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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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I casi di morbillo recentemente notificati in Italia



Marta Ciofi degli Atti – reparto Malattie infettive, Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) - Iss

Stefania Iannazzo – ministero della Salute

Maria Grazia Pompa – ministero della Salute

 

27 luglio 2006

 

 

Negli ultimi mesi si sono verificati in Italia due cluster di morbillo, rispettivamente in Toscana e nella Provincia autonoma di Bolzano, in cui la trasmissione della malattia è avvenuta prevalentemente in ambito nosocomiale.

 

Il primo cluster si è verificato nella Asl di Grosseto, tra il 20 gennaio e il 5 maggio 2006, con un picco in marzo. Il caso indice era una ragazza appena tornata dall'India, ricoverata per febbre e rash. Il primo caso secondario è stato un’allieva infermiera, che era stata a contatto con il caso indice, e i cui sintomi sono esorditi 14 giorni dopo l'esposizione. In totale, sono stati segnalati 40 casi, di cui 26 confermati in laboratorio e i restanti con link epidemiologico a casi confermati. In 7 pazienti è stato inoltre possibile tipizzare il genoma virale, risultato essere di tipo D4. Dodici dei 40 casi sono stati associati a trasmissione nosocomiale. Il 95% dei casi aveva >15 anni e solo uno era stato vaccinato contro il morbillo, nel 1982. La Asl ha condotto una ricerca attiva e vaccinazione dei contatti.

 

Il secondo cluster si è invece verificato a Merano, con 5 casi insorti dal 21 giugno all'8 luglio 2006 (tre bambini <3 anni di età e due donne adulte). Questi cinque casi sono stati confermati sierologicamente; sono in corso gli accertamenti su un ulteriore paziente con sospetto morbillo. Il secondo caso insorto in ordine di tempo (26 giugno) era una donna rom in gravidanza, che ha riferito come 6 dei suoi fratelli, più uno dei fratelli del marito, avevano avuto il morbillo nell'ultimo mese. È quindi presumibile che il morbillo sia iniziato nella comunità rom, e da qui si sia poi diffuso. Dei 5 casi segnalati, tre erano correlati a una esposizione ospedaliera, uno era figlio della donna rom, e un altro non aveva apparenti legami con nessuno di questi casi. Nessuno dei pazienti era stato vaccinato. La Asl sta conducendo una ricerca attiva dei contatti.

 

A questi due episodi, si aggiungono due casi sospetti di morbillo in Veneto, per i quali sono in corso gli accertamenti di laboratorio. Si tratta di padre e figlio, che hanno avuto i sintomi della malattia al rientro da una vacanza in Croazia. Potrebbe quindi trattarsi di casi importati.

 

Questi episodi evidenziano come, in periodo di bassa incidenza di malattia quale è quello attuale in Italia, esista comunque il rischio continuo di importazione dell’infezione. È quindi necessario sottolineare la necessità di:

  • sospettare sempre il morbillo in caso di febbre e rash
  • condurre in tutti i pazienti con queste manifestazioni cliniche gli appropriati accertamenti di laboratorio, inviando i campioni di urine al laboratorio di riferimento nazionale per la tipizzazione (referente dott.ssa Nicoletti, Iss. Tel. 06 49903242; 06 49903235; durante il mese di agosto è possibile contattare agli stessi numeri di telefono la dott.ssa Fortuna)
  • notificare immediatamente i casi sospetti. Data l'attuale bassa incidenza del morbillo, e la necessità di informare rapidamente sia le altre Regioni che le altre nazioni europee della presenza di eventuali casi, è importante trasmettere subito le copie delle notifiche sia a livello regionale che nazionale (ministero della Salute, Iss)
  • isolare i pazienti ricoverati con sospetto morbillo. È indicato l'isolamento respiratorio per 4 giorni dopo l'inizio dell'esantema
  • verificare che il personale sanitario sia adeguatamente vaccinato per Mpr
  • raccomandare la vaccinazione MPR per i viaggiatori. Va sottolineato infatti come non esistano aree che possono essere considerate a maggior rischio di altre, quindi la vaccinazione va raccomandata comunque
  • in caso di morbillo confermato, identificare i contatti, vaccinare i suscettibili e offrire una seconda dose a chi è stato precedentemente vaccinato con una sola dose.