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Ecdc: rapporto 2008 sull’epidemiologia delle malattie trasmissibili



Aumentano in Europa le infezioni da Chlamydia trachomatis (nei Paesi che svolgono attività di sorveglianza), diminuisce l’incidenza dei casi di Aids, mentre desta preoccupazione l’elevata incidenza di malattie trasmesse attraverso gli alimenti, di infezioni correlate all’assistenza sanitaria e delle forme di tubercolosi multi-resistente ed estensivamente resistente ai farmaci. Sono alcune delle indicazioni che emergono dal rapporto 2008 dell’Ecdc sull’epidemiologia delle malattie trasmissibili e sulle principali minacce per la salute dei cittadini dei Paesi membri dell’Ue e dell’Eea-Efta.

 

Secondo l’Annual epidemiological report (pdf 4,1 Mb), le priorità per la prevenzione e il controllo delle malattie trasmissibili nell'Unione europea non sono cambiate rispetto al 2007. Tuttavia, gli Stati membri sono ancora lontani dal raggiungere gli obiettivi fissati dai programmi di eradicazione delle malattie infettive: ciò vale, in particolare, per il morbillo, che nel 2006 ha fatto registrare 7 mila casi e 6 decessi.

 

Inoltre, persistono problemi di natura metodologica, riguardanti l’armonizzazione dei metodi e la comparabilità dei dati raccolti dai differenti Stati membri. Invecchiamento della popolazione, cambiamenti ambientali, aumento dei fenomeni migratori e mutamenti sociali sono le tendenze a lungo termine che certamente avranno ricadute sullo scenario delle malattie infettive nell’Unione europea.

 

Le novità dell’edizione 2008

Numerose malattie trasmissibili sono caratterizzate da un andamento temporale abbastanza stabile e da variazioni di incidenza e di mortalità piuttosto lente. Di conseguenza, le strategie di prevenzione difficilmente sono soggette a cambiamenti repentini da un anno all’altro. Perciò, nel 2007 l’Ecdc ha deciso di realizzare indagini complete sull’epidemiologia delle malattie trasmissibili su tutte le aree sotto sorveglianza Ecdc solo ogni 3-5 anni, senza tuttavia, rinunciare alla pubblicazione annuale di rapporti sintetici per l’aggiornamento dei dati sulle principali malattie infettive.

 

Secondo la nuova formula, le edizioni annuali contengono: i dati annui sull’incidenza delle malattie in forma di tabelle e di grafici accompagnati da un breve commento, una valutazione delle principali minacce per la salute umana relativamente alle malattie trasmissibili e un approfondimento su uno o due argomenti specifici. Per il 2008 l’Ecdc dedica una sezione del rapporto alla descrizione completa delle infezioni correlate all’assistenza ospedaliera, compresa l’antibiotico resistenza.

 

Infezioni correlate all’assistenza ospedaliera

L'incidenza delle infezioni del sito chirurgico nel 2006 è rimasta stabile rispetto al 2004-2005, fatta eccezione per gli interventi di protesi dell’anca in cui è stata osservata una significativa tendenza alla riduzione: 2,2% nel 2004; 1,6% nel 2005; 1,3% nel 2006.

 

Degli oltre 51 mila pazienti che soggiornano più di due giorni in unità di terapia intensiva, il 6,8% contrae una polmonite. L'incidenza varia dall’1,5% nei pazienti non ventilati al 22,2% nei pazienti ventilati per una settimana o più. Per quanto riguarda le infezioni acquisite nelle unità di terapia intensiva, il microrganismo più frequentemente isolato nelle polmoniti è lo Pseudomonas aeruginosa, mentre per le infezioni invasive sono gli stafilococchi coagulasi‑negativi.

 

Antibiotico resistenza

I dati provenienti dal Sistema europeo per la sorveglianza della antibiotico resistenza (Earss) rilevano che, nel 2006, la maggior parte dei Paesi dell’Europa settentrionale segnalava la presenza di Streptococcus pneumoniae non sensibile alla penicillina (Pnsp) al di sotto del 5%. Nei Paesi del sud Europa, invece, la percentuale oscillava dal 7% al 25%.

 

Lo Staphylococcus aureus meticillino-resistente, nel 2006, ha continuato a circolare nei Paesi europei ad alto, medio e basso tasso endemico. In 15 dei 31 Paesi partecipanti alla sorveglianza (soprattutto in Europa meridionale, Regno Unito e Irlanda) è stata rilevata una percentuale di isolati di Staphylococcus aureus resistenti alla meticillina, pari o superiore al 25%, con trend stabili in alcuni degli Stati a elevata endemicità. Nel Nord Europa la percentuale è rimasta inferiore al 4%.

 

Preoccupanti i dati sulla resistenza agli antibiotici di Escherichia coli e Pseudomonas aeruginosa: se per il primo patogeno l’aumento del livello di resistenza al fluorochinolone in Europa è stato particolarmente allarmante, nel 2006 quasi un quinto degli isolati di P. aeruginosa responsabile di malattie invasive risultava resistente a tre o più antibiotici, in particolare nei Paesi dell’Europa meridionale.

 

Hiv e infezioni sessualmente trasmesse

Secondo il documento dell’Ecdc, nel 2006 sono stati diagnosticati oltre 25 mila nuovi casi di infezione da Hiv in 29 Paesi (esclusi Italia, Spagna e Liechtenstein), con un’incidenza di 6 casi ogni 100 mila abitanti. Un numero crescente di casi di Hiv sono stati segnalati in Estonia, Lettonia, Lussemburgo, Portogallo e Regno Unito. In declino di più di un terzo dal 1999 il trend dell’incidenza dell’Aids nei Paesi Ue ed Eea-Efta: nel 2006 si sono registrati 7035 casi (1,4 nuovi casi ogni 100 mila abitanti).

