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Stato di salute degli ultra 64enni italiani: il contributo dell’indagine Passi d’Argento

Alberto Perra - Unità di formazione e comunicazione, Gruppo tecnico Passi d’Argento, Cnesps-Iss

 

5 aprile 2012 - Ispirandosi alla strategia dell’Active ageing dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) molti Paesi hanno raggruppato sotto i tre “pilastri” di salute, partecipazione e sicurezza gli indicatori utili per realizzare un monitoraggio della qualità dell’invecchiamento. L’obiettivo: fornire indicazioni ai cittadini, agli operatori, ai decisori, su quanto realmente la realtà locale è in grado di favorire l’invecchiamento attivo della propria popolazione residente.

 

Figura 2: i “pilastri dell’invecchiamento attivo”

 

In Italia, il progetto Passi d’Argento, affidato dal ministero della Salute/Ccm alla Regione Umbria e al Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell’Iss, ha promosso la raccolta e l’utilizzazione proprio di questi indicatori. Nelle 2 sperimentazioni del 2009 e del 2010, l’indagine ha interessato circa 10 mila ultra 64enni in 18 Regioni (vedi figura 2).

 

Figura 2: Distribuzione regionale delle due indagini sperimentali di Passi d’Argento

 

Con nuovo progetto affidato al Cnesps, Passi d’Argento sta diventando ora un sistema di sorveglianza della popolazione con più di 64 anni che prende in considerazione alcuni aspetti di salute e di malattia e li segue nel tempo producendo in tempo utile un’informazione per gli amministratori, per chi opera nel sistema sanitario, per gli ultra 64enni stessi e per le loro famiglie, in maniera tale da offrire a tutti un’opportunità per “fare meglio” proteggendo e promuovendo la salute, prevenendo le malattie e migliorando l’assistenza per questo gruppo di popolazione. In particolare si deve cominciare a operare (all’interno della comunità e del sistema socio-sanitario) per fare in modo che gli ultra 64enni diventino parte attiva della comunità. Questo nuovo approccio deve appoggiarsi evidentemente su una mentalità diversa, ma soprattutto deve essere sostenuto da metodi innovativi da sperimentare e, sulla base della loro efficacia, da estendere nei diversi contesti territoriali del Paese. Le strategie per l'invecchiamento attivo dovrebbero creare le condizioni e le opportunità per le persone anziane perché facciano una regolare attività fisica, una dieta sana, mantengano relazioni sociali, partecipino ad attività significative per loro e abbiano una sicurezza finanziaria. Il Passi d’Argento è uno strumento economico e duttile che permette di verificare in tempi brevi questi cambiamenti. Si presta bene cioè a seguire e documentare i cambiamenti necessari per promuovere l’healthy and active ageing. Passi d’Argento promette di diventare ancora uno strumento potenzialmente (più) utile (rispetto ad oggi) nella misura in cui verranno sviluppate strategie regionali e nazionali per l’invecchiamento attivo.

 

L’invecchiamento della popolazione italiana e le malattie croniche non trasmissibili

Nel nostro Paese il gruppo di persone ultra 64enni cresce in continuazione. Oggi rappresenta circa il 21% della popolazione, ma fra 20 anni arriverà a più del 30%. È un cambiamento profondo per la nostra società che deve cominciare a considerare queste persone non come “anziani” oggetto di assistenza ma come risorsa,  per se stessi, per le famiglie e per la società intera. Passi d’Argento seguirà nel tempo gli ultra 64enni registrandone la qualità della vita percepita, alcuni aspetti sociali, sanitari e ambientali. Molti Piani sanitari o Piani di prevenzione regionali mettono in atto delle azioni a favore degli ultra 64enni e la sorveglianza di Passi d’Argento può costituire una fonte di informazioni utile per il loro monitoraggio e valutazione.

 

Le malattie non trasmissibili (Mcnt), in prevalenza diabete, tumori, malattie osteoarticolari, malattie cardio-vascolari, tendono ad accumularsi negli ultra 64enni ma anche in questo gruppo di età sono modificabili nel loro decorso e nella loro insorgenza attraverso l’adozione di corretti stili di vita. Qualsiasi strategia di lotta contro le malattie croniche non può esistere senza un’adeguata sorveglianza che permette da una parte di quantificare (e parzialmente spiegare) l’evoluzione di queste patologie e dall’altra la diffusione e l’efficacia delle misure di prevenzione e promozione della salute. Nel nostro Paese, nel 2010, le malattie croniche non trasmissibili sono ritenute responsabili del 92% dei decessi totali registrati, in particolare le malattie cardio-vascolari (41%), i tumori (29%), le malattie respiratorie croniche (5%), il diabete (4%) [1]. Per ciò che riguarda gli ultra64enni, negli ultimi decenni si è registrato un progressivo aumento della speranza di vita (84 anni per le donne e 79 per gli uomini nel 2010) ma a causa delle malattie croniche, che  pesano per oltre il 75% sul carico di malattia globale,  la speranza di vita libera da disabilità si attesta su valori molto più contenuti e simili per entrambi i sessi (circa 65 anni) [2]. Si stima che i costi di queste patologie si elevino al 70-80% del budget totale che i Paesi europei spendono per la salute, con aggravi difficilmente quantificabili anche per le singole famiglie che impiegano importanti risorse per la cura e le attenzioni ai loro malati. In realtà questi dati, già molto allarmanti, sono destinati a peggiorare per diverse ragioni, fra le quali per esempio la tendenza all’aumento dell’inattività fisica e l’aumento epidemico di sovrappeso e obesità o l’aumento dell’aspettativa di vita con il quale aumenta parallelamente la probabilità di sviluppare tumori, malattie cardiovascolari e diabete.

