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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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La mortalità per suicidio in Italia*

L’Italia si colloca tra i Paesi europei a più basso rischio di suicidio, con livelli di mortalità per questa causa comparabili a quelli che si registrano in Grecia e Spagna. La mortalità per suicidio nel nostro Paese (con riferimento alla popolazione residente di età superiore a 14 anni) è aumentata dalla metà degli anni ’70 fino alla metà degli anni ’80 per poi diminuire negli anni seguenti, con un’accelerazione del ritmo di riduzione per gli uomini a partire dagli ultimi anni ’90. Per le donne, nonostante alcune discontinuità, la riduzione è evidente su tutto il periodo e negli anni 2006-2007 il tasso, raggiunge il suo minimo storico con un valore di 3,1 suicidi ogni 100.000 residenti (contro un minimo relativo di 4,8 registrato negli anni 1973-1975), a cui segue un lieve aumento nel 2008 (3,2 per 100.000). Per gli uomini invece, nonostante la consistente riduzione iniziata a partire dal 1985 (quando il tasso arriva a 17,0 per 100.000), negli anni 2006 -2007 la mortalità per suicidio (11,1 suicidi ogni 100.000 abitanti) torna agli stessi livelli raggiunti a metà degli anni ’70. Nel 2008, anche per gli uomini si registra un lieve aumento del tasso rispetto al biennio precedente (11,4 per 100.000).

 

L’eterogeneità dei dati all’interno del Paese

Nonostante un tasso medio nazionale tra i più bassi d’Europa, il territorio italiano è caratterizzato da livelli allarmanti di mortalità per suicidio in alcune realtà regionali e in alcuni sottogruppi di popolazione. Il suicidio è più frequente nelle Regioni dell’Italia settentrionale che non in quelle del Sud, fatta eccezione per la Sardegna dove si riscontrano tassi particolarmente elevati.

 

Con riferimento ai valori medi dell’ultimo biennio di disponibilità del dato Istat di mortalità (2007-2008), tra le Regioni del Nord i tassi più elevati di suicidio si sono registrati in Valle D’Aosta (11,0 per 100.000), in Piemonte (9,2 per 100.000) e nelle Province autonome di Bolzano e Trento (10,7 e 8,8 rispettivamente). Nell’Italia centrale valori piuttosto elevati sono stati registrati in Umbria (9,7 per 100.000) e nelle Marche (8,3 per 100.000). Tassi di suicidialità particolarmente contenuti (inferiori a 6,0 per 100.000 residenti) si sono invece registrati nel Lazio (5,0), in Campania (5,1), Puglia (5,5), Molise (5.9), Calabria (5.95) e anche in Liguria (5.1). La Sardegna (con un valore di 11,4) è la Regione con il tasso più elevato di suicidio.

 

Nel 77% dei casi il suicida è un uomo; nel biennio 2007-2008 (valori medi) il tasso grezzo di mortalità è stato pari a 11,6 per gli uomini e a 3,2 per le donne, con un rapporto maschi/femmine di 3,6. Per entrambi i generi, la mortalità per suicidio cresce all’aumentare dell’età ma, mentre per le donne questo aumento è piuttosto costante, per gli uomini si evidenzia un incremento esponenziale dopo i 65 anni di età. Tra gli uomini ultasessantacinquenni il tasso arriva a 20,5 contro 4,5 tra le donne della stessa età (con un rapporto di genere che sale a 4,5) e, se consideriamo i “grandi vecchi” (85 anni e più), il tasso raggiunge il valore di 32,6 tra gli uomini e di 4,4 tra le donne (con un rapporto di 7,5).

 

Il suicidio tra i giovani

Sebbene il fenomeno del suicidio, in termini assoluti, assuma dimensioni più rilevanti in età anziana, è nei giovani che esso rappresenta una delle più frequenti cause di morte. Nel biennio 2007-2008, nelle fasce di età 15-24 e 25-44 anni, il suicidio è stato la quarta più frequente causa di decesso (circa l’8% del totale), preceduta, in ordine decrescente di frequenza, da incidenti stradali, tumori e cause accidentali nella classe di età 15-24 anni, da tumori, malattie dell’apparato cardiocircolatorio e incidenti stradali tra i 25-44enni. Per i maschi tra i 15 e i 24 anni la proporzione dei morti per suicidio (9%) sul totale dei decessi è di poco inferiore a quella dei morti per tumore (11%) e tra le ragazze, nella stessa fascia di età, è della stesso ordine di grandezza dei morti per cause accidentali e per malattie dell’apparato cardiocircolatorio (6%). Tra le donne nella fascia di età compresa tra i 25 e i 44 anni, il suicidio arriva a essere la terza causa di morte più frequente (5,6%) comparabile con i morti per incidente stradali (5,4%).

 

 

(*) Tutti i dati presentati in questo contributo sono frutto di elaborazioni Iss su dati Istat.

Data di creazione della pagina: 8 settembre 2011

Revisione a cura di: Monica Vichi - Ufficio di Statistica, Cnesps-Iss