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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Vaccinazione antinfluenzale nei bambini



Pietro Ragni, Bianca Maria Borrini, Luisella Grandori, Roberto Rangoni - Operatori di Aziende USL dell’Emilia-Romagna

Per quanto riguarda il merito del problema relativo alla vaccinazione antinfluenzale nei bambini, ci associamo al recente commento di Giovanni Gallo e a quello di un anno fa di Pirous Fateh-Moghadam.
Vorremmo invece avanzare qualche osservazione sui modi con cui oggi procede in Italia il dibattito sulle vaccinazioni dell’infanzia, antinfluenzale compresa.
A nostro avviso, in condizioni normali le questioni rilevanti in sanità pubblica dovrebbero essere affrontate e confrontate in sede scientifica - fra ricercatori, professionisti, e anche sulla tribuna di Epicentro - e in sede istituzionale – Organi del Servizio Sanitario Nazionale e delle Regioni.

Negli ultimi tempi, invece, pare che lo strumento più in voga sia costituito dal comunicato stampa e dalla conferenza stampa rivolta ai grandi media (quotidiani, televisioni), magari a conclusione di convegni ristretti.

Altre volte, come ci capita di sentire, professionisti che hanno importanti responsabilità in Sanità Pubblica rilasciano interviste nelle quali forniscono raccomandazioni sensibilmente differenti da quelle indicate nei documenti ufficiali.

E dato che le raccomandazioni dei comunicati stampa sono molto spesso orientate a scelte interventiste, si creano nell’opinione pubblica aspettative improprie, o addirittura ansia e preoccupazione. Gli operatori delle Regioni e del territorio sono poi chiamati non a discutere in modo sereno del rapporto costo/beneficio o dell’opportunità di una certa vaccinazione, bensì a risalire faticosamente la china e a spiegare alla popolazione come mai l’AUSL non fornisca gratuitamente il vaccino. Insomma, c’è chi fa la parte del buono e chi quella del cattivo, e noi (quelli che corrispondono ai “cattivi”) vorremmo invece discutere delle strategie vaccinali non con ogni singolo genitore che incontriamo (come siamo stati costretti a fare in questi giorni, assieme a migliaia di colleghi), ma, se possibile, con chi per lavoro e competenza si occupa di Sanità Pubblica.

Non crediamo che la conferenza stampa sia lo strumento più appropriato per intavolare un dibattito scientifico, specie da parte di chi dice di promuovere la salute pubblica. Senza dimenticare che il media usato come megafono ha sì la capacità di alzare il volume di chi parla ma, come sappiamo, non agevola la discussione e non migliora la qualità delle argomentazioni.

Piuttosto, se si vuole davvero un dibattito serio, chi desidera sollecitare le Regioni ad offrire gratuitamente alcune vaccinazioni, dovrebbe dapprima dialogare direttamente con queste, anziché rivolgersi – a nostro avviso impropriamente - a telegiornali e inserti-salute, che non sono forum di sanità pubblica, ma hanno la finalità di informare il grande pubblico e hanno anche la potenzialità di indurre aspettative su larga scala. E per gli stessi motivi questi importanti strumenti dovrebbero essere utilizzati in modo più attento e coerente.