Indagine epidemiologica sulla mortalità estiva - metodi e risultati finali
A cura di Susanna Conti, direttore dell’Ufficio di Statistica, Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute - Istituto Superiore di Sanità
Consulta la presentazione dei dati finali
In seguito alle eccezionali condizioni climatiche di questa estate, il
Ministro della Salute ha disposto un’indagine epidemiologica sulla mortalità
estiva in Italia e l’ha affidata all’Istituto Superiore di Sanità (Ufficio
di Statistica, Centro Nazionale di Epidemiologia), per appurare e
quantificare se nel nostro Paese si è avuto, durante il periodo estivo di
quest’anno, un eccesso di mortalità rispetto allo stesso periodo dello
scorso anno, con particolare riferimento alle persone anziane.
A settembre scorso sono già stati pubblicati i dati della
mortalità estiva fino al 15 agosto. Ma per completare il quadro della
mortalità che si è verificata durante la scorsa estate, è stato richiesto
alle anagrafi dei comuni capoluogo di Regioni/Province Autonome, di fornire
i dati di mortalità relativi all’intero trimestre estivo (1° giugno – 31
agosto) negli anni 2002 e 2003.
Si sono dunque richiesti sia i dati relativi alle morti avvenute nella
seconda quindicina di agosto che, di nuovo, quelli relativi al periodo
1° giugno – 15 agosto, per tener conto di eventuali aggiornamenti
sopravvenuti dopo la prima fase dell’indagine.
La metodologia seguita è esattamente quella della prima fase:
i) sono stati richiesti la data di morte e di nascita (necessaria per
calcolare l’età), il genere, il comune di residenza, il comune di morte;
ii) sono stati analizzati solo i decessi relativi ai residenti che sono morti
nella propria città;
iii) sono state considerate tutte le età, ma si è posta particolare
attenzione a quelle anziane (65 anni ed oltre, 75 anni ed oltre);
iv) le città sono state analizzate singolarmente, ed aggregate per grandi
aree geografiche (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud e tutta Italia);
v) sono stati studiati i numeri assoluti dei decessi ed i tassi
standardizzati per età.
Per quanto riguarda l’impianto complessivo dell’indagine, si ricorda che si è
scelto di effettuare un confronto tra l’estate del 2003 e quella dell’anno
precedente, metodo previsto in letteratura scientifica (1).
E’ anche possibile effettuare lo studio della mortalità conseguente ad
un’ondata di calore confrontando la mortalità osservata nell’estate in cui
essa si è verificata con una mortalità “attesa” calcolata con una
varietà di metodi, dalle medie mobili di vario ordine alle medie di
mortalità osservate in un ampio periodo temporale; le stime così ottenute
sono però molto sensibili rispetto al metodo usato e sono quindi
difficilmente confrontabili (2).
In ogni caso, gli eccessi di mortalità misurati nella nostra indagine sono
risultati molto vicini, e sempre dello stesso ordine di grandezza
(indicazione che conta, ai fini delle iniziative di Sanità Pubblica) di
quelli misurati in alcuni studi locali, condotti con vari metodi di calcolo
della mortalità attesa, a Milano, Torino, Bologna.
Riferimenti Bibliografici
1
R. Basu, J.M. Samet. Relation between Elevated Ambient Temperature and
Mortality: A review of the Epidemiologic Evidence. Epidemiological Reviews,
Department of Epidemiology, School of Public Health della Johns Hopkins
University, Baltimora, 24:.2, pagg. 190-202, 2002.
2
Briefing note for the fifty-third session of the WHO Regional Commitee for
Europe. Vienna, 8-11 September 2003.
Risultati
Il periodo complessivo (3 mesi) in tutte le età
Durante l’intero periodo estivo (1° giugno – 31 agosto) la
mortalità tra le persone residenti nel complesso delle 21 città
capoluogo di Regione/Province Autonome ha registrato un aumento totale di
3134 unità (da 20.564 a 23.698), pari al 15.2%.
