione epidemiologica italiana e descrive il sistema di sorveglianza attivo nel nostro Paese. Al 7 luglio 2009, in Italia, metà delle 21 Regioni hanno riportato un totale di 158 casi d’influenza A(H1N1) confermati in laboratorio. Al momento, tutti i casi hanno manifestato sintomi simili all’influenza stagionale e non sono stati segnalati casi gravi o mortali. In Italia è stata organizzata una sorveglianza attiva dei casi così da garantire le appropriate misure per rallentare la diffusione del nuovo virus. Il rapporto descrive la sorveglianza epidemiologica, al momento in atto in Italia. Leggi il rapporto originale “Enhanced epidemiological surveillance of influenza A(H1N1)v in Italy” (in inglese) e la traduzione in italiano.

 

Aggiornamenti dalla letteratura scientifica

Il numero di Eurosurveillance pubblicato il 9 luglio 2009 (in inglese) dedica alcuni approfondimenti alla nuova influenza da virus A/H1N1:

  • un articolo fa il punto sull’epidemiologia descrittiva di un grosso focolaio d’influenza A(H1N1) a maggio 2009 nelle West Midlands, Regno Unito, dove una scuola primaria di Birmingham è stata colpita da un’importante epidemia d’influenza A(H1N1). Tra i bambini e il personale scolastico sono stati registrati 175 casi sintomatici, di cui 64 (37%) sono risultati positivi al test dell’influenza A(H1N1). Escludendo due adulti dello staff scolastico, anch’essi postivi al test, l’età media dei casi, compresi tra i 4 e i 12 anni, è risultata pari a 8,5 anni e la mediana pari a 9 anni. I sintomi riportati sono: stato febbrile (84%), congestione nasale (70%), mal di gola (59%). Nessun caso è stato ricoverato
  • un articolo riguarda l’epidemiologia e il controllo dei primi 115 casi di influenza A(H1N1) nei Paesi Bassi. Il 30 aprile 2009, nei Paesi Bassi, si registra il primo caso d’influenza A(H1N1). Si tratta di una bambina di 3 anni di ritorno da un viaggio in Messico. Al 24 giugno 2009, i casi d’influenza A(H1N1) nel Paese sono 115, di cui 51 (44%) acquisiti localmente e 64 (56%) importati. Tre i casi sporadici. I casi trasmessi localmente hanno registrato un’età media più bassa dei casi importati, rispettivamente 18 e 31 anni. Mal di gola, tosse e/o coriza (90%), febbre maggiore o uguale a 38°C (88%), mialgia (52%) e diarrea (9%) i sintomi più comuni. Non è stato registrato alcun decesso
  • a giugno 2009, in una scuola del distretto di Tolosa, si è diffusa un’epidemia d’influenza A(H1N1). Il 12 giugno 2009 il preside della scuola ha notificato che in una classe 11 ragazzi erano assenti per febbre e disturbi respiratori. Degli studenti contagiati, compresi tra gli 11 e i 12 anni d’età, nessuno era stato all’estero recentemente. Tra ragazzi e insegnanti sono 5 i casi probabili e 15 i casi confermati d’influenza A(H1N1), di cui 3 asintomatici. Mal di testa (94%), tosse (88%), febbre (76%), male alla gola (41%) e raffreddore (35%) i sintomi più diffusi. Non è stata riportata alcuna complicazione. Dal 15 giugno la scuola è stata chiusa per una settimana.
  • epidemia d’influenza A(H1N1) in un collegio nel Sud-est dell’Inghilterra: a maggio-giugno 2009, in un collegio dell’Inghilterra sudorientale, si è manifestata un’epidemia d’influenza A(H1N1) che ha coinvolto 102 ragazzi. Il virus A(H1N1) è stato confermato da analisi di laboratorio in 63 casi, mentre per i restanti 39 non è stato possibile accertare la diagnosi. Il contagio è probabilmente avvenuto durante una partita di tennis svoltasi in un’altra scuola a cui hanno assistito alcuni studenti del collegio. Il collegio è stato chiuso dal 28 maggio al 7 luglio e a tutti gli studenti e al personale scolastico è stata offerta una consulenza per la profilassi antivirale.

