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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Entra in vigore il nuovo regolamento sanitario internazionale: nuove opportunità per rispondere alle minacce globali di salute

(traduzione e adattamento a cura della redazione di EpiCentro)

 

 

Il 15 giugno 2007 è entrata in vigore la versione rivista dell’International Health Regulations (Ihr), il regolamento sanitario internazionale. Si tratta di un insieme di regole e procedure già testate che possono rafforzare la capacità collettiva di difesa dai molteplici rischi per la salute pubblica che il mondo globalizzato di oggi si ritrova ad affrontare.

 

Il regolamento sanitario internazionale rappresenta una tappa cruciale verso la sicurezza globale: stabilisce infatti l’accordo fra l’Oms e i Paesi membri a investire nel controllo della diffusione di epidemie e altre emergenze di salute pubblica a livello mondiale, nella salvaguardia di viaggi, commercio ed economia in generale. In particolare, sono state stabilite anche le regole per minimizzare il rischio di diffusione delle malattie a livello di aeroporti, porti e frontiere. Agli Stati sarà richiesto di riportare tutti gli eventi che potrebbero trasformarsi in emergenze di salute pubblica di impatto internazionale, come quelli provocati da agenti chimici, materiali radioattivi e cibi contaminati.

 

Inoltre, l’Oms ha sviluppato diversi sistemi di gestione delle emergenze di salute pubblica, ha istituito centri operativi ad hoc presso il quartier generale di Ginevra e nei diversi uffici regionali presenti nel mondo e sta lavorando insieme ai suoi collaboratori per rafforzare la Rete globale di allerta e risposta alle epidemie (Global Outbreak Alert and Response Network, Goarn).

 

Breve storia del regolamento

Nella storia della sanità pubblica, il primo incontro per discutere su come fronteggiare emergenze di sanità pubblica a livello internazionale è la Conferenza di sanità internazionale di Parigi: siamo nel 1851, a pochi anni di distanza dall’epidemia di colera che ha imperversato in Europa per quasi vent’anni (1830-1847).

 

A distanza di un secolo, nel 1948, nasce l’Organizzazione mondiale della sanità e soltanto tre anni dopo gli Stati membri adottano l'International Sanitary Regulations. Nel 1969 questo regolamento viene sostituito dall’International Health Regulations che, a parte piccole modifiche nel 1973 e nel 1981, rimarrà praticamente invariato fino alla grossa revisione del 2005. La prima versione del regolamento mira essenzialmente al monitoraggio e al controllo di sei gravi malattie infettive: il colera, la peste, la febbre gialla, il vaiolo, la febbre ricorrente e il tifo.

 

All’inizio degli anni Novanta, il riemergere di infezioni del passato, come il colera in Sudamerica e la peste in India, nonché l’emergenza di nuove malattie come la febbre emorragica provocata dal virus Ebola, porta alla richiesta di una revisione del regolamento, durante l’Assemblea mondiale della sanità del 1995. Dopo diverse risoluzioni internazionali, il 23 maggio 2005 l’Assemblea mondiale della sanità adotta la versione rivista del regolamento.

 

Perché una revisione

All’inizio del ventunesimo secolo, a causa delle pressioni di natura demografica, economica e ambientale si era creato un contesto particolarmente favorevole, come mai prima di allora, all’emergere di malattie infettive, nuove ma non solo. Negli ultimi decenni si è visto che nessun Paese può difendersi da solo dalle malattie e dalle altre minacce alla salute pubblica. Tutti i Paesi sono esposti infatti alla diffusione di organismi patogeni e al loro impatto economico, sociale e politico.

 

L’epidemia di Sars del 2003 è stata la prima a dimostrare quanto il mondo sia globalizzato e quanto rapidamente si possa diffondere una malattia. Questa vulnerabilità condivisa ha creato anche un bisogno di misure protettive collettive e di condivisione delle responsabilità nell’applicare queste misure. Proprio per questo si è sentita la necessità di rivedere il regolamento, per superarne i tre limiti principali:

 

  • l’attenzione rivolta a un numero ristretto di malattie: in un mondo sempre più globalizzato aumentano non solo le possibilità di contatto, ma anche le probabilità di emergenza o riemergenza di infezioni
  • la stretta dipendenza con il sistema ufficiale di notifica dei diversi Paesi: molti di questi in passato si sono dimostrati piuttosto restii a notificare eventuali casi o focolai sospetti, per il timore di ripercussioni negative sul commercio o sul turismo
  • la mancanza di un meccanismo concordato a livello internazionale su come contenere la diffusione delle epidemie.

La novità della revisione sta quindi nel fatto che per la prima volta i Paesi sono concordi sul fatto che il modo più efficace per ridurre il rischio di diffusione a livello globale sia intervenire all’origine di queste minacce per la salute pubblica, e non solo entro i propri confini nazionali.

 

Grazie al regolamento sarà quindi possibile non solo individuare e valutare più rapidamente eventuali emergenze di interesse internazionale, ma anche mettere in atto misure collettive per supportare i Paesi coinvolti nel contenere l’epidemia, nel prevenirne la diffusione e nel salvare vite umane.

 

Come ha sottolineato Margaret Chan, direttore generale dell’Oms, “oggi la minaccia principale alla salute globale è rappresentata dalla pandemia influenzale. Per quanto il rischio non sia diminuito, l’aggiornamento del regolamento potrà aiutare il mondo a essere più preparato a questa eventualità”.

 

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