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Unicef: il benessere dei bambini nei Paesi ricchi

Il Centro di ricerca Innocenti di Firenze dell’Unicef ha pubblicato il rapporto “Child poverty in perspective: an overview of child well-being in rich countries”, dal sottotitolo “A comprehensive assessment of the lives and well-being of children and adolescents in the economically advanced nations”.

 

Lo scopo del rapporto, il settimo prodotto dal Centro, è di favorire il monitoraggio e il confronto e stimolare la discussione e lo sviluppo di politiche per migliorare la qualità della vita dei bambini, in base alla massima «per migliorare qualcosa bisogna prima misurarlo».

 

Il quadro complessivo del benessere dei bambini è fotografato attraverso l’esame di sei aspetti: il benessere materiale, la salute e la sicurezza, l’istruzione, la famiglia e le relazioni con i coetanei, l’autopercezione del benessere e gli stili di vita. Il rapporto sottolinea che nessuno dei sei parametri, da solo, può fotografare il benessere generale dei bambini.

 

Le conclusioni indicano che nei Paesi sviluppati i bisogni basilari dei bambini sono in genere soddisfatti, ma c’è ancora margine di miglioramento per il loro benessere. In tutti i Paesi considerati sono stati fatti passi avanti, e non c’è un Paese in cui la situazione risulti migliore degli altri sotto tutti i sei aspetti. Anzi, nessun Paese rientra nelle prime 7 posizioni in tutti i parametri.

 

«Tutti i Paesi hanno dei punti deboli su cui devono concentrare gli sforzi», commenta Marta Santos Pais, direttore del centro Innocenti, «e vari Paesi si trovano in posizioni molto diverse a seconda dei parametri considerati».

 

L’Italia si colloca all’ottavo posto nella graduatoria generale, ma occupa la prima posizione per quanto riguarda la famiglia e le relazioni con i coetanei. Buono anche il risultato nel settore “salute e la sicurezza” (quinto posto), mentre per l’istruzione i bambini italiani sono i penultimi, seguiti solo dai portoghesi.

 

In generale, i punteggi più alti sono quelli dei Paesi nordeuropei: le prime posizioni sono occupate da Paesi Bassi, Svezia, Danimarca e Finlandia. Dal rapporto comunque non emerge un legame stretto fra benessere dei bambini e reddito pro capite: per esempio la Repubblica Ceca si posiziona per vari parametri meglio di diversi Paesi più ricchi come la Francia e l’Austria, e gli ultimi due posti della graduatoria generale sono occupati da Stati Uniti e Regno Unito.

 

Il rapporto ha esaminato i dati di 21 Paesi dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico): Paesi Bassi, Svezia, Danimarca, Finlandia, Spagna, Svizzera, Norvegia, Italia, Irlanda, Belgio, Germania, Canada, Grecia, Polonia, Repubblica Ceca, Francia, Portogallo, Austria, Ungheria, Stati Uniti, Regno Unito.

 

Ricordando che secondo la Convenzione sui diritti dei bambini tutti i Paesi sono chiamati a dedicare all’infanzia «la massima quantità possibile di risorse», Santos Pais spiega l’importanza del confronto internazionale: «Un Paese non può dire di stare facendo il suo meglio per i suoi bambini se altri Paesi, dal livello di sviluppo economico simile, stanno facendo molto meglio».

 

Nelle intenzioni del Centro Innocenti, il Rapporto è da considerare come il primo passo per un monitoraggio regolare ed esauriente del benessere dei bambini nei Paesi dell’Ocse. La speranza dell’Unicef è che il rapporto stimoli le discussioni, in modo che i prossimi passi comprenderanno anche analisi di aree chiave che in questo caso sono state trascurate, come gli abusi sui bambini e la loro salute mentale ed emozionale.

 

Scarica il rapporto completo (pdf 1,52 Mb).