Patogenicità e pericolosità del nuovo virus: i risultati di uno studio americano

L’agente patogeno del virus influenzale H1N1 è più virulento di quanto ipotizzato in un primo momento. È quanto emerge in uno studio pubblicato il 13 luglio 2009 sulla rivista Nature (pdf 700 kb), a cura di un team internazionale di ricercatori guidati dal virologo dell’Università del Wisconsin Yoshihiro Kawaoka. Rispetto ai comuni virus influenzali stagionali, il virus H1N1 è in grado di infettare le cellule in profondità nei polmoni, dove può causare polmonite e, in casi gravi, morte. Tipicamente i virus stagionali infettano solo le cellule delle vie respiratorie superiori. Non sarebbe dunque corretto considerare il nuovo agente patogeno simile a quello dell’influenza stagionale. La capacità di infettare i polmoni, è un meccanismo proprio anche di altri virus pandemici, in particolare del virus del 1918, che ha ucciso decine di milioni di persone alla fine della prima guerra mondiale. Ci sono probabilmente altre analogie con il virus del 1918: lo studio ha evidenziato che le persone nate prima del 1918 possiedono anticorpi che le proteggono contro il nuovo virus A/H1N1v. Per valutare la natura della patogenicità del virus A/H1N1v, Kawaoka e colleghi hanno infettato con il virus pandemico e un virus influenzale stagionale diversi gruppi di topi, furetti e primati non umani - tutti modelli ampiamente accettati per gli studi sull’influenza. Hanno scoperto che il virus A/H1N1v si replica in modo molto più efficiente nel sistema respiratorio di quello dell’influenza stagionale e che provoca gravi lesioni nei polmoni, simili a quelle causate da altri tipi di influenza pandemica più virulenta. Il nuovo studio è stato condotto utilizzando campioni di virus di casi verificatisi in California, Wisconsin, Paesi Bassi e Giappone. Il lavoro ha valutato anche la risposta immunitaria di diversi gruppi al nuovo virus ed è emerso che le persone esposte al virus del 1918, ormai in età avanzata, possiedono anticorpi che neutralizzano il nuovo virus A/H1N1v. Scarica l’articolo originale (pdf 700 kb, in inglese) e consulta la presentazione dello studio sul sito dell’Università di Wisconsin-Madison.

 

Le raccomandazioni Oms sul vaccino pandemico A(H1N1)v

Il 7 luglio 2009, lo Strategic Advisory Group of Experts (Sage) dell’Oms, si è riunito a Ginevra per discutere e redigere raccomandazioni relative al vaccino pandemico A(H1N1)v del 2009. Il gruppo di esperti dell’Oms ha riesaminato l’attuale situazione epidemiologica, lo stato effettivo della produzione del vaccino stagionale e la potenziale capacità di produzione del vaccino per la nuova influenza A(H1N1)v. Ha inoltre valutato le possibilità per l’uso del vaccino. Tre gli obiettivi che i singoli Paesi possono adottare come parte della propria strategia di vaccinazione:

  • proteggere l’integrità del sistema sanitario e delle infrastrutture del Paese
  • ridurre la morbilità e la mortalità
  • ridurre la trasmissione del virus pandemico all’interno della comunità.

Ogni strategia nazionale dovrebbe riflettere la situazione epidemiologica del Paese, le risorse e le capacità di accesso al vaccino e di implementazione delle campagne di vaccinazione rivolte a gruppi specifici. Tra le raccomandazioni del direttore generale dell’Oms:

  • tutti i Paesi dovrebbero avere come priorità la vaccinazione degli operatori sanitari, per proteggere le infrastrutture sanitarie essenziali. Visto che il vaccino inizialmente disponibile non sarà sufficiente, sarebbe utile considerare approccio graduale per vaccinare particolari gruppi di persone
  • dal momento che nella produzione di alcuni vaccini sono coinvolte nuove tecnologie (di cui non è ancora stata fatta una valutazione sulla sicurezza rispetto a determinati gruppi di persone) è importante implementare la sorveglianza post-marketing. Inoltre, è essenziale un rapido scambio tra la comunità internazionale dei risultati dell’immunogenetica e della sicurezza post-marketing, in modo che i Paesi possano correggere le proprie politiche di vaccinazione
  • in vista della mancanza di disponibilità del vaccino a livello globale e del bisogno potenziale di proteggersi dalla deriva dei ceppi, il gruppo Sage raccomanda la promozione della produzione e dell’uso di vaccini
  • visto che la produzione del vaccino per l’influenza stagionale 2009-2010 nell’emisfero settentrionale è quasi completa ed è quindi improbabile che influenzi la produzione del vaccino contro la nuova influenza pandemica, il gruppo Sage non ha considerato necessario il passaggio dalla produzione del vaccino stagionale a quella del vaccino pandemico.

Per maggiori informazioni, leggi il comunicato originale dell’Oms (in inglese).

