English - Home page

ISS
Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro


 

 

Importanza per la salute

La salute mentale è una componente essenziale del benessere dell’individuo e della comunità, ragion per cui i disturbi mentali, specialmente negli  anziani, devono essere riconosciuti e trattati con la stessa priorità attribuita ai disturbi fisici. La depressione maggiore è una delle patologie più rilevanti in termini di spesa sanitaria e, secondo le previsioni, sarà la più “onerosa” entro il 2030 [1]. In particolare, oltre i 65 anni di età, si associa a disabilità, aumento della mortalità ed esiti di salute sfavorevoli.

 

La maggior parte degli operatori sanitari, durante la pratica quotidiana, entra in contatto con pazienti anziani che presentano sintomi depressivi; tuttavia, sebbene il trattamento previsto sia efficace quanto negli adulti, si tratta di una condizione spesso sottostimata e poco trattata, con conseguenze rilevanti. Secondo i dati dell'Organizzazione mondiale di sanità (Oms), rispetto ad altre fasce d’età è maggiore la proporzione di ultra64enni che si suicidano (in Italia, 1/3 dei suicidi), nella parte dei casi, si tratta di persone affette da depressione maggiore. Inoltre, le persone anziane hanno più probabilità di morire nel corso di un tentativo di suicidio e coloro che sopravvivono presentano infine una prognosi peggiore [2].

 

Il disturbo depressivo maggiore si presenta con tono dell’umore particolarmente basso per un periodo lungo, sofferenza psicologica, fatica nel prendersi cura del proprio aspetto e della propria igiene, riduzione e peggioramento delle relazioni sociali, tendenza all’isolamento, peggioramento del rendimento difficoltà sul lavoro. I sintomi più frequenti sono: stato d’animo di tristezza, abbattimento; perdita di piacere e interesse; cambiamenti nell’appetito; disturbi del sonno; agitazione, irrequietezza o al contrario rallentamento; riduzione dell’energia, facile stanchezza e spossatezza; senso di valere poco, senso di colpa eccessivo; difficoltà di concentrazione, incapacità di pensare lucidamente; pensiero ricorrente che non vale la pena di vivere o pensieri di morte e di suicidio.

 

Nella maggior parte dei casi è causata da una combinazione di fattori genetici, biologici, ambientali, sociali e psicologici. Risulta associata ad altri problemi di salute mentale (come il disturbo d’ansia e quello da stress post traumatico), a malattie (come le cardiovascolari, l’ictus, il morbo di Parkinson), a comportamenti nocivi (come la sedentarietà e l’abuso di alcol), a fattori socio-demografici (come la povertà, la mancanza di lavoro, il genere femminile) e a fattori ambientali (come i disastri naturali o causati dall’uomo). La depressione è più comune nelle persone con malattie croniche, come quelle neoplastiche, o con limitazioni funzionali [3]. Riveste un ruolo importante nell’impatto delle patologie croniche sulla salute dell’individuo, sia in termini di diagnosi che di decorso ed esito; non a caso, è una patologia frequente tra i più anziani, perché la maggioranza di questa categoria di persone ha almeno una malattia cronica e la metà ne ha più di una. La prevalenza di sintomi depressivi aumenta in presenza di disturbi neurologici, come la demenza senile e la malattia di Parkinson, nonché di patologie sistemiche, come il diabete mellito e le malattie cardiovascolari. Nella malattia di Alzheimer la prevalenza media di depressione è pari al 30%; tuttavia, a seconda delle stime considerate, questo dato varia dallo 0% all'86%, riflettendo la difficoltà associata alla definizione e alla diagnosi di depressione in pazienti con demenza associata [4].

