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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Notiziario - 21 maggio 2009

La situazione in Italia

Il 20 maggio 2009 l’Istituto superiore di sanità ha confermato il decimo caso di influenza A/H1N1. Si tratta di una ragazza di 21 anni, residente in Friuli-Venezia Giulia, rientrata in Italia il 15 maggio da un viaggio negli Stati Uniti. Dopo aver accusato febbre e sintomi influenzali, il 17 maggio la giovane è stata visitata e trattata in ospedale. Ora si trova in isolamento nella propria casa. Tutti i dettagli nel notiziario del ministero del Lavoro, Salute e Politiche sociali.

 

Il numero dei casi

Sulla base dei dati ufficiali dell’Ecdc, EpiCentro propone per gli operatori un aggiornamento frequente sul numero dei decessi, dei casi confermati e dei casi probabili in tutto il mondo.

La situazione è comunque molto dinamica: secondo il comunicato dell’Oms delle ore 6 del 21 maggio 2009, 41 Paesi hanno riportato casi di influenza A/H1N1, per un totale di più di 11 mila casi registrati ufficialmente in tutto il mondo, con 85 decessi.

Nelle ultime 24 ore, secondo il rapporto dell’Ecdc delle ore 17 del 20 maggio, sono 4 i nuovi casi confermati nei Paesi dell’Unione europea e dell’Efta. Questo porta a un totale di 280 casi confermati in 17 Paesi Eu ed Efta. Anche se continuano a verificarsi casi sporadici di trasmissione autoctona (62 in Gran Bretagna, 30 in Spagna, 4 in Germania, 3 in Belgio e 1 in Italia), in Europa non è stata ancora verificata una trasmissione sostenuta del virus da uomo a uomo.

Al di fuori dell'Ue e dei Paesi Efta, il numero dei casi confermati è salito a oltre 10 mila. Il Giappone riporta un rapido incremento del numero dei casi, arrivati a oltre 200. Anche se si tratta di casi che si sono verificati in ambiente scolastico, le autorità sanitarie temono la possibilità che il virus si diffonda in altre zone del Paese.

Secondo gli ultimi dati complessivi rilasciati nel pomeriggio del 21 maggio, salgono a 103 i casi confermati in Spagna (leggi i comunicati) e a 112 quelli in Gran Bretagna (leggi i comunicati). 

Gli Stati Uniti in totale confermano 5710 casi di influenza provocati dal virus A/H1N1 e 8 decessi. È l’Illinois lo stato più colpito, con 794 casi. Maggiori dettagli sul sito dei Cdc di Atlanta.

Il Messico riporta 3892 casi confermati e 75 decessi.

In Canada, infine, confermati 719 casi e 1 decesso: il punto sul sito dell’Agenzia di sanità pubblica canadese.

 

Ecdc: l’attuale valutazione del rischio

Il nuovo virus dell’influenza A/H1N1 continuerà a diffondersi. Anche se sembra presentarsi in forma lieve negli Stati Uniti e in Europa, il suo profilo non è ancora chiaro perché non vi è stata sufficiente trasmissione per giudicarne gli effetti, soprattutto nelle persone più a rischio. Inoltre i virus pandemici sono imprevedibili, e possono cambiare le loro caratteristiche evolvendosi. Le pandemie di solito rallentano in estate, per poi riacutizzarsi in autunno: il virus allora può ritornare, può darsi in forma più aggressiva, come è già accaduto nel 1919. È l’attuale valutazione del rischio rilasciata dall’Ecdc: scarica il documento completo (in italiano, pdf 115 kb).

 

Oms: il punto della situazione

Durante i lavori della 62esima edizione dell’Assemblea mondiale della sanità, l’Oms ha ribadito che l’attuale livello di allerta pandemica rimane alla fase 5. È in corso una discussione con gli Stati membri su quali criteri siano necessari per decretare il passaggio alla fase 6, che comunque non prevede alcuna indicazione sulla gravità dell’infezione. Si tratta di criteri stabiliti in seguito alla diffusione del virus dell’influenza aviaria H5N1, che ha un tasso di mortalità del 50-60%: molto più alto, quindi, della sindrome influenzale, che ora si presenta in genere in modo lieve, provocata dal nuovo virus A/H1N1.