 

Terapia intensiva e casi gravi di infezione da nuovo virus A(H1N1)v

Uno studio pubblicato il 10 luglio 2009 sulla rivista Morbidity and Mortality Weekly Report (Mmwr) dei Cdc americani, esamina le caratteristiche cliniche di 10 pazienti che si sono ammalati in modo critico a causa dell’infezione da nuova influenza A(H1N1)v in un reparto di terapia intensiva nel Michigan (Usa). Tutti i pazienti hanno manifestato insufficienza respiratoria acuta e sindrome da distress respiratorio (Ards), e ciò ha richiesto la ventilazione meccanica. Il gruppo di pazienti descritto si distingue per la predominanza di uomini; un’alta percentuale (7 pazienti su 10) di obesi, con un indice di massa corporea maggiore o uguale a 40; sindrome da disfunzione multiorgano (Mods) (9 pazienti su 10) e blocco dei vasi sanguigni nei polmoni (5 pazienti su 10). Lo studio, che non è in grado di chiarire se l’obesità sia o meno un fattore di rischio indipendente per le complicanze gravi da influenza A(H1N1), raccomanda di somministrare il trattamento antivirale nel più breve tempo possibile per i pazienti ricoverati in ospedale con sospetta infezione da nuovo virus A(H1N1)v. Consulta l’articolo originale (in inglese).

 

Genova: i risultati del sistema di sorveglianza sindromica

Disponibile il report del 13 luglio 2009 (pdf 343 kb) relativo all’attività di sorveglianza sindromica nell’area metropolitana genovese. Il rapporto è integrato con i dati di sorveglianza virologica che riguarda il periodo post epidemico. Gli indicatori di attività delle sindromi simil-influenzali (Ili) è stabilmente baseline. Nel corso dell’ultima settimana non sono stati rilevati né altri casi di infezione da virus A(H1N1)v in pazienti liguri, né altre virosi respiratorie. L’infezione da A(H1N1)v è stata rilevata in due pazienti pediatrici ricoverati presso l’Ospedale S. Chiara di Trento, per conto del quale si eseguono i test per il rilevamento del virus. L’indicatore di attività delle infezioni delle basse vie respiratorie (Lrti) ha raggiunto negli ultimi giorni valori prossimi a 2, che sebbene siano più elevati di quelli osservati nelle settimane precedenti, rimangono nel range dei dati attesi nel periodo estivo. Scarica il report (pdf 343 kb)

 

La situazione in Italia e nel mondo

Sono saliti a 224 i casi di influenza da nuovo virus A/H1N1 registrati in Italia. Per i dettagli, leggi il notiziario e l’archivio dei comunicati stampa sul sito del ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali. Per avere un quadro aggiornato dei casi nel mondo, clicca nel menù di sinistra su “numero dei casi”.

La situazione è comunque molto dinamica: secondo il comunicato dell’Oms delle ore 9 del 6 luglio 2009 sono più di 94 mila i casi di nuova influenza A/H1N1 registrati in tutto il mondo e 429 i decessi. Nelle ultime 24 ore, secondo il rapporto dell’Ecdc delle ore 17 del 15 luglio 2009, sono 157 i nuovi casi confermati nei Paesi dell’Unione europea e dell’Efta. Questo porta a un totale di 14.451 casi confermati nei Paesi Eu ed Efta, compresi 16 decessi. I casi confermati nelle ultime 24 ore al di fuori dei Paesi Eu ed Efta sono 6492, per un totale di 111.542 casi. 78 i nuovi casi mortali in questi Paesi: 43 in Argentina, 15 in Thailandia, 8 in Cile, 3 in Messico e Costa Rica, 2 in Australia e Nuova Zelanda e 1 in Brasile ed Ecuador. Gli Stati Uniti, in totale confermano oltre 37 mila casi di influenza provocati dal nuovo virus A/H1N1 e 211 decessi. Il Wisconsin è lo Stato più colpito, con 6031 casi, seguito da Texas (4463), Illinois (3259) e New York (2582). Maggiori dettagli sul sito dei Cdc di Atlanta. Secondo il comunicato della Pan American Health Organization del 15 luglio 2009, in Sud America i Paesi più colpiti sono: Messico, con poco meno di 12 mila casi confermati e 121 decessi, Cile (10.491 casi confermati e 33 decessi) e Argentina (3056 casi confermati e 137 decessi). In Canada, infine, confermati 10.156 casi e 45 decessi: il punto sul sito dell’Agenzia di sanità pubblica canadese.