L’ultima quindicina di agosto ha contribuito con 738 decessi in più (da
3.165 a 3.903).
Come già osservato nella prima fase dell’indagine, tale aumento non è stato
omogeneo nelle varie aree geografiche: è stato maggiore nelle città
capoluogo di Regioni situate nel Nord-Ovest (22.6%, dato da 1.388
unità), seguito dal Nord-Est (13.5%, 383 unità), dal Sud (12.8%, 612 unità)
ed infine dal Centro (11.1%, 751 unità).
Confermando quanto rilevato nella prima fase dell’indagine, sono
particolarmente elevati gli incrementi di Torino, (561 morti in più,
il valore assoluto più alto, pari al 31.5%) , Trento (32.7%), Bolzano
(28.1), Milano (21.1%, 515 unità), Genova (16.8%); mostra un incremento
elevato anche Bari (26.2%).
Per quanto riguarda la differenza di genere, l’eccesso di mortalità di 3.134
persone si distribuisce in un 33% di uomini ed un 67% di donne. A tale
proposito dobbiamo tenere conto che tra le persone in età avanzata c’è una
prevalenza del genere femminile.
Il periodo complessivo (tre mesi) nelle età anziane
Quando si vanno ad esaminare le classi di età, si conferma, rispetto alla
prima fase dello studio, che l’eccesso di mortalità è concentrato
nelle più anziane: dei 3.134 decessi in più totali, ben 3027
(pari al 98.6%) si sono verificati dai 65 anni di età in poi e di questi,
2876 (pari al 91.8% del totale delle età) nelle persone di 75 anni ed
oltre.
Anche in queste classi di età si osserva una disomogeneità tra aree
geografiche, con i valori più alti al Nord-Ovest (31.5%); l’aggiornamento
dei dati ha portato a valori elevati il Sud (17.8%), seguito dal Nord-Est
(16.4%) e dal Centro (16.3%).
E’ ancora Torino la città in cui si osservano i più alti incrementi tra gli
anziani: tra le persone di età 75 anni e più si è registrato un incremento
del 44.9% (dato da 509 unità in più), più che doppio rispetto al dato
nazionale che è, ricordiamo, del 21.3%.
Sono particolarmente alti (al di sopra della media delle 21 città) anche i
valori di Trento (35.2%), Milano (30.6%), Bologna (26.1) e Genova
(22.2%); come già osservato, l’aggiornamento ha portato a registrare
valori elevati anche al Sud: Bari (33.8%), Campobasso (28.6%), Potenza
(25.4%) e l’Aquila (24.7%).
La differenza di genere tra le persone molto anziane è sovrapponibile a
quella registrata in tutte le età: l’eccesso di mortalità di 2.876 persone,
vede un 32% di uomini ed un 67% di donne.
Esame dei sub-periodi temporali
I dati relativi al trimestre estivo sono stati studiati disaggregandoli
per sub-periodi di 15 gg. Tale esame conferma in primo luogo quanto
già rilevato nella prima fase dell’indagine: gli aumenti maggiori si sono
osservati nel periodo dal 16 luglio al 15 agosto: nel complesso delle 21
città italiane, si è passati dal 6.246 persone decedute in tutte le
età nel 2002 a 8.543 nel 2003, con un incremento di 2297 unità , pari
al 36.8%.
Si conferma, rispetto alla prima fase dell’indagine, che l’area geografica
che ha presentato il maggior incremento su tutte le età è il Nord
Ovest (64.7%), seguito dal Centro (34.1%) , dal Nord-Est (24.9.4%) e dal Sud
(15.2%).
Si confermano le città che hanno fatto registrare il maggiore
aumento: Torino (76.5%), seguita da Genova (67.6), Milano (56.7.%), Perugia (58.6%), l’Aquila (44.1%) e Bologna (39.4).
Quando si considera il contributo all’eccesso di mortalità dato dalla seconda
quindicina di agosto, si osservano valori elevati nelle città del Sud:
Bari (incremento del 137%) Campobasso (66.7%) e Catanzaro (35%).