 

Il 53% delle infezioni da Hiv si trasmette tramite rapporti eterosessuali, di cui circa il 40% è stato diagnosticato in persone provenienti da Paesi con un’epidemia generalizzata. Escludendo questi casi la via di trasmissione principale è il rapporto sessuale tra uomini (37%). Un numero elevato di persone Hiv-positive dell'Unione europea continua a non essere a conoscenza della propria infezione: ciò sottolinea la necessità di aumentare gli sforzi per diffondere l’uso del test per l’Hiv.

 

Nel 2006, la Chlamydia trachomatis ha continuato a essere l’infezione più segnalata tra le malattie sessualmente trasmesse, con quasi 250 mila casi nei 22 Stati che svolgono l'attività di sorveglianza. Nel 2006, la frequenza è stata pari a 92 casi ogni 100 mila abitanti ed è stata individuata una nuova variante di Chlamydia trachomatis in Svezia.

 

Influenza aviaria e tubercolosi

Nel 2006 si è verificato il primo caso di influenza aviaria ad alta patogenicità (A/H5N1) negli uccelli selvatici e nel pollame nell'Unione europea. Tuttavia, nel corso del 2006, nell'Ue non sono stati segnalati casi umani di infezione da A/H5N1, ma è stato riferito un solo caso di infezione da virus H7 a bassa patogenicità, in un lavoratore dell’industria del pollame nel Regno Unito. Il rafforzamento del pacchetto di leggi sulla salute animale ha garantito una risposta coerente alla crescente minaccia rappresentata dal virus A/H5N1 negli Stati membri dell'Unione europea.

 

L’incidenza della tubercolosi (Tb) ha continuato a diminuire nelle popolazioni di quasi tutti gli Stati membri. Tuttavia, i recenti cambiamenti demografici, politici e socioeconomici avvenuti in Europa hanno determinato un incremento della diffusione della malattia. La malattia sta infatti diventando più comune in immigrati, senza tetto, poveri, persone affette da Hiv, detenuti e tossicodipendenti. Inoltre, vi sono aree con elevati livelli di tubercolosi farmaco-resistente, dove si registrano infezioni multi-resistenti (Mdr) ed estensivamente resistenti (Xdr), a causa di programmi di trattamento incompleti o mal progettati.

 

Malattie prevenibili con la vaccinazione

Dall'introduzione della vaccinazione universale dei bambini per l’Haemophilus influenzae di tipo B (Hib), nella maggior parte dei Paesi dell'Ue il trend di incidenza della malattia invasiva Hib si è sensibilmente ridotto e continua a essere basso per l'intera popolazione dei Paesi dell'Unione europea (nel 2006 è al di sotto di 1 caso ogni 100 mila abitanti).

 

Diversi Paesi europei hanno aggiunto al loro programma di vaccinazione il vaccino pneumococcico eptavalente coniugato (Pcv-7) per i gruppi ad alto rischio, sollevando preoccupazioni rispetto alla possibilità che i comuni sierotipi possano essere gradualmente sostituiti da sierotipi non coperti dal vaccino Pcv-7, come è già stato osservato negli Stati Uniti.

 

Nonostante una riduzione del trend nel corso dell'ultimo decennio, nel 2006 il morbillo è ancora una priorità di salute pubblica con oltre 7 mila casi di infezione e 6 decessi.

 

La maggior parte dei Paesi Ue ha utilizzato vaccini acellulari contro la pertosse. Dopo un periodo di stabilità, dal 2003 il tasso di notifica sembra essere aumentato leggermente in alcuni Paesi dell'Ue.

 

Malattie alimentari e trasmesse dall’acqua

Il campylobacter continua a essere l’agente patogeno responsabile di gastroenterite più spesso segnalato nei Paesi dell’Unione europea e dell’Eea-Efta, con un’incidenza di quasi 40 casi ogni 100 mila abitanti, anche se sembra esserci un lieve calo dal 2005 al 2006. Con un tasso di notifica poco superiore a 1 caso ogni 100 mila abitanti, le infezioni da Shiga-tossine/Verocitotossine (Vtec/Stec) sembrano in diminuzione, anche se alcuni Paesi segnalano un maggior numero di casi, specialmente nei bambini piccoli.

 

Le principali minacce per la salute pubblica del 2007

Relativamente alle malattie trasmissibili, tra gli episodi che hanno suscitato maggiore allarme per la salute pubblica, nel 2007 si segnalano:

  • l’epidemia di febbre chikungunya in Italia
  • le febbri emorragiche virali (tra cui i focolai di Ebola in Congo e in Uganda, i focolai della febbre della Valle del Rift in Kenya, Somalia, Tanzania e Sudan, l’incremento delle segnalazioni di febbre dengue in Brasile e nelle isole Vergini britanniche, l’aumento dei casi di febbre emorragica Congo-Crimea in Turchia)
  • il caso del viaggiatore con sospetta tubercolosi Xdr che nel maggio 2007 ha volato tra Stati Uniti d'America ed Europa
  • le segnalazioni di casi umani di influenza A/H5N1 in Paesi della regione europea dell’Oms (Azerbaijan e Turchia).

Scarica il rapporto completo (pdf 4,1 Mb) e leggi la sintesi (pdf 91 kb).