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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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IGEA: un progetto per la gestione integrata del diabete

I presupposti

Il progetto IGEA nasce dalla consapevolezza che il diabete, con le sue complicanze, rappresenta ancora un grave problema sanitario per le persone di tutte le età e di tutte le aree geografiche e, nonostante i miglioramenti terapeutici e assistenziali, è ancora grande la distanza tra la reale qualità dell’assistenza erogata e quanto raccomandato in sede scientifica. Questa consapevolezza ha indotto il Ministero della Salute, con il Piano Sanitario Nazionale 2003-2005, a impegnare fortemente il Servizio Sanitario Nazionale nei confronti di questa malattia. Le complicanze del diabete, in particolare, sono state tra le aree di intervento prioritarie previste dal Piano di Prevenzione 2004-2006 e dal successivo Piano Nazionale di Prevenzione 2005-2007 (allegato all’Intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005) che ha previsto la realizzazione di progetti regionali finalizzati, nel caso del diabete, a prevenirne le complicanze tramite l’adozione di programmi di “disease management” (gestione integrata della malattia).

 

Per collaborare alla costruzione del progetto IGEA e a favorirne lo sviluppo, è stato nominato un apposito sottocomitato scientifico, composto da esperti diabetologi, epidemiologi e medici di medicina generale: leggi il decreto di nomina.

 

Nel Settembre del 2006, inoltre, l’Italia, insieme a tutti i Paesi membri dell’Ufficio Europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ed all’Unione Europea, ha approvato una strategia complessiva contro le malattie non trasmissibili denominata “Gaining Health” (Guadagnare Salute) che, nell’ambito dell’assistenza alle malattie croniche incluso il diabete, punta al riorientamento dei servizi sanitari, grazie a modelli assistenziali adatti a prevenire le disabilità, alla deospedalizzazione e allo sviluppo delle cure primarie, e all’aumento delle competenze delle persone per l’autogestione della propria malattia.

 

Gli obiettivi

Il disease management è oggi considerato lo strumento più indicato per migliorare l’assistenza delle persone con malattie croniche. Queste persone, infatti, hanno bisogno, oltre che di trattamenti efficaci, anche di continuità di assistenza, informazione e sostegno per raggiungere la massima autogestione possibile. Secondo l’OMS, per attuare un intervento di disease management è fondamentale:

  • disporre di linee guida basate su prove di efficacia
  • promuovere un’assistenza multidisciplinare
  • disporre di sistemi informativi sostenibili e ben integrati sul territorio che incoraggino non solo la comunicazione tra medici, ma anche tra medici e pazienti per ottenere un’assistenza coordinata e a lungo termine
  • promuovere l’autogestione dei pazienti quale componente essenziale dell’assistenza ai malati cronici.

Il Centro Nazionale per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie (CCM) e l'Istituto Superiore di Sanità (ISS) hanno predisposto, a partire dal 2006, il progetto IGEA che prevede la definizione della strategia complessiva dell’intervento e il coordinamento e il supporto ai progetti regionali. L’obiettivo generale del progetto è quello di ottimizzare i percorsi diagnostici e terapeutici, mettendo il paziente e non il sistema al centro dell’organizzazione assistenziale attraverso la realizzazione di un modello che:

  • garantisca interventi efficaci per la totalità dei diabetici
  • attui gli interventi secondo i principi della medicina basata sulle prove
  • assicuri la possibilità di misurare sia la qualità delle cure che il miglioramento degli esiti
  • assicuri la possibilità di attivare gradualmente un modello di assistenza su tutto il territorio nazionale, tenendo conto delle diverse realtà territoriali, ma garantendo comunque uniformità negli interventi.

Le attività

Nell’ambito del progetto IGEA sono state realizzate una serie di azioni volte a favorire il miglioramento dell’assistenza al paziente diabetico.