Inoltre, il 19 maggio 2009 i vertici dell’Oms e delle Nazioni Unite si sono incontrati con più di 30 aziende produttrici di vaccini, con l’obiettivo di assicurarsi che il vaccino per il nuovo virus influenzale A/H1N1 sia reso disponibile con procedure eque e trasparenti anche per i Paesi in via di sviluppo. Per i dettagli, consulta il comunicato (in inglese).

Sempre il 19 maggio 2009, l’Oms ha pubblicato le raccomandazioni per il vaccino contro il nuovo virus A/H1N1, messe a punto da un gruppo di esperti. Il vaccino trivalente per l’influenza stagionale non è adatto a proteggere dalla nuova infezione. Per questo, è stato deciso di produrre un vaccino ad hoc per il nuovo ceppo influenzale: la produzione su larga scala partirà presumibilmente a luglio 2009. Non è ancora chiaro quali siano i gruppi di popolazione che dovranno essere vaccinati. Scarica il documento completo (in inglese, pdf 150 kb) con le raccomandazioni per il vaccino messe a punto dal gruppo di esperti Oms.

 

Cdc: i ricoveri in California (aprile-maggio 2009)

Il numero del 18 maggio 2009 della rivista dei Cdc americani Morbidity and Mortality Weekly Report (Mmwr) presenta un’analisi sui 30 casi di infezione da nuovo virus A/H1N1 (su un totale di 553, tra confermati e probabili) ricoverati in ospedale in California. Di queste 30 ospedalizzazioni, 26 sono casi confermati di infezione da nuovo virus A/H1N1 e 4 probabili, in attesa dei risultati dei test di laboratorio. L’età media dei pazienti è di 27,5 anni, mentre nel 64% dei casi le persone ricoverate soffrivano già di qualche altra patologia. Gli esiti delle radiografie, effettuate in 25 dei 30 pazienti, indicano la presenza di polmonite. Delle 30 persone ricoverate, 5 (17%) sono donne incinte, due delle quali hanno sviluppato gravi complicanze. Non è ancora chiaro, però, quanto queste complicanze siano effettivamente legate all’infezione da nuovo virus A/H1N1. La metà dei pazienti ricoverati è stata trattata con oseltamivir. Per i dettagli, consulta l’articolo originale (in inglese).

 

Eurosurveillance: perché sono importanti i numeri del Messico?

Il tasso di crescita di un’epidemia è determinato principalmente da due fattori: il “tasso di riproduzione”, solitamente indicato con R0 (numero medio di nuovi casi provocati da ogni caso in una popolazione completamente suscettibile alla malattia), e il “tempo di generazione” (Tg), che rappresenta il tempo che intercorre tra l’inizio dell’infettività del caso primario e quella del caso secondario. R0 rappresenta fondamentalmente un valore soglia: per valori di R0 superiori a 1, ogni caso infetta più di un'altra persona, e l’epidemia ha maggiore probabilità di continuare. Per valori di R0 inferiori all’unità, invece, l’epidemia potrebbe arrestarsi spontaneamente.

Il rischio di trasmissione della malattia è una costante biologica (variabile però nel corso dell’evolversi dell’infezione), così come la durata dell’infettività. Oltre a questi parametri biologici, però, intervengono anche fattori non strettamente biologici, come la frequenza di contatto tra i diversi gruppi sociali e i loro componenti, i tipi di aggregazione e fattori culturali quali l’ampiezza delle famiglie e le interazioni sociali.

Ad oggi, sono stati pubblicati due studi che cercano di determinare i parametri R0 e Tg della nuova influenza A/H1N1, utilizzando metodi diversi. “Secondo un articolo pubblicato da Eurosurveillance il 14 maggio 2009, R0 della nuova influenza A/H1N1 è compreso tra 2,2 e 3,1. Tuttavia, questo dato si discosta da quanto riportato dal recente studio pubblicato su Science, secondo cui il valore di R0 dell’epidemia in Messico sarebbe tra 1,4 e 1,6”, osserva Caterina Rizzo, reparto Epidemiologia delle malattie infettive (Cnesps, Iss). “Non deve però sorprendere la differenza tra le due stime: bisogna infatti considerare che i due studi sono basati su metodi diversi, che tengono conto di assunzioni differenti”, continua Rizzo. “Fondamentalmente, sono tre i fattori che concorrono alle diverse stime ottenute dai due studi:

  • il diverso periodo in cui è stato stimato R0 a partire dalla curva epidemica
  • l’aspetto legato alla sottonotifica della malattia,
  • un Tg diverso.

