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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Oms: sfera sessuale e riproduttiva, una priorità di salute pubblica

 

(traduzione e adattamento a cura della redazione di Epicentro)

 

Il primo studio globale sulla salute sessuale e riproduttiva che sia mai stato condotto, in via di pubblicazione sulla rivista The Lancet, mostra un quadro preoccupante: calo del supporto finanziario, interferenze sempre maggiori da parte della politica e riluttanza generalizzata ad affrontare le minacce per la salute sessuale e riproduttiva.

 

Lo studio, coordinato dall’Organizzazione mondiale della sanità, mostra un grado sempre più elevato di disabilità e mortalità prematura legate alla salute sessuale e riproduttiva. Il sesso non protetto è infatti la seconda tra le cause principali di malattia e morte nei Paesi in via di sviluppo, mentre nei Paesi industrializzati è al nono posto.

 

Dall’analisi emerge come un numero sempre maggiore di bisogni venga negato o ignorato. Ogni anno sono più di mezzo milione le donne che muoiono a causa di complicanze della gravidanza e del parto. Nonostante l’accesso alle tecniche di contraccezione sia aumentato in tutto il mondo, si stima che siano ancora 120 milioni ogni anno le coppie che vanno incontro a gravidanze impreviste o indesiderate. Di queste, 45 milioni finiscono con un aborto. Secondo l’Oms, ogni anno vengono portati a termine almeno 19 milioni di aborti clandestini, che provocano circa 68 mila morti e milioni di danni e deficit permanenti.

 

Dal 1994, quando al Cairo è stato coniato per la prima volta il concetto di salute riproduttiva, sembra che in realtà, più che progredire, si siano fatti dei passi indietro. Tra il 1995 e il 2003, le donazioni a favore della pianificazione familiare sono infatti calati da 560 a 460 milioni di dollari. Secondo l’indagine, i servizi di pianificazione familiare in Africa avrebbero bisogno di almeno altri 70 milioni di dollari soltanto per raggiungere l’intervallo medio di proiezioni di fertilità raccomandato dalle Nazioni unite. I finanziamenti per lo sviluppo di metodi contraccettivi sono poi diminuiti rispetto a quelli per la ricerca sui farmaci contro l’Hiv/Aids.

 

Inoltre, è di importanza cruciale studiare i comportamenti sessuali. L’analisi dei dati provenienti da 59 Paesi smentisce la credenza comune secondo cui si stia abbassando ovunque l’età del primo rapporto sessuale. Tuttavia, il fatto che le persone si sposino più tardi implica maggiori occasioni di rapporti prematrimoniali: aumentano così le gravidanze non programmate, gli aborti clandestini e le infezioni sessualmente trasmesse tra i giovani. I comportamenti sessuali variano notevolmente nel mondo e purtroppo sono un tema spesso trascurato, anche da parte di politici e operatori sanitari. Secondo l’Oms, se non si affronterà in modo aperto e diretto il problema della salute sessuale e riproduttiva, il carico di morte e disabilità rimarrà invariato ancora per molti anni a venire.

 

Data la varietà dei comportamenti sessuali e riproduttivi messa in luce dall’indagine, occorre un insieme di strategie preventive differenziate, piuttosto che un unico approccio comune per tutti. Secondo gli autori, è essenziale affrontare in modo integrato la salute sessuale e riproduttiva con la povertà, le diseguaglianze di genere e i comportamenti sociali a rischio.

 

Lo studio, che sarà pubblicato su The Lancet da novembre 2006, si focalizza su temi come l’adozione di un approccio di salute pubblica sulla salute sessuale e riproduttiva, per ridurre morti e disabilità dovute a sesso non sicuro e l’impatto degli aborti clandestini, ma anche per mettere la salute sessuale e riproduttiva, la pianificazione familiare e la contraccezione fra le priorità per raggiungere gli “obiettivi del millennio”.

 

Leggi il comunicato originale.