Il nuovo Psn: novità per la prevenzione
Giuliano Tagliavento - Dirigente sanità pubblica, Servizio salute Regione Marche
Tra gli aspetti più significativi nel nuovo Piano sanitario nazionale 2006-2008, nel campo della prevenzione, vanno segnalati quelli metodologici. In particolare, anche in quest’ambito è stato finalmente introdotto ufficialmente il criterio di efficacia: la proposta delle Regioni è stata accolta favorevolmente dal Ministero, e così per la prima volta l’evidence based prevention è entrata in un Piano sanitario nazionale.
Il Piano raccomanda inoltre di introdurre nel bagaglio degli operatori della prevenzione la capacità di comunicare con la popolazione: è un argomento su cui insistono da tempo molti protagonisti del mondo sanitario, ma finora non ne era stata riconosciuta l’importanza come strumento fondamentale per la prevenzione, in documenti nazionali di questa importanza. I risultati si sono fatti notare in varie occasioni, come nel caso della temuta pandemia di influenza aviaria.
Tra gli obiettivi di sistema, infine, è ben definita la necessità di un consolidamento della rete per la prevenzione, che passa attraverso i nodi territoriali rappresentati dai Dipartimenti di prevenzione, i nodi regionali e quelli nazionali, coproduttori sinergici e complementari dei programmi di azione, insieme ad altre reti istituzionali, anche esterne al sistema sanitario.
Una conferma importante è rappresentata dagli
obiettivi di salute del
Piano di Prevenzione 2005-2007, già in corso, ma
anche dalle azioni sugli stili di vita, sui rischi ambientali, nei
luoghi di lavoro e su quelli legati alla sicurezza alimentare.
Dopo la prima esperienza del Psn 2003-2005, l’attuale piano è
maggiormente permeato dal ruolo nuovo delle Regioni derivante dalla
modifica costituzionale del titolo V e, nell’ambito della prevenzione,
viene individuata l’ esperienza del Ccm come concreta sperimentazione
per l’integrazione istituzionale e scientifica tra i livelli di governo
centrale e territoriale.