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Dall’Ecdc una nuova guida sulla vaccinazione per il Papilloma virus

Cristina Giambi, Silvia Declich - reparto Epidemiologia delle malattie infettive, Cnesps-Iss

 

13 settembre 2012 - A settembre 2012 è stato pubblicato il documento Ecdc “Introduction of Hpv vaccines in European Union countries – an update” redatto da un gruppo di esperti  in materia di Papillomavirus umano dell’European Center for Disease Control and Prevention. Questo documento aggiorna e completa (ma non sostituisce) la guida (pdf 530 kb) per l’introduzione dei vaccini anti-Hpv nei paesi dell’Unione europea pubblicato nel 2008, subito dopo l’autorizzazione al commercio di questi vaccini, guida che rimane ancora un’utile referenza sull’Hpv.

 

Il documento, oltre a descrivere lo stato dell’arte dell’introduzione della vaccinazione contro l’Hpv nei Paesi europei, approfondisce molti aspetti di questa tematica: dati di efficacia, immunogenicità e sicurezza nelle donne e negli uomini, opportunità di estendere la vaccinazione al sesso maschile, possibilità di utilizzare schedule vaccinali alternative, accettazione della vaccinazione da parte delle famiglie e degli operatori sanitari. Per ogni punto, questa guida raccoglie i principali studi scientifici disponibili, selezionati dopo una revisione della letteratura di lavori pubblicati dopo il 2007.

 

Questo documento rappresenta uno strumento importante per i professionisti (Ministri della salute e decisori politici) che nei singoli Paesi sono coinvolti nell’adozione e programmazione delle politiche vaccinali, costituendo una solida fonte di informazioni e conoscenze scientifiche in tema di vaccinazione Hpv, indispensabile perché ogni processo decisionale sia basato su evidenze scientifiche.

 

Inoltre favorisce l’adozione di politiche vaccinali uniformi tra i Paesi europei, compatibilmente con la disomogeneità del contesto, dell’organizzazione e delle risorse dei singoli stati.

 

La guida rappresenta anche una base di conoscenze di riferimento per tutti gli operatori sanitari coinvolti nell’offerta della vaccinazione contro l’Hpv. Tale vaccinazione è diversa dalle vaccinazioni pediatriche incluse nei calendari nazionali, sia per il target (adolescenti), sia per le caratteristiche del vaccino (prevenzione di un’infezione a trasmissione sessuale e di una neoplasia), sia per la molteplicità di operatori coinvolti (ginecologi, pediatri, operatori vaccinali, medici di base), sia per i timori legati all’offerta vaccinale (falso senso di sicurezza che potrebbe incoraggiare comportamenti sessuali a rischio tra i giovani e ridurre l’adesione allo screening citologico, che deve invece essere considerata una priorità). Quindi il messaggio che l’operatore sanitario deve trasmettere alle ragazze e ai genitori, contestualmente all’offerta di tale vaccinazione, è complesso. Questo documento rappresenta una risorsa preziosa di conoscenze ed evidenze solide su cui basare, in maniera trasparente, la comunicazione legata all’offerta vaccinale.

 

Alcuni contenuti del documento

Tra le varie tematiche affrontate, il documento propone una revisione delle evidenze relative alla vaccinazione nel sesso maschile sia in termini di efficacia, immunogenicità e sicurezza del vaccino in questa fascia di popolazione, che in termini di costo-efficacia dell’estensione della vaccinazione ai maschi. I dati disponibili mostrano che l’immunogenicità e la sicurezza del vaccino sono comparabili tra i due sessi, relativamente all’efficacia, gli studi pubblicati (che hanno fissato come end-point di efficacia le lesioni genitali esterne e il cancro dell’ano) mostrano risultati promettenti, sebbene ulteriori evidenze siano necessarie per confermare e avvalorare i primi dati prodotti. Inoltre, secondo i modelli al momento disponibili, l’inclusione dei maschi nei programmi vaccinali attuali (che coinvolgono le ragazze prima dell’attività sessuale) è vantaggiosa per entrambi i sessi, ma nella condizione attuale tale introduzione non sembra essere costo-efficace, infatti le campagne volte a incrementare i tassi di copertura vaccinale nelle ragazze (che a oggi non sono ottimali in molti Paesi europei) hanno un rapporto costo-efficacia maggiore rispetto all’estensione della vaccinazione ai maschi. Ulteriori valutazioni dovranno essere condotte non appena nuove evidenze su immunogenicità a lungo termine e schedule alternative saranno disponibili.

 

L’opportunità di schedule vaccinali alternative è un altro argomento di discussione. Quella attuale a tre dosi entro i sei mesi rappresenta in molti Paesi un ostacolo al raggiungimento di adeguate coperture vaccinali, sia per ragioni economiche che per ragioni logistiche. Un trial clinico ha mostrato che non è presente alcuna differenza in termini di immunogenicità ed efficacia tra schedule a due dosi e la schedula a tre dosi prevista dagli attuali programmi vaccinali. Questo risultato deve essere validato da ulteriori evidenze, ma potrebbe costituire una prospettiva interessante.