 

La depressione tra le persone anziane è, dunque, un problema di salute rilevante, che si associa ad angoscia e sofferenza e può portare al deteriorarsi delle funzioni fisiche, mentali e delle relazioni sociali. La presenza di sintomi depressivi fa peggiorare il decorso e complica il trattamento delle malattie croniche, provoca l’aumento del ricorso a visite mediche e al Pronto Soccorso, ma anche del consumo di farmaci e della durata dei ricoveri ospedalieri.

 

Il contesto internazionale e nazionale

A livello mondiale, nella popolazione di età superiore ai 60 anni si stima una prevalenza del 15% di problemi legati alla salute mentale; inoltre, nella stessa fascia d’età, le patologie psichiatriche e quelle neurologiche sono responsabili del 17,4% del totale degli anni vissuti in condizioni di disabilità (Years Lived with Disability, YLDs). Le patologie più frequenti sono la demenza e la depressione, con prevalenze rispettivamente del 5% e del 7% [5]. Gli anziani che soffrono di depressione costituiscono un gruppo eterogeneo con una notevole varietà di sintomi, in uno spettro complesso che va dal disturbo dell’umore alla depressione maggiore. Nei soggetti di età superiore ai 75 anni la prevalenza di depressione va dal 4,6% al 9,3% [6], mentre i sintomi depressivi sono presenti in una percentuale di casi che va dal 4,5% al 37,4%. In Italia, i dati di prevalenza dei disturbi mentali negli ultra 65enni sono stati raccolti nell’ambito del progetto europeo Esemed (European Study on the Epidemiology of Mental Disorders) [7]. I risultati indicano che l’8,1% degli anziani ha soddisfatto i criteri diagnostici per almeno un disturbo mentale nel corso della vita. In particolare, i disturbi depressivi presentano una prevalenza del 4,5%, superiore alle altre fasce d’età.

 

Come Passi d’Argento misura la depressione

Nelle indagini di popolazione, uno degli strumenti più utilizzati è il Patient Health Questionnaire che, nella versione completa (PHQ-9), è composto da nove domande con cui è possibile individuare la presenza di episodio depressivo maggiore con buona sensibilità e specificità, una validità che si ottiene anche con una versione a 8 domande (PHQ-8). Passi d’Argento utilizza una versione ridotta, il PHQ-2, che include solo le prime due domande relative ai sintomi di umore depresso e perdita di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività [8]. Nella sorveglianza di popolazione, il PHQ-2 è più accettabile e sostenibile rispetto ad altri test e, sebbene sovrastimi la prevalenza di depressione, è in grado di apprezzare le differenze tra gruppi a maggior rischio, le differenze territoriali e i trend temporali.

 

Politiche di prevenzione della depressione

La depressione è una condizione prevenibile e, qualora già presente, trattabile e risolvibile; non deve essere considerata una componente normale dell’invecchiamento. Spesso i disturbi depressivi negli anziani sono sottovalutati e non vengono riconosciuti come problema di salute. Si corre perciò il rischio di un trattamento inadeguato. È raccomandato che gli operatori sanitari ricerchino la presenza di sintomi depressivi, tanto più se l’assistito presenta malattie croniche o altri fattori di rischio. In tal senso, sarebbe necessario promuovere e sostenere l’attenzione degli operatori e della comunità su questi temi perché chi è affetto da depressione possa giovare delle informazioni e del supporto utili a risolvere il problema [9].

 

Il Mental Health Action Plan 2013-20 [10] dell’Oms auspica azioni più incisive per la prevenzione dei disturbi mentali e la promozione della salute mentale. Secondo il Piano è di vitale importanza che nell’ambito delle politiche sanitarie, programmi e interventi siano focalizzati non solo su come affrontare le situazioni più gravi (in particolare depressione maggiore, disturbi bipolari e schizofrenia), ma anche su come proteggere e promuovere il benessere mentale di tutti i cittadini. In quest’ottica, i servizi territoriali per persone con sintomi di depressione devono essere presenti e facilmente accessibili. L'obiettivo di una campagna globale sulla depressione condotta dall’Oms è che più persone con depressione (“The black dog”), ovunque nel mondo, cerchino e ricevano aiuto.