 

Definizione dei requisiti minimi per la gestione integrata del diabete mellito di tipo 2 nell’adulto: documento di indirizzo

È stato messo a punto un documento d’indirizzo che definisce i requisiti minimi per la gestione integrata del diabete mellito, corredato di un sistema di indicatori. Le raccomandazioni sono state prodotte adottando il metodo GRADE (Grades of Recommendation Assessment, Development and Evaluation), che si basa su una valutazione sistematica delle prove di efficacia e sul bilancio tra rischi e benefici di questi interventi. Un gruppo di lavoro multidisciplinare, individuato dall’ISS, ha definito formalmente gli aspetti prioritari dell’assistenza alla persona con diabete mellito e formulato le relative raccomandazioni, sulla base di una revisione sistematica della letteratura. Il documento contiene informazioni e raccomandazioni che, ispirandosi al modello del disease management, mirano a favorire il miglioramento della qualità delle cure delle persone con diabete.

 

Definizione dei requisiti informativi per un sistema di gestione integrata del diabete mellito di tipo 2 nell’adulto: documento di indirizzo

Questo documento fornisce un inquadramento generale delle tematiche dei sistemi informativi necessari per sostenere il programma di gestione integrata nell’ambito del progetto IGEA. Un programma di gestione integrata per una patologia cronica come il diabete, non può correttamente operare, infatti, senza che sia stato contestualmente attivato un sistema informativo, all’interno del quale tutti gli attori coinvolti possono scambiarsi e condividere le informazioni essenziali alla realizzazione del programma secondo le necessità dell’assistenza e del governo clinico. Il documento è finalizzato a fornire il linguaggio di base e a definire il dominio applicativo dei sistemi informativi in questo contesto. In questo senso, può essere considerato come il quadro di riferimento per impostare l’armonizzazione tra le diverse esperienze regionali e la base per ulteriori futuri sviluppi all’interno del progetto IGEA.

 

Predisposizione di pacchetti formativi e di un piano di formazione rivolto ai medici di medicina generale e ai diabetologi. L’acquisizione di nozioni, linguaggio e atteggiamenti comuni è, infatti, una condizione necessaria per applicare con successo la gestione per percorsi assistenziali. Il piano di formazione è stato concepito come uno strumento a disposizione delle Regioni per l’implementazione della gestione integrata, attraverso l’attivazione di momenti di riflessione e formazione comuni tra gli operatori dei vari servizi e i gruppi portatori di interessi, orientati alla condivisione e alla valutazione delle nuove strategie operative.

 

Progettazione di una campagna di informazione e comunicazione sulla gestione integrata del diabete e sulla prevenzione delle complicanze che prevede la partecipazione attiva dei diversi interlocutori (pazienti giovani, adulti, operatori della rete dei servizi, associazioni di pazienti) per arrivare alla produzione di materiale informativo condiviso. A questo scopo, è stata condotta un’indagine qualitativa con focus group sui bisogni di informazione percepiti dai diversi gruppi coinvolti. L’indagine qualitativa si è posta l’obiettivo di: descrivere i bisogni di informazione dei pazienti diabetici e delle loro famiglie rispetto alla gestione integrata del diabete (rete dei servizi) e alla prevenzione attiva delle complicanze (cosa fare e quando); identificare le persone, gli strumenti e le modalità di diffusione delle informazioni.

 

È da sottolineare, infine, come un progetto nazionale sulla prevenzione delle complicanze del diabete possa contribuire a ridurre le disuguaglianze sociali. È diffusa la falsa percezione che il diabete, come altre malattie croniche, sia un problema soprattutto delle classi più agiate. Sono invece proprio le classi economicamente e socialmente svantaggiate a esserne più gravemente coinvolte. Le persone indigenti e meno istruite tendono ad avere comportamenti a rischio per diversi motivi: percorsi scolastici più brevi, maggiore stress psicosociale, scelta limitata dei modelli di consumo, accesso inadeguato alle cure e alla educazione sanitaria. Inoltre, hanno minore possibilità di sostituire comportamenti a rischio con abitudini più sane ma spesso più costose. L’OMS ha ricordato come un circolo vizioso leghi strettamente le malattie croniche alla povertà: il carico delle malattie croniche grava soprattutto sui poveri e d’altra parte, le malattie croniche possono portare individui e famiglie alla povertà e trascinarli in una spirale negativa di malattia e indigenza.