Esaminando le persone di 75 anni e più, nel periodo 16 luglio-15 agosto, a
fronte di un incremento che per le 21 città nel loro complesso è stato del
48.4%, la ripartizione che di gran lunga ha presentato l’incremento maggiore
è ancora il Nord-Ovest con l’81.8%, seguito dal Centro (48.8%), dal Nord-Est
(32.6%) e dal Sud (18.1%).
Passando ad esaminare le singole città, si conferma che sono più elevati i
valori osservati a Torino, con un raddoppio abbondante dei morti (incremento
del 108%), seguito da L’Aquila (94.7%), Genova (79.6%), Perugia (75.4%),
Milano (70.4%), Bologna (54.5%) e Roma (51.5%).
L’esame dei dati relativi alla seconda parte del mese di agosto mostra,
come precedentemente rilevato per tutte le età, un notevole incremento della
mortalità nelle città del
Sud: in quel periodo, infatti, l’incremento complessivo delle città che
afferiscono al Sud è stato del 37%, superiore all’incremento di tutte
e 21 le città, che è stato del 32.3%.
Sono rilevanti gli incrementi osservati nelle città di Bari (186%, da 29
decessi nel 2002 a 83 nel 2002) e Campobasso (450%, da 2 a 11 decessi)
. Si conferma l’elevato incremento dell’Aquila (83.3%, da 12 a 22 decessi).
Analisi dei tassi standardizzati
Per tenere conto delle diverse strutture per età che le singole città
presentano (tipicamente le città del Nord presentano un maggior numero di
anziani rispetto a quelle del Sud), sono stati calcolati per il trimestre
estivo del 2002 e del 2003 i tassi standardizzati, rispetto alla popolazione
Italiana , tra le persone di età 75 anni ed oltre.
L’esame di tali tassi mostra che il più alto incremento percentuale si
è osservato a Torino (49.2%), seguita da Bari (40.2%), Bologna (36.3%),
Milano (34.1%), Trento (33.0%) ed Ancona (30.2). Osserviamo che la
correzione rispetto alla struttura per età apportata, ha provocato un netto
abbassamento dell’eccesso di mortalità a Genova (che ha
notoriamente una popolazione molto anziana).
CONCLUSIONI
Si conferma quanto emerso nella prima fase dell’indagine: posto che
nelle città capoluogo di Regione/Provincia Autonoma si sono osservati,
rispetto allo scorso anno, incrementi della mortalità generale nel
complesso delle età tra 1° giugno e 31 agosto, il fenomeno è stato più
rilevante nelle città del Nord-Ovest (in particolare Torino, Genova e
Milano), tra le persone di 75 anni e più e nel periodo che va da metà luglio
a metà agosto. Non va peraltro trascurato l’eccesso di mortalità osservato
in città quali l’Aquila, che abitualmente gode di clima fresco.
L’aggiornamento ed il completamento dei dati, con la seconda parte del
mese di agosto, ha portato ad evidenziare un incremento consistente di
mortalità nelle città del Sud.
Potrebbe aver contribuito a tale incremento, un fenomeno già osservato e
riportato nella letteratura scientifica a proposito degli studi
epidemiologici sulle conseguenze delle ondate di calore: nelle città che
hanno un clima abitualmente caldo (come le nostre città del Sud) gli effetti
maggiori si osservano dopo una prolungata esposizione ad alte temperature.
In analogia con quanto fatto nella prima fase dell’indagine, è stata inoltre
effettuata una stima empirica basata sulla mortalità osservata e sulle
ampiezze demografiche dei comuni in cui risiede la popolazione italiana; è
stato preso in esame il periodo di quarantacinque giorni che va dal 16
luglio al 31 di agosto, in cui si è concentrato l’eccesso di mortalità
rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; si è quindi stimato, si
ripete, in modo empirico, che l’eccesso di mortalità rispetto allo stesso
periodo del 2002, tra le persone di 65 anni e più, residenti nel nostro
Paese, è stato di 7659 unità.