 

Riferimenti

  1. Rodda J, Walker Z, Carter J. Depression in older adults. BMJ. 2011 Sep 28;343:d5219. doi: 10.1136/bmj.d5219.
  2. Manthorpe J, Iliffe S. Suicide in later life: public health and practitioner perspectives. Int J Geriatr Psychiatry 2010;25:1230-8.
  3. Chapman DP, Perry GS, Strine TW. The vital link between chronic disease and depressive disorders. Prev Chronic Dis. 2005 Jan;2(1):A14.
  4. Even C, Weintraub D. Case for and against specificity of depression in Alzheimer's disease. Psychiatry Clin Neurosci 2010; 64(4):358-366
  5. WHO, Mental health of older adults, December 2017 http://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/mental-health-of-older-adults
  6. Meeks TW, Vahia IV, Lavretsky H, Kulkarni G, Jeste DV. A tune in “a minor” can “b major”: a review of epidemiology, illness course, and public health implications of subthreshold depression in older adults. J Affect Disord 2011;129:126-42
  7. De Girolamo G. et al “Prevalenza dei disturbi mentali comuni in Italia, fattori di rischio, stato di salute ed uso dei servizi sanitari. Il progetto ESEMeD – WMH” Epidemiologia e Psichiatria Sociale, Suppl al n.4 vol 14, ottobre-dicembre 2005.
  8. D’Argenio P, Minardi V, Mirante N. Confronto tra due test per la sorveglianza dei sintomi depressivi nella popolazione. Inserto BEN Notiziario ISS. 2013 Gen; 26 (1):i-iii.
  9. World Health Organization Mental Health Gap Action Programme (mhGAP). Geneva; 2017 https://www.who.int/mental_health/mhgap/en/
  10. World Health Organization Mental health action plan 2013-2020. Geneva, 2013 https://www.who.int/mental_health/action_plan_2013/en/

 

Definizioni operative

 

Persona con sintomi di depressione è una persona che nelle due settimane prima dell’intervista ha sperimentato sintomi di umore depresso e/o di anedonia (perdita di interesse nelle attività della vita di tutti i giorni) in modo duraturo.

In base alla durata, in giorni, dei sintomi, viene assegnato un punteggio. Quando la somma dei due punteggi è uguale o superiore a 3, la persona viene considerata affetta da sintomi depressivi.

 

Durata in giorni

Punteggio

Umore depresso

Anedonia

0 - 1

0

0

2 - 6

1

1

7 - 11

2

2

12 - 14

3

3

 

Consulta anche le informazioni generali con le caratteristiche degli indicatori Passi d'Argento, e gli approfondimenti dedicati.

 

Scheda indicatore: prevalenza di persone con sintomi di depressione

 

Popolazione di riferimento

Residenti in un Comune della Asl e iscritti all’anagrafe assistiti della Asl, in età 65 anni e più.

Numeratore

Rispondenti, in età 65 anni e più, che riferiscono di aver sperimentato, nelle ultime due settimane, sintomi di umore depresso e/o anedonia in modo duraturo (per il significato di “duraturo” vedi tabella nella pagina sulla definizione).

Denominatore

Intervistati, in età 65 anni e più, che rispondono a entrambe le domande riguardanti i sintomi di umore depresso e anedonia, riferendo il numero di giorni in cui hanno eventualmente sperimentato questi sintomi. Chi risponde “non so” viene equiparato a chi risponde “nessuno”, mentre i valori mancanti sono esclusi dall'analisi.

Misure di frequenza

Prevalenza riferita al periodo di rilevazione (sulla popolazione di 65 anni e più), con intervalli di confidenza al 95%.

Intervallo temporale di riferimento per la definizione di caso

Due settimane precedenti l’intervista.

