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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Dal workshop dati epidemiologici, buone pratiche e proposte di miglioramento per la sorveglianza alle malattie batteriche invasive

Paolo D’Ancona - reparto Epidemiologia delle malattie infettive (Cnesps – Iss), Coordinatore epidemiologico della sorveglianza italiana per le malattie batteriche invasive ed Esperto nominato dall'Ecdc per le malattie batteriche invasive.

 

7 marzo 2012 - Una riflessione sugli aspetti epidemiologici e microbiologici delle malattie batteriche invasive (Mib) e sullo stato dell’intero sistema, realizzata attraverso la partecipazione interattiva dei partecipanti coinvolti a vario livello in questa sorveglianza hanno permesso di verificare le aspettative e le criticità dell’attuale sistema: sono questi i tre punti fondamentali emersi dal workshop “Sorveglianza delle malattie batteriche invasive”. Il programma dell’evento, preparato per fornire un quadro chiaro sui dati microbiologici ed epidemiologici dei principali batteri sotto sorveglianza, si è focalizzato soprattutto sulla caratterizzazione molecolare, uno strumento indispensabile per stimare l’efficacia dei vaccini in uso in Italia e quelli di nuovo sviluppo.

 

Temi trattati

L’inquadramento di queste patologie in Europa, presentato da Lucia Pastore Celentano (Ecdc di Stoccolma), ha mostrato la necessità di lavorare su dati di qualità confrontabili tra Stati membri. Infatti la sorveglianza europea, attiva e funzionante, necessita di nuovi dati molecolari, di una definizione di caso condivisa in tutti i Paesi, di un livello di sensibilità più elevato e di strategie vaccinali comuni.

Le relazioni presentate al workshop da Paola Stefanelli, Annalista Pantosti e Marina Cerquetti del Mipi (Iss), rispettivamente referenti microbiologici delle sorveglianze di meningococco, pneumococco e Haemophilus influenzae, hanno fornito una chiave di lettura completa non sempre apprezzabile con la semplice lettura dei dati disponibili on line.

Raccogliere gli isolati per la caratterizzazione molecolare, l’identificazione di una quota sempre più rilevante di H.influenzae non prevenibile attraverso la vaccinazione e il continuo monitoraggio di sierotipi vaccinali e antibiotico resistenza in pneumococco per studiare l’impatto della vaccinazione e il fenomeno di “serotype replacement”: sono alcuni tra i messaggi emersi durante i lavori.

La presentazione sullo stato del sistema ha permesso di discutere l’appropriatezza dell’attuale sorveglianza, delle modifiche di cui necessita e ha evidenziato l’esistenza di differenze qualitative tra le Regioni. Si tratta di un tema legato alla segnalazione vista come atto burocratico e non come informazione di sanità pubblica che porta quindi alcune Regioni a essere dei punti di riferimento per i loro dati, mentre altre hanno una sottonotifica tale da non permettere di ricavare l’impatto dei programmi vaccinali in atto. Per questo motivo, parte dei lavori è stata dedicata alle buone pratiche di sorveglianza epidemiologica e di gestione dei laboratori di riferimento. I referenti di Lombardia (Alessandra Piatti, Asl Milano 1 e Laura Garlaschi, Policlinico di Milano), Piemonte (Daniela Lombardi, Asl Alessandria e Anna Barbui, Aso San Giovanni Battista di Torino) e Veneto (Vincenzo Baldo, Università di Padova) hanno mostrato gli aspetti organizzativi delle loro sorveglianze, Maria Grazia Pascucci, referente della Regione Emilia-Romagna, ha presentato i dati relativi all’impatto della vaccinazione per malattie batteriche invasive tra la popolazione della sua Regione.

La discussione sulle criticità ha rappresentato un momento di fondamentale importanza identificando sia le criticità, sia le possibili soluzioni applicabili nella pratica quotidiana di questa sorveglianza, fornendo ai partecipanti una presentazione che permette di continuare il dibattito in sede locale.

 

La discussione oltre le malattie batteriche invasive

Durante il workshop sono stati affrontati argomenti non strettamente legati alla sorveglianza sulle Mib. Filippo Ansaldi (Facoltà di medicina e chirurgia di Genova) ha presentato uno studio sulla circolazione di pneumococchi in Liguria, Roberto Gasparini (Facoltà di medicina e chirurgia di Genova) uno studio sullo stato di portatore di meningococco negli adolescenti liguri, Chiara Azzari (Università di Firenze) una presentazione sull’uso della Pcr nella diagnosi routinaria di malattie batteriche invasive che potrebbe aumentare notevolmente la sensibilità della sorveglianza e Maria Grazia Pizza (Novartis di Siena) un intervento sul nuovo vaccino per Meningococco B che potrebbe essere sul mercato dal 2013.

 

In conclusione

Tutti gli argomenti trattati nel corso del workshop hanno contribuito a mostrare la forte relazione della sorveglianza con altri aspetti della salute pubblica importanti nel controllo delle malattie prevedibili con il vaccino, come studi, diagnosi routinaria e strategie vaccinali. Argomenti che suscitano un forte interesse tra la comunità scientifica e che richiedono momenti di confronto per migliorare il sistema a livello locale e nazionale.