 

I dati della sperimentazione

La sperimentazione del 2009 e 2010 ha permesso di studiare molti indicatori della qualità della vita. In particolare all’interno del primo pilastro dell’invecchiamento attivo, la salute, Passi d’Argento ha analizzato alcuni indicatori di determinanti di salute (per esempio quelli comportamentali), sintomi di malattia (esempio la depressione) ma anche semplici condizioni come l’abilità a compiere le attività normali della vita quotidiana (Iadl e Adl). Riguardo i fattori di rischio comportamentali, per il fumo e per l’alcol si rileva una generale diminuzione con l’avanzare dell’età, con differenze fra uomini e donne che rimangono importanti per il fumo o molto importanti per il consumo di alcol a rischio. Per il basso consumo di frutta e verdura o per l’esercizio fisico limitato si nota un complessivo peggioramento con l’avanzare dell’età, pur non evidenziandosi significative differenze di genere. Anche rispetto ai fattori fisici e sensoriali studiati (masticazione, udito e vista), non si sono rilevate differenze importanti tra uomini e donne, piuttosto un peggioramento con l’età: nel gruppo degli ultra 75enni in media 1 persona su 4 mostra una o più limitazioni. Con l’avanzare dell’età crescono anche altri 2 importanti problemi per la salute e la qualità di vita degli anziani: la depressione e la frequenza della cadute, entrambe più frequenti nelle donne che costituiscono due fra i quattro “giganti” che minacciano, secondo l’Oms, la salute e la qualità della vita degli ultra 64enni (gli altri 2 sono i disturbi cognitivi e l’incontinenza urinaria).

 

Relativamente al secondo pilastro dell’invecchiamento attivo, la partecipazione dell’ultra 64enne in tutte le forme di espressione sociale, in famiglia come in comunità, Passi d’Argento ha considerato l’essere risorsa per la famiglia e i conoscenti e l’essere risorsa per la collettività attraverso la partecipazione ad attività di volontariato. Inoltre, è stata valutata la partecipazione ad attività sociali e a corsi di cultura e formazione. Questi ultimi due aspetti, pur non rientrando nella definizione adottata di “ultra 64enne risorsa”, permettono di valutare indirettamente alcune delle azioni messe in atto dalla società per valorizzare questa fascia di popolazione. L’indagine dimostra che, senza differenze di genere apprezzabili, 1 ultra 64enne su 2 è “risorsa”, questa proporzione si dimezza (1 su 4) per gli ultra 75enni, ma costituisce in ogni caso un fattore caratterizzante la nostra cultura e il nostro sistema sociale, essenziale per la cura dei nipoti ma anche per l’attenzione di anziani non solo della stessa famiglia (1 su 5 degli ultra 64enni e 1 su 10 degli ultra 75enni) ma anche di anziani amici o conoscenti non appartenenti alla famiglia.

 

La sicurezza, terzo pilastro dell’active ageing, è spiegata da variabili molto diverse fra loro:

  • la conoscenza delle misure necessarie a proteggersi dalle ondate di calore (1 persona su 3 ha le competenze per difendersi da questo problema)
  • la consapevolezza delle necessità della vaccinazione antinfluenzale annuale (8-9 su 10 sono consapevoli dell’importanza della vaccinazione)
  • l’assunzione dei farmaci in modo corretto (l’88% degli ultra 64enni ne fa uso e oltre il 40% ne prende più di 4 al giorno ma  1 persona su 2 non è sufficientemente accompagnato o supervisionato da parte degli operatori sanitari)
  • il possesso dell’abitazione (8 ultra 64enni su 10 possiedono la casa in cui abitano, senza differenze di genere, mentre fra gli ultra 74enni questa percentuale si riduce e in maniera più evidente per le donne)
  • la percezione che le persone hanno della facilità di arrivare con le proprie risorse economiche alla fine del mese (il 54% degli ultra64enni dichiara di avere qualche/molte difficoltà, senza evidenti differenze per gruppi di età e per genere).

Infine, anche la percezione del proprio stato di salute è considerata una dimensione importante della qualità della vita. In particolare, negli ultra 64enni una percezione negativa del proprio stato di salute si correla a un rischio aumentato di declino complessivo delle funzioni fisiche, indipendentemente dalla severità delle patologie presenti. Nella sperimentazione di Passi d’Argento, la percezione dello stato di salute degli ultra 64enni è positiva per 1 persona su 3, ma se si considera anche la risposta “discreta” come sostanzialmente positiva, la proporzione sale a 4 su 5.

 

Per maggiori dettagli sui dati leggi la sintesi risultati fase sperimentale di Passi d’Argento (pdf 62 kb).

 

Dalla sperimentazione alla sorveglianza

Passi d’Argento sta partendo: il primo marzo 2012 sono cominciate le interviste nelle 17 Regioni italiane che partecipano alla sorveglianza. A settembre si concluderanno e già a dicembre 2012 le Regioni disporranno per la prima volta nella storia del sistema sanitario di un pool di informazioni tempestive e utili per avere delle indicazioni pratiche di supporto allo sviluppo dell’healthy/active ageing anche nel nostro Paese.

 

Riferimenti

  1. World Health Organization - NCD Country Profiles, 2011 http://www.who.int/nmh/countries/ita_en.pdf (20 marzo 2012)
  2. Oecd (2010), Health at a Glance: Europe 2010, OECD Publishing http://dx.doi.org/10.1787/health_glance-2010-en (20 marzo 2012)