Significato per la salute pubblica

Adottando un'appropriata soglia di punteggio (≥3), il Phq-2, consente di individuare le persone con possibile disturbo depressivo, misurare la prevalenza di questa condizione, l’associazione con determinanti sociali, patologie croniche e rischi comportamentali, l’eventuale incremento a seguito di eventi imprevisti, come disastri naturali. Consente inoltre di valutare quanto è compromessa la qualità della vita legata alla salute, a causa dei sintomi fondamentali della depressione.

Limiti dell’indicatore

Rispetto ai test più complessi, compreso quello da cui è derivato (Phq-9), il Phq2 è semplice da somministrare, accettabile e ha una buona riproducibilità e capacità di cogliere i cambiamenti, tuttavia risulta meno affidabile. Esso non consente di fare diagnosi di depressione.

In contesti clinici è raccomandato come test di screening, nel caso sia accessibile, per le persone che risultano positive, un secondo livello diagnostico di approfondimento.

Validità dell’indicatore

Confrontato con la diagnosi di disturbo depressivo maggiore, il test mostra una sensibilità generalmente attorno a 80% ed una specificità attorno al 90%.

Poiché la depressione maggiore, nella popolazione generale, non ha una frequenza elevata, il numero di rispondenti falsi positivi è alto.

Di conseguenza, la prevalenza di sintomi depressivi stimata dal PdA risulta più elevata rispetto alla prevalenza di disturbo depressivo maggiore.

Tuttavia le differenze tra gruppi della popolazione, e quelle geografiche anche rilevate con il Phq2 poiché riguardano analisi comparative sono oltre che altamente informative anche sufficientemente solide.

Il dato di pool non è rappresentativo della realtà nazionale in quanto 2 regioni non hanno partecipato all’indagine 2012 (Basilicata e P.A di Bolzano) e 3 con una sola ASL(Lombardia, FVG e Marche).

 

Sorveglianza dei disturbi depressivi: come lavora il Passi d’Argento

a cura dello staff centrale del Passi d’Argento

 

29 novembre 2018 - Il modulo Passi d’Argento sulla depressione è composto da tre domande. Le prime due sono basate sul Patient Health Questionnaire-2 [1], uno strumento di screening derivato dal Patient Health Questionnaire-9 [2] che, in vari contesti e anche in Italia, è stato validato attraverso il confronto con i risultati dell’intervista clinica strutturata del Dsm-IV asse I (Scid-I).

 

Che cos’è il Dsm-IV?

La quarta edizione del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (Dsm-IV) viene utilizzata in campo psichiatrico perché esplicita i criteri diagnostici. Per esempio, per porre la diagnosi di episodio depressivo maggiore, la persona deve presentare almeno 5 di 9 sintomi ben definiti, per almeno due settimane. L’asse primo, quello dei disturbi clinici, include tutti i problemi di salute mentale, tranne i disturbi della personalità e il ritardo mentale.

 

Che cos’è la Scid-I?

La Scid-I è un’intervista strutturata che permette di fare diagnosi secondo i criteri Dsm-IV per i disturbi clinici. Consente anche di individuare un’eventuale compromissione del funzionamento psicosociale.

 

Che cos’è il Phq-9?

È un questionario composto da nove domande che permette di effettuare lo screening per la depressione e i disturbi depressivi.

 

Quali sono le domande del Phq-2 inserite in Passi?

  • Nelle ultime due settimane, per quanti giorni ha provato poco interesse o piacere nel fare le cose?
  • Nelle ultime due settimane, per quanti giorni si è sentito/a giù di morale, depresso/a o senza speranze?

In che modo si codificano le risposte al Phq-2, per dire che un rispondente ha sintomi depressivi?

 

Per ciascuna delle due domande:

 

giorni con sintomi depressivi punteggio significato

0-1

0

mai o quasi mai

2-6

1

diversi giorni

7-11

2

più della metà dei giorni

12-14

3

quasi tutti i giorni

 

I punteggi assegnati a ciascuna delle due risposte sono sommati e, se la somma è uguale o maggiore di 3, il rispondente è classificato come persona che presenta sintomi depressivi.

