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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Epidemia di morbillo in Piemonte: il punto della situazione

Antonietta Filia (1), Antonella Barale (2), Silvana Malaspina (2), Marta Ciofi degli Atti (1)

(1) Reparto Epidemiologia delle Malattie Infettive, Cnesps - Istituto superiore di sanità, Roma

(2) Servizio di riferimento regionale di epidemiologia per la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle Malattie Infettive (Seremi), sede di Alessandria - Regione Piemonte

 


L’epidemia di morbillo che sta interessando, da circa cinque mesi, la Regione Piemonte non tende a estinguersi. Al 12 febbraio 2008 sono stati segnalati 635 casi, con 25 ricoveri di cui 4 per complicanze polmonari. È stato anche segnalato un caso di cheratocongiuntivite. Inoltre, è stato registrato il decesso di una bambina affetta da grave immunodeficienza (sindrome Ada).

 

La storia dell’epidemia

Originatasi a partire da un focolaio insorto nel comune di Fossano (appartenente alla Asl 17 Savigliano), nel mese di settembre 2007, l’epidemia ha coinvolto prima i tre distretti della Asl 17 (Fossano, Savigliano, Saluzzo), e successivamente si è diffusa alle Asl limitrofe (su questo, si veda gli aggiornamenti su EpiCentro relativi al periodo settembre-novembre 2007 e dicembre 2007).

 

L’epidemia ha coinvolto inizialmente in prevalenza ragazzi appartenenti alle coorti di nati dal 1990 al 1993, cioè ragazzi che frequentano diverse scuole superiori della Asl 17. Poiché gli istituti coinvolti raccoglievano ragazzi provenienti da varie zone del Piemonte, a partire dalla fine del mese di ottobre il morbillo si è diffuso anche in sei Asl limitrofe coinvolgendo prevalentemente ragazzi delle stesse coorti di nascita, in gran parte accomunati dall’utilizzare gli stessi mezzi di trasporto (autobus e treni).

 

Dal mese di gennaio 2008 si sono registrati casi sospetti in 19 delle 22 Asl in cui è suddiviso il territorio piemontese. L’estendersi dell’epidemia di morbillo ha coinvolto anche ragazzi più giovani, appartenenti alle coorti di nati dal 1994 al 1998 e soggetti di età superiore a 20 anni.

 

Inoltre, sempre a partire dal mese di gennaio, sono segnalati almeno 15 casi di sospetto morbillo nei campi nomadi delle province di Cuneo e di Torino. Si tratta di soggetti prevalentemente stanziali, che però si spostano frequentemente in altre località per incontrare parenti o per svolgere attività come quella di giostraio, venditore di ferro o altro.

 

Al 12 febbraio 2008, 65 dei 635 casi segnalati sono stati confermati in laboratorio. Le indagini di biologia molecolare hanno rilevato che i ceppi virali identificati appartengono al tipo D4, che circola prevalentemente nel Regno Unito. Il caso indice era infatti una ragazza che aveva acquisito l’infezione in Gran Bretagna durante un viaggio di studio.

 

Messa in atto delle misure di controllo

In tutte le Asl sono stati indagati in dettaglio tutti i casi segnalati e messe in atto le misure di controllo previste per il morbillo secondo le raccomandazioni nazionali e regionali. Queste misure sono principalmente basate sull’offerta della vaccinazione a tutti i contatti suscettibili nelle famiglie e nelle scuole. In totale, al 12 febbraio 2008, sono state somministrate circa 7500 dosi di vaccino MPR. Inoltre, dopo la segnalazione dei casi nei campi nomadi, ai referenti per la sorveglianza delle malattie infettive e ai referenti vaccinali delle Asl piemontesi è stato chiesto di verificare lo stato vaccinale dei bambini/ragazzi nei campi di loro competenza. Al 12 febbraio, almeno una Asl aveva eseguito interventi di catch-up nei campi nomadi presenti sul suo territorio.

 

L’epidemia in corso è un’ulteriore conferma dell’elevata contagiosità del morbillo e la sua facilità di diffusione in ogni contesto dove ci siano persone suscettibili. Nel Piemonte sono state raggiunte coperture del 90% per una dose di MPR nei nuovi nati dal 1999 al 2004. Tuttavia come testimonia l’epidemia in corso, vi sono ancora molte persone suscettibili tra gli adolescenti e giovani adulti e nei gruppi “difficili da raggiungere”. Infatti, come dimostrato dai vari focolai di morbillo verificatisi in Italia negli ultimi due anni, nel nostro Paese le persone suscettibili al morbillo possono essere suddivise in tre categorie principali:

  • gli adolescenti e i giovani adulti non vaccinati, cresciuti in aree in cui la copertura vaccinale dei nuovi nati, seppur non sufficiente per interrompere la trasmissione dell’infezione, ha limitato la sua circolazione e diradato gli intervalli tra epidemie
  • i bambini che appartengono a gruppi di popolazione “difficili da raggiungere”, in cui le coperture vaccinali sono basse. È questo il caso sia delle comunità rom/sinti che di alcune comunità di immigrati
  • i bambini le cui famiglie obiettano attivamente alle vaccinazioni.

Per raggiungere l’eliminazione del morbillo quindi, è fondamentale raggiungere e mantenere elevate coperture vaccinali con due dosi di MPR anche negli adolescenti e giovani adulti e nei gruppi vulnerabili e più difficili da raggiungere rispetto alla popolazione generale.