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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Archivio 2015

(10 dicembre 2015) L’Oms aggiorna le fact sheet sulle disabilità

L’Oms stima che, nel mondo, oltre un miliardo di persone conviva con una forma di disabilità, soprattutto gli anziani e le persone con patologie croniche. Le persone disabili hanno maggiormente bisogno di cure mediche, tuttavia un recente sondaggio tra persone con disordini mentali, ha evidenziato che percentuali significative (tra il 35-50% nei Paesi sviluppati e tra il 76-85% nei Paesi in via di sviluppo) non hanno avuto accesso a trattamenti nell’anno precedente l’indagine. Per fare luce sul fenomeno l’Oms ha aggiornato le fact sheet sul tema, fornendo una panoramica sui principali aspetti che caratterizzano i problemi di salute delle persone disabili. Visita il sito Oms.

 

(15 ottobre 2015) L’Oms aggiorna le fact sheet sulla salute mentale

Ad ottobre 2015 l’Oms ha aggiornato le fact sheet di tre pagine sul tema: la salute mentale durante le emergenze, la depressione e i disordini mentali. Per ciascuna pagina numerose informazioni, dai dati generali sul problema alla risposta dell’Oms.

 

(8 ottobre 2015) Giornata mondiale della salute mentale 2015

A livello globale, migliaia di persone con problemi di salute mentale sono  private dei proprio diritti umani. Non solo sono discriminati, stigmatizzati e marginalizzati ma sono spesso soggetti di abusi fisici e psicologici sia all’interno della comunità che nelle strutture dedicate alla cura delle patologie mentali. È dedicato alla “dignità nell’ambito della salute mentale” il tema del World Mental Health Day 2015, iniziativa promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) il 10 ottobre di ogni anno. L’Oms dunque mira a far crescere la consapevolezza su questa tematica per far sì che le persone che soffrono di disturbi mentali possano continuare a vivere con dignità grazie anche a politiche, azioni e leggi orientate in tal senso. Nel nostro Paese, i dati Passi sottolineano che 6,4% degli adulti (18-69 anni) riferisce sintomi di depressione e percepisce compromesso il proprio benessere psicologico per una media di 15 giorni nel mese precedente l’intervista. In quasi la metà dei casi non si ricorre all’aiuto di nessuno e chi chiede aiuto si rivolge soprattutto a medici/operatori sanitari. I sintomi depressivi sono più frequenti nelle classi di età più avanzate, fra le donne, fra le classi socioeconomiche più svantaggiate (meno istruiti e/o con maggiori difficoltà economiche), fra chi non possiede un lavoro regolare, fra chi riferisce almeno una diagnosi di patologia cronica e tra chi vive solo. Per maggiori informazioni consulta le pagine dedicate sul sito dell’Oms e le pagine Passi dedicate alla depressione.

 

(10 settembre 2015) L’Oms aggiorna le fact sheet sui suicidi

Ogni anno, nel mondo, oltre 800 mila persone si tolgono la vita e un numero ancora superiore ci prova senza successo. I suicidi rappresentando la seconda causa di morte nella fascia di età 15-29 anni e, tra i metodi di suicidio più comuni ci sono l’ingestione di pesticidi, l’impiccagione e l’uso di armi da fuoco. Sono alcune delle informazioni presenti nella pagina del sito Oms dedicato alle fact sheet sul tema. Per maggiori informazioni visita il sito Oms.

 

(30 luglio 2015) Terremoto del 2009 in Abruzzo: pubblicato un contributo della sorveglianza Passi sulle capacità di reazione positiva della popolazione

L’articolo “Health-Related Quality of Life in the Aftermath of the L'Aquila Earthquake in Italy”, pubblicato sulla rivista Disaster Medicine and Public Health Preparedness il 21 luglio 2015, propone un'analisi degli indicatori Healthy days per valutare lo stato di salute mentale della popolazione de L'Aquila prima e dopo il terremoto del 2009. I risultati ottenuti supportano l’ipotesi che dopo un disastro naturale, la popolazione può essere in grado di attivare risorse personali e fattori protettivi sociali, sottolineando la necessità di individuare le strategie per suscitare e sostenere queste energie positive. Leggi la presentazione a cura degli autori dell'articolo

 

(16 luglio 2015) Dalla ricerca alla pratica: prevenzione e intervento precoce per il rischio di depressione post partum

Si stima che nel mondo occidentale - come risulta da molti studi epidemiologici, pur con ampia variabilità - la depressione post partum colpisca circa il 10-15% delle donne che partoriscono, con episodi che durano tipicamente da due a sei mesi. Lo riferisce un articolo, pubblicato sul Notiziario Iss, che presenta i risultati del progetto “Prevenzione e intervento precoce per il rischio di depressione post partum” di cui si è parlato il 2 marzo 2015 nell’omonimo convegno all’Iss. L’evento, organizzato dal reparto di Salute mentale del Cnesps-Iss, in collaborazione con il ministero della Salute-Ccm, è stato anche occasione per recepire i contributi di diversi esperti e operatori del settore e riflettere sull’importanza di attivare programmi di prevenzione e trattamento precoce della depressione post partum nella routine dei servizi, che vedano il coinvolgimento di più figure professionali nell’ottica di un'integrazione multidisciplinare efficace. Per maggiori informazioni consulta l’articolo completo “Prevenzione e intervento precoce per il rischio di depressione post partum” (pdf 1 Mb, Notiziario Iss - Volume 28 - Numero 6, giugno 2015).

 

(16 luglio 2015) Mental Health Atlas 2014: servizi, risorse, politiche

Come sottolinea il Mental Health Atlas 2014, pubblicato dall’Oms a luglio 2015, occorre investire di più nella salute mentale e il motivo non è solo quello di ridurre la sofferenza di questo tipo di disturbi. Secondo l’Atlante, nel mondo, circa 1 persona su 10 soffre di disturbi mentali ma solo l’1% della forza lavoro sanitaria globale lavora su queste tematiche. La pubblicazione, infatti, fornisce informazioni aggiornate sulla disponibilità dei servizi e sulle risorse a livello mondiale (tra cui gli stanziamenti finanziari, le risorse umane e le strutture specializzate). Per approfondire leggi la riflessione di Antonella Gigantesco (reparto Salute mentale, Cnesps-Iss).

 

(18 giugno 2015) Il Piano d’azione europeo 2013-2020 sulla salute mentale

I disturbi mentali sono una delle principali sfide di sanità pubblica all’interno della Regione europea dell’Oms, affliggendo circa il 25% della popolazione ogni anno. In tutti i Paesi, i problemi di salute mentale sono più frequenti tra i gruppi più svantaggiati. È per questo che il nuovo European Mental Health Action Plan 2013-2020 sulla salute mentale si concentra su sette obiettivi, tra loro collegati, e pone un particolare focus sulle azioni da adottare per contrastare l’insorgenza dei disturbi mentali e migliorare la qualità di vita dei cittadini. Leggi l’approfondimento a cura di Antonella Gigantesco (reparto Salute mentale, Cnesps-Iss).