Lo studio di Eurosurveillance non tiene in considerazione il fattore legato alla sottonotifica, utilizza un Tg più lungo e infine stima l’R0 adattando il modello alla curva epidemica nel periodo immediatamente successivo all’intensificazione delle attività di sorveglianza in Messico, determinando così una sovrastima dell’R0. Va tuttavia sottolineato che, nonostante i limiti legati alle diverse assunzioni dei modelli, questi studi svolgono un ruolo molto importante in quanto permettono di formulare ipotesi sulla possibile diffusione della malattia in Europa e sulle relative misure di sanità pubblica da pianificare”, conclude Rizzo.

Infine, da un confronto tra le epidemie di Messico, Canada, Stati Uniti ed Europa, emerge che l’andamento dei nuovi casi in Europa è molto simile a quello del Messico. Leggi l’intero editoriale (in inglese).

 

Eurosurveillance: la situazione in Spagna

La Spagna è stato il primo Paese europeo a riportare casi di influenza A/H1N1, per un totale - al 14 maggio 2009 - di 98 casi confermati, di cui 76 (il 78%) dovuti a viaggi in Messico. I casi di trasmissione secondaria interna al Paese sono 21, mentre per quanto riguarda la trasmissione terziaria si è registrato un solo caso. Sono stati tracciati e seguiti circa 2000 casi di contatti con le persone infette e la stima del periodo d’incubazione della malattia è stata valutata tra 1 e 7 giorni, per una mediana di 3 giorni.

Le regioni che hanno riportato il più elevato numero di casi sono Andalusia (29 casi), Valencia (28 casi) e la Catalogna (26 casi) e tutti i pazienti hanno manifestato sintomi leggeri. Il gruppo d’età più colpito corrisponde a quelli di Stati Uniti e Messico, con un’età compresa tra i 14 e i 55 anni e una mediana di 22 anni. I sintomi più frequenti sembrano essere febbre (96%) e tosse (95%), ma quattro casi non hanno manifestato febbre, mentre una parte dei pazienti è stata colpita da diarrea. Leggi l’articolo completo (in inglese).

 

Eurosurveillance: la situazione in Gran Bretagna

I primi due casi di infezione da virus dell’influenza A/H1N1 in Gran Bretagna sono stati registrati il 27 aprile 2009 in Scozia, in due viaggiatori provenienti dal Messico. Dal 27 aprile all’11 maggio 2009 il totale di casi confermati è stato pari a 65, di cui la maggior parte in persone provenienti da Messico e Usa. Il primo contagio interno alla Gran Bretagna è stato segnalato il 1 maggio 2009. Dei 65 casi confermati, 29 sono femmine (45%), mentre l’età registrata varia dai 5 ai 73 anni, con il 58% dei pazienti compresi tra i 10 e i 29 anni. La malattia si è diffusa soprattutto in Inghilterra (60 casi, di cui 34 a Londra), ma 5 casi sono stati registrati anche in Scozia. Del totale di casi registrati, 36 (il 56%) non sono riconducibili a viaggi all’estero, ma a infezioni secondarie avvenute all’interno del Paese. I sintomi rilevati sono quelli tipici dell’influenza: febbre (94%), mal di gola (82%), mal di testa (81%), brividi (80%) e malessere generale (80%). Diarrea e dolore agli arti sono stati riportati da una parte minore di pazienti (rispettivamente: 28% e 56%). I bambini hanno mostrato spesso sintomi come tosse secca (83% contro il 55% degli adulti), malessere generale (89% contro 69% degli adulti) ed epistassi (24% contro 6%), mentre le donne hanno manifestato più spesso degli uomini vomito (40% contro 11%) e diarrea (39% contro 14%). Leggi l’articolo completo (in inglese).

 

Eurosurveillance: il tasso di riproduzione del virus A/H1N1 in Messico

Alcuni ricercatori francesi hanno stimato il tasso di riproduzione (R0, che misura i casi secondari per ogni caso primario) e l’intervallo di generazione per l’epidemia in corso in Messico. A seconda dei metodi utilizzati, i risultati indicano un tasso di riproduzione massimo tra 2,2 e 3,1: un intervallo entro cui sono compresi anche i valori di R per le precedenti influenze pandemiche. Leggi l’articolo completo (in inglese).