 

Quale valore hanno le domande del Phq-2?

Confrontato con la diagnosi di disturbo depressivo maggiore, in un campione con una prevalenza della condizione pari al 7%, la capacità del Phq-2 di individuare gli individui affetti dal disturbo va dall’83% al 27%. Quindi, all’aumentare del punteggio, il Phq-2 non riesce a individuare un’elevata quota di soggetti depressi, anche se diventa sempre più specifico. Cosicché quelli che classifica come depressi, molto probabilmente lo sono davvero. Il miglior compromesso tra sensibilità e specificità è la soglia di 3 punti.

 

somma dei punteggi Phq-2 sensibilità specificità valore predittivo positivo

3

83%

90%

38%

4

73%

93%

46%

5

54%

97%

56%

6

27%

99%

79%

Kurt Kroenke ha anche valutato l’accuratezza del Phq-2 per individuare qualsiasi disturbo depressivo, in un campione con una prevalenza della condizione pari al 18%.

 

somma dei punteggi Phq-2 sensibilità specificità valore predittivo positivo

3

62%

95%

75%

4

51%

98%

81%

5

31%

99%

85%

6

12%

100%

93%

 

A che cosa serve il Phq-2?

 

Nell’ambulatorio del medico

Secondo la U.S. Preventive Services Task Force, se esistono servizi specialistici in grado di garantire una diagnosi accurata, un trattamento efficace e il follow-up della depressione, il medico di famiglia dovrebbe effettuare il Phq-2 agli adulti, per poter indirizzare il paziente a questi servizi. In questo contesto si ritiene che il beneficio netto di una diagnosi tempestiva sia elevato o moderato. Se invece non esistono servizi specialistici cui poter indirizzare il paziente, i potenziali benefici si riducono e viene raccomandato di non effettuare il Phq-2. Clicca qui per approfondire.

 

Nella sorveglianza

Il Phq-2 consente di individuare le persone con probabile disturbo depressivo, misurare la prevalenza, l’associazione con determinanti, patologie croniche e rischi comportamentali. Consente inoltre di valutare quanto è compromessa la qualità della vita legata alla salute, a cause dei sintomi di depressione. Tutte informazioni che possono essere utilizzate da coloro che sono impegnati nell’advocacy a sostegno della salute mentale, dai pianificatori e dagli epidemiologi cui fornisce spunti per la ricerca. Clicca qui per approfondire.

 

Risorse

Note

  1. Kroenke K, Spitzer RL, Williams JBW (2003) The Patient Health Questionnaire-2: validity of a two-item depression screener. Med Care 41:1284-1292
  2. Mazzotti E, Fassone G, Picardi A, Sagoni E, Ramieri L, Lega I, Camaioni D, Abeni D, Pasquini P (2003) Il Patient Health Questionnaire (Phq) per lo screening dei disturbi psichiatrici: uno studio di validazione nei confronti dell’intervista clinica strutturata per il Dsm-IV asse I (Scid-I) [The Patient Health Questionnaire (PHQ) for the screening of psychiatric disorders: a validation study versus the Structured Clinical Interview for DSM-IV axis I (SCID-I)]. G Ital Psicopatol 9:235-242

Pubblicazioni nazionali

 

Report nazionale

 

Pubblicazioni locali

 

Report nazionale

In questa pagina sono elencate le pubblicazioni locali dedicate esclusivamente all'abitudine alla depressione. Dati sul tema sono però disponibili anche all’interno delle pubblicazioni nazionali e locali che riassumono i risultati delle indagini della sorveglianza.

 

Indagine 2012

 

Lazio

Regionali

 

Data di ultimo aggiornamento: 14 marzo 2019

Autori: Gruppo Tecnico Passi - Iss