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Cedap 2005: la fotografia del parto in Italia

In Italia, nel 2005 più di un terzo dei parti viene effettuato con taglio cesareo, percentuale molto più alta della soglia del 10-15% che secondo l’Oms garantisce il massimo beneficio complessivo per la mamma e il bambino. Il ricorso al cesareo arriva quasi al 60% nelle strutture private, fino a superare addirittura il 70% nelle case di cura non accreditate. Sono circa il 14% del totale i nati da mamma straniera, quasi 32 anni l’età media delle mamme italiane. La quarta edizione del rapporto Cedap (certificato di assistenza al parto) presenta la fotografia del parto in Italia aggiornata al 2005.

 

Se analizziamo più nel dettaglio i dati (a cura dell’ufficio di Direzione statistica della direzione generale del Sistema informativo del ministero della Salute), si nota che l’88% dei parti è avvenuto in strutture di ricovero pubbliche, l’11,6% in case di cura e solo lo 0,18% presso il domicilio della puerpera. Nel 2005, circa il 13,8% dei parti è relativo a madri di cittadinanza non italiana: Europa dell’est (41%) e Africa (25%) sono le aree geografiche di provenienza più rappresentate.

 

L’età media della mamma è di 31,9 anni per le donne italiane, mentre scende a 28,6 anni per le straniere. Quasi il 41% delle puerpere ha una scolarità medio alta, il 41,5% medio bassa, mentre più del 17% ha conseguito la laurea. Fra le straniere prevale invece una scolarità medio bassa (53%). L’analisi della condizione professionale mostra che circa la metà delle mamme ha lavoro, quasi il 40% sono casalinghe e il 10,5% sono disoccupate o in cerca di prima occupazione.

 

Ricorso al cesareo e Pma

Si conferma il ricorso eccessivo al parto per via chirurgica. Il 37,3% dei parti avviene con taglio cesareo. Questa percentuale sale per i parti che avvengono in case di cura private (59,9% nelle accreditate e 72,6% nelle non accreditate), mentre negli ospedali pubblici si ricorre al cesareo nel 34,2% dei casi. Si tratta comunque di una tecnica più frequente tra le italiane rispetto alle straniere (rispettivamente: 39,2% contro il 27,2%).

 

In circa l’83% delle gravidanze il numero di visite ostetriche effettuate è superiore a 4, mentre nel 73,6% delle gravidanze si effettuano più di 3 ecografie. La percentuale di donne italiane che effettuano la prima visita oltre la 12° settimana è pari al 4,6%; un dato che sale al 18,6% per le straniere. In media, inoltre, sono state effettuate circa 16 amniocentesi ogni 100 parti. Quasi la metà delle puerpere con più di 40 anni esegue questa indagine diagnostica.

 

Per 4.564 parti si è fatto ricorso a una tecnica di procreazione medicalmente assistita (Pma): in media 0,9 ogni 100 gravidanze. La tecnica più utilizzata è stata la fecondazione in vitro e trasferimento di embrioni nell’utero (Fivet), seguita dal metodo di fecondazione in vitro tramite iniezione di spermatozoo in citoplasma (Icsi).

 

L’1% dei nati ha un peso inferiore a 1.500 grammi, il 5,8% tra 1.500 e 2.500 grammi.

Sono 1.458 i nati morti, per un tasso di natimortalità pari a 2,85 nati morti ogni 1.000 nati. Sono 3.078, invece, i nati con malformazioni. L’indicazione della causa è presente rispettivamente solo nel 34,8% dei casi di natimortalità e nel 64% di nati con malformazioni.