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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro

I casi di meningite/sepsi da meningococco C nella Provincia di Treviso

Antonio Ferro1, Sandro Cinquetti2, Paola Corziali3, Giovanni Gallo3, Gianluigi Lustro4, Paola Paludetti5, Tiziana Menegon5, Vincenzo Baldo6

 

1Servizio sanità pubblica e screening, direzione regionale Prevenzione

antonio.ferro@regione.veneto.it

2Direzione sanitaria azienda Ulss 7, Pieve di Soligo

3dipartimento di Prevenzione, azienda Ulss 9, Treviso

4dipartimento di Prevenzione azienda Ulss 8, Asolo

5dipartimento di Prevenzione azienda Ulss 7, Pieve di Soligo

6istituto di Igiene, Università degli studi di Padova

 

Nella Provincia di Treviso tra il 13 e il 15 dicembre 2007, si sono verificati 7 casi di meningite/sepsi da Neisseria meningitidis (meningococco) con tre decessi. Le indagini effettuate presso i laboratori di Treviso, Montebelluna e Conegliano, hanno diagnosticato la presenza di meningococco di gruppo C in sei casi, mentre per il settimo caso le indagini di sierotipizzazione sono ad oggi ancora in corso. Il laboratorio di riferimento di Padova, a cui sono stati inviati i campioni, ha confermato la stretta correlazione genomica dei meningococchi isolati.

 

L’età media delle persone coinvolte nell’epidemia è risultata pari a 22,6 anni (range 15-33 anni). L’indagine epidemiologica eseguita ha permesso di evidenziare come tutti i soggetti coinvolti avevano frequentato, tra l’8 e il 9 dicembre 2007, alcuni locali della Provincia nei quali veniva praticato il ballo latino-americano.

 

A seguito dell’indagine eseguita circa 600 persone sono state ritenute “contatto a rischio” e per tale motivazione, sono state sottoposte a profilassi; per motivi precauzionali, altre 80 persone circa sono state ricoverate o tenute in osservazione breve e poi dimesse.

 

Un ulteriore caso di meningite si è verificato il 20 dicembre 2007. Il soggetto, ricoverato presso la divisione di Malattie infettive dell’Azienda ospedaliera di Padova, è uno studente dell’Università di Padova, Facoltà di Farmacia, residente a Conegliano, con sintomi di sepsi meningococcica.

 

L’indagine epidemiologica, condotta dal dipartimento di Prevenzione di Padova, ha presupposto che il contagio potrebbe essere avvenuto nel precedente fine settimana nella zona di residenza, ipotesi suffragata dal laboratorio per la stretta correlazione genomica con i casi precedentemente isolati.

 

Un nuovo caso di meningite da meningococco C è stato diagnosticato a Mestre il 4 gennaio 2008.

 

Andamento delle malattie da meningococco C in Veneto
I portatori asintomatici di meningococco sono molti (10% della popolazione, il 25% dei giovani adulti). Questi soggetti possono essere sorgenti di infezione e quindi trasmettere il germe. Solo in rari casi, per motivi non ancora conosciuti, il meningococco causa gravi malattie invasive, come la meningite e la setticemia.

 

La maggior parte dei casi in Italia sono segnalati come sporadici e a volte si evidenziano piccoli cluster epidemici.

 

In Veneto, al 30 dicembre 2007 sono stati segnalati al centro di riferimento regionale 14 casi di meningite da Neisseria Meningitidis di tipo C con un incidenza annuale pari a 0,3 casi ogni 100.000 abitanti. La disaggregazione per classe di età evidenzia la maggior incidenza annuale nella classe di età tra 1 e 4 anni (1.1 x 100.000 abitanti) a cui segue la classe di età 15-29 anni (0.8 x 100.000 abitanti).

 

Il grafico illustra i casi di meningite menigococcica tipo C disaggregati per mese di notifica con alcuni casi sporadici all’inizio dell’anno ed il cluster del mese di dicembre relativo alla piccola epidemia verificatasi nella Provincia di Treviso. Appare quindi plausibile la particolare aggressività del ceppo circolante in Provincia di Treviso che fino ad oggi ha causato 7 casi accertati con 3 decessi.

 

Grafico

 

Strategia di profilassi intrapresa nella Provincia di Treviso e in Veneto
La strategia adottata nei Comuni della Provincia di Treviso sede del cluster epidemico è stata discussa e concordata tra i dipartimenti di Prevenzione delle aziende Ulss interessate, la direzione per la Prevenzione, l’Istituto superiore di sanità, il ministero della Salute, il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) e la speciale task force Goarn (Global Outbreak Allert and Response Network).

 

Innanzitutto la prima azione attuata in tempi molto rapidi è stata la ricerca attiva e la conseguente chemioprofilassi dei contatti stretti dei soggetti malati.

 

Considerando gli aspetti epidemiologici peculiari del cluster epidemico (numero di casi, particolare virulenza del ceppo e localizzazione spazio-temporale), oltre a quanto specificato nelle linee guida, si è ritenuto opportuno effettuare l’offerta attiva della chemioprofilassi antibiotica specifica anche ai contatti episodici con i casi, nel periodo tra l’esposizione e la manifestazione della malattia.

 

Contemporaneamente si è decisa l’offerta di una dose di vaccino anti-meningoccico C alla popolazione giovanile (15-29 anni) dei Comuni interessati da almeno un caso di malattia.

Infine, si è provveduto a sensibilizzare l’attenzione dei medici del territorio nei confronti della sintomatologia specifica indotta dalla meningite con particolare attenzione ai propri pazienti che avessero avuto un contatto con i casi.

 

È in corso di valutazione un progetto di vaccinazione allargata nella Provincia di Treviso e della eventuale estensione dell’offerta ad altre coorti in tutto il territorio regionale al fine di raggiungere in tempi più rapidi la copertura vaccinale della coorte dei soggetti giovani che sono sicuramente il gruppo più a rischio per tale patologia.

 

La meningite fa paura, in modo anche irrazionale, alimentata dalla mancanza di informazione. Tale paura ha la sua giustificazione nella rapidità e nella violenza con cui tale patologia colpisce. Le considerazioni epidemiologiche purtroppo non vengono raccolte e l’emotività induce un forte impatto sull’organizzazione sanitaria. È proprio in questi momenti di crisi che la solidità di un sistema si misura.

 

Il lavoro svolto dalla sanità veneta, e in particolare dai dipartimenti di Prevenzione e dalle microbiologie delle aziende ULSS interessate, ha meritato, per le modalità con cui è stata affrontata l’emergenza, il plauso di tutte le istituzioni e in particolare del ministero della Salute.

 

Leggi anche i comunicati delle aziende sanitarie sulla campagna di vaccinazione straordinaria: