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la newsletter di Passi
Importanza per la salute
30 maggio 2013 - La dipendenza (pdf 165 kb) dalla nicotina e altre componenti del tabacco, caratterizzata dalla ricerca compulsiva della sostanza e dall’abuso, è il motivo per cui la maggior parte dei fumatori è costretta a fumare tutti i giorni, anche quando non vorrebbero.
A livello individuale, i benefici immediati della cessazione sono grandi: la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa tornano al livello fisiologico, l’ossigenazione dei tessuti migliora, man mano che l’ossido di carbonio abbandona il sangue. In poche settimane, scompaiono tosse e altri sintomi respiratori, e dopo alcuni mesi la funzionalità respiratoria si ristabilisce. Una somma non trascurabile di danaro diventa disponibile per se stessi e la propria famiglia. Ma soprattutto si guadagna la libertà dalla dipendenza e ciò stride con le argomentazioni usate dall’industria del tabacco e dalle organizzazioni di facciata che, per la loro azione lobbistica, fanno perno proprio sul valore della libertà.
Sul lungo periodo, le persone che smettono prima della mezza età, evitano il 90% e più dei rischi di malattie legate al tabacco, ma anche se smettono verso i 50 anni evitano in modo sostanziale il rischio di cancro del polmone e altre malattie causate dal tabacco [1, 2, 3].
A livello sociale, è stato mostrato che nel secolo che stiamo vivendo, nei Paesi come l’Italia, la mortalità causata dal fumo di tabacco sarà più influenzata dal numero di fumatori che smettono, piuttosto che dal numero di adolescenti che iniziano [1]. Per questo motivo è importante mettere sotto sorveglianza i tentativi di smettere di fumare.
Come Passi misura l’abitudine al fumo
Passi classifica come tentativo di smettere quello effettuato da un fumatore che, con l’intenzione di smettere di fumare, è rimasto senza fumare per almeno 24 ore di seguito, nell’anno precedente l’intervista. I fumatori che hanno smesso da meno di 6 mesi sono classificati come “fumatori in astensione”, quelli che hanno smesso da più di 6 mesi sono classificati come ex-fumatori.
In tal modo è possibile stimare la prevalenza di fumatori che hanno tentato di smettere, quella di fumatori in astensione e quella di ex fumatori. Per approfondire consulta le schede indicatore.
Che cosa dicono i dati Passi
Tra i fumatori che hanno da 18 a 69 anni, nel 2012 il 40% (circa 4,5 milioni) riferisce di aver effettuato, nei 12 mesi precedenti, un tentativo di smettere, restando 24 ore senza fumare. Il 94% di coloro che tentano di smettere conta solo sulla forza di volontà, nel 2,4% dei casi usa farmaci o cerotti sostitutivi e solo nell’1,1% si rivolge a un centro antifumo. Alla fine, circa il 17% di coloro che hanno tentato, si dichiara astinente dal fumo al momento dell’intervista: il 9% da meno di 6 mesi (fumatori in astensione) e l’8% da più di 6 mesi (ex-fumatori).
La percentuale di fumatori che tentano di smettere, negli ultimi anni si sta lievemente riducendo, al nord, al centro e al sud dell’Italia.
Politiche di prevenzione del fumo a livello internazionale e nazionale
Esistono trattamenti efficaci per i fumatori che vogliono smettere. Tra i trattamenti non farmacologici, l’intervento clinico breve, cioè il consiglio e l’assistenza competente del medico (che può prendere circa 10 minuti) ha un effetto, anche se piccolo sulla probabilità di smettere; il counseling (individuale, di gruppo, o telefonico); le terapie cognitivo-comportamentali hanno un’efficacia maggiore. [4]
Tra i prodotti farmacologici, i sostituti a base di nicotina, sotto qualsiasi forma (cerotti, gomme o inalatori) aumentano il tasso di cessazione del 50-70%; due farmaci (il buproprione e la vareniclina) aumentano di due-tre volte la probabilità di smettere di fumare e diventare ex-fumatore, rispetto al tentativo di smettere senza alcun ausilio. [5]
Questi trattamenti, sono offerti in Italia da molti centri anti-fumo, in certi casi accompagnati da trattamenti non convenzionali come l’agopuntura e l’auricoloterapia. L’Osservatorio fumo alcol e droga dell’Istituto superiore di sanità, che li censisce, riporta la cifra 393 centri per smettere di fumare che trattano un numero di fumatori (meno di 20.000 all’anno), molto inferiore al numero di fumatori che tentano di fumare, che arriva ad alcuni milioni.
Sarebbe necessario ridurre, per i fumatori che vogliono smettere, le barriere che ostacolano l’accesso a un sostegno qualificato ed efficace, aumentando la capacità del sistema sanitario di fornire trattamenti di buona qualità, rendendo gratuiti (o semi-gratuiti) i trattamenti efficaci sia di tipo comportamentale che farmacologico, e aumentando la disponibilità del sostegno a distanza come il materiale di auto-aiuto, le quit-line telefoniche e i siti web dedicati.
Risorse utili
Riferimenti
Indicatori Passi: abitudine al fumo
Definizioni operative
Consulta anche le informazioni generali con le caratteristiche degli indicatori Passi, e gli approfondimenti dedicati.
Scheda indicatore: prevalenza di non fumatori
Popolazione di riferimento |
Residenti in un Comune della Asl e iscritti all’anagrafe assistiti della Asl, in età 18-69 anni. |
Numeratore |
Persone di età 18-69 anni che nella loro vita hanno fumato meno di 100 sigarette (5 pacchetti da 20) o hanno risposto “non so/non ricordo”. |
Denominatore |
Intervistati che hanno fornito una risposta (qualunque essa sia) alla domanda sull’abitudine al fumo esclusi, i valori mancanti; il denominatore corrisponde in pratica all’intero campione. |
Misure di frequenza |
Prevalenza annuale (sulla popolazione di 18-69 anni), con intervalli di confidenza al 95%. |
Intervallo temporale di riferimento per la definizione di caso |
Il periodo temporale di riferimento sono gli anni di vita dell’intervistato. |
Significato per la salute pubblica |
Rispetto ai fumatori, chi non fuma ha un’aspettativa di vita di ben 10 anni superiore e una qualità di vita di gran lunga migliore. Chi vive libero dal fumo infatti respira meglio, riesce più facilmente a evitare faringiti e laringiti, bronchite cronica ed enfisema polmonare, il rischio di patologie circolatorie e cardiache, il pericolo di ictus o di ostruzione delle arterie. Senza il fumo, migliorano anche il sonno, la prontezza dei riflessi, i tassi di fecondità sia negli uomini che nelle donne. |
Limiti dell’indicatore |
L’indicatore misura un comportamento riferito dall’intervistato ed è in teoria soggetto a distorsione legata alla desiderabilità sociale del comportamento, che può essere considerato sconveniente e soggetto a stigmatizzazione. In teoria, ciò può spingere il rispondente a dichiarare di non aver mai fumato, e ciò determina una sovrastima della prevalenza. Questo effetto è stato valutato e gli studi di migliore qualità mostrano che si attesta comunque su valori modesti. |
Validità dell’indicatore |
In altri contesti di studio, quando i dati dichiarati sono confrontati con quelli misurati obiettivamente (mediante l’analisi dei livelli di cotinina, un metabolita della nicotina, nei liquidi biologici: saliva, urine o sangue), l’indicatore circa la frequenza di coloro che conducono una vita libera dal fumo mostra una sovrastima, ma anche una buona correlazione con le misure oggettive, che lo rende utile per valutare le differenze territoriali e i trend temporali. |
* Vedi anche: Behavioral Risk Factor Surveillance System (Brfss)
Scheda indicatore: prevalenza di fumatori
Popolazione di riferimento |
Residenti in un Comune della Asl e iscritti all’anagrafe assistiti della Asl, in età 18-69 anni. |
Numeratore |
Persone di età 18-69 anni che dichiarano di aver fumato nella loro vita almeno 100 sigarette (5 pacchetti da 20) e di essere fumatori al momento dell’intervista, o di aver smesso di fumare da meno di 6 mesi. |
Denominatore |
Intervistati che hanno fornito una risposta (qualunque essa sia) alla domanda sull’abitudine al fumo, esclusi i valori mancanti; il denominatore corrisponde in pratica all’intero campione. |
Misure di frequenza |
Prevalenza annuale (sulla popolazione di 18-69 anni), con intervalli di confidenza al 95%. |
Intervallo temporale di riferