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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Gli aggiornamenti epidemiologici della settimana (al 22 novembre 2012)



Eventi in Europa

Il “Communicable disease threats report, 11-17 November 2012, week 46” (pdf 499 kb), aggiorna i dati sull’epidemia con trasmissione autoctona di virus dengue nella Regione autonoma di Madeira (Portogallo), dove le autorità sanitarie riferiscono, all’11 novembre, un totale di 1357 casi (669 confermati da indagini di laboratorio e 688 probabili). Non sono stati riportati decessi. Sono invece 25 i casi di infezione registrati tra turisti europei di ritorno dall’isola. Non sono stati riportati casi autoctoni in altri Paesi europei.

 

Grazie alla collaborazione tra le autorità sanitarie di Madeira ed esperti Ecdc (sull’isola dal 22 ottobre al 16 novembre), è stato aggiornato il rapid risk assessment del 10 ottobre scorso. Nel nuovo rapid risk assessment (pdf 752 kb), pubblicato il 20 novembre, si conferma che la situazione epidemiologica non implica restrizioni aggiuntive nel commercio e nei viaggi rispetto alle procedure di disinfestazione in corso. Inoltre l’Ecdc raccomanda:

  • misure di protezione individuale volte a evitare i pizzichi di zanzara per viaggiatori e residenti nell’isola di Madeira, tenendo conto che il vettore coinvolto è una zanzara diurna
  • che chiunque sviluppi febbre con grave cefalea, dolore retro-orbitario, mialgia, artralgia e esantema maculo-papulare entro 21 giorni dal ritorno da un viaggio a Madeira consulti un medico
  • che nelle aree geografiche limitrofe e negli Stati europei venga valutato il rischio di una stabilizzazione di popolazioni di zanzare Aedes e dell’introduzione del virus dengue.

Al 26 ottobre sono 76 (di cui 16 autoctoni e 60 di importazione) i casi di malaria da Plasmodium vivax in Grecia. È in corso una missione congiunta Ecdc-Oms nel Paese per valutare la situazione epidemiologica della malaria e del virus West Nile.

 

Durante la settimana 45, tutti i 27 Paesi Ue notificanti hanno riportato un’attività clinica dell’influenza di bassa intensità. Sono stati evidenziati nel bollettino Ecdc trend in aumento in cinque Paesi non necessariamente dovuti a casi confermati di infezione.

 

Nel Cdtr 46 si segnala che il 13 novembre l’Health Protection Agency (Hpa) ha pubblicato la sequenza completa del genoma del virus isolato dal caso di infezione da nuovo coronavirus diagnosticato nel Regno Unito. L’analisi indica che probabilmente le fonti di infezione tra questo e il primo caso segnalato sono indipendenti.

 

Inoltre un articolo pubblicato su mBIO il 22 novembre indica che dall’analisi filogenetica del gene della replicasi di un ceppo del nuovo coronavirus umano emerge uno stretto collegamento con due coronavirus dei pipistrelli. Questa scoperta è suggestiva di un’origine zoonotica dell’infezione.

 

Eventi nel Mediterraneo

Dal bollettino settimanale “EpiSouth Weekly Epi Bulletin – N. 243 (7-14 Novembre 2012)” (pdf 408 kb) un aggiornamento sui casi di virus West Nile in Croazia, Montenegro, Italia e Tunisia.

 

In Croazia l’8 novembre, il ministero dell’Agricoltura ha riferito all’Oie (World Organisation for Animal Health) 6 focolai tra gli equini nelle contee orientali di Brod Posavina e in quella di Virovitica-Podravina. Il 17 settembre, 5 casi probabili di infezione nell’uomo erano stati riferiti dal National Institute of Public Health croato, sempre nella parte orientale del Paese. Il 2012 è il primo anno in cui la Croazia riporta casi di infezione da West Nile virus, sia nei cavalli che nell’uomo.

 

Il Public Health Institute del Montenegro ha ripotato il 14 novembre al network EpiSouth il primo caso umano mai segnalato nel Paese di infezione da virus West Nile. La paziente di 18 anni vive nella capitale Podgorica e ha riferito di aver viaggiato nell’area di Ulcinj (sulla costa). Entrambe le località sono quindi state considerate potenziali aree affette. 

 

In Italia, il bollettino epidemiologico della sorveglianza dei casi umani di malattia neuro-invasiva da West Nile virus segnala, al 21 novembre, 28 casi umani confermati di malattia neuroinvasiva da virus West Nile. Ad oggi quattro Regioni: Veneto, Friuli-Venezia-Giulia, Sardegna e Basilicata hanno riportato casi di infezione.

 

Il 14 novembre, le autorità sanitarie tunisine hanno riferito al network EpiSouth 63 casi di infezione umana da virus West Nile, di cui 10 fatali, in 9 diversi governatorati: Gabes, Kebili, Monastir, Mahdia, Biserta, Jendouba, Susa, Tozeur, Sfax. Rispetto agli anni precedenti, in cui si registravano solo casi sporadici, quest’anno l’epidemia ha una intensità molto maggiore.

 

Eventi nel resto del mondo

In Uganda, nel 2012, si sono registrati focolai consecutivi di febbri emorragiche: Marburg ed Ebola.

  • L’articolo “Uganda battles Marburg fever outbreak”, pubblicato su The Lancet il 17 novembre, racconta come gli operatori sanitari stanno affrontando l’epidemia di febbre di Marburg che dal 19 ottobre ha colpito 18 persone, uccidendone 9. Non esistendo una cura per questo virus, l’obiettivo principale delle autorità nazionali è limitarne al massimo la diffusione cercando di identificare e isolare i contatti nel modo più tempestivo possibile.
  • Il comunicato del Global Alert and Response, pubblicato il 17 novembre, annuncia che il ministero della Salute dell’Uganda ha comunicato all’Oms la presenza di un focolaio di Ebola (specie Sudan) nel distretto di Luweero (zona centrale del Paese). Quattro casi sono stati notificati, di cui 3 fatali. L’Oms non raccomanda restrizioni nei viaggi o nel commercio con l’Uganda. Il 4 ottobre 2012 l’Oms aveva annunciato la fine di una epidemia di Ebola nel distretto ugandese di Kibaale, nella regione occidentale del Paese. Il focolaio aveva causato 24 casi, di cui 11 confermati, e 17 decessi.

Il comunicato del Global Alert and Response pubblicato il 13 novembre annuncia che il ministero della Salute federale del Sudan ha notificato all’Oms un’epidemia di febbre gialla che interessa 23 località in Darfur. All’11 novembre, sono stati notificati 329 casi sospetti, di cui 97 fatali. Le zone più colpite sono il Darfur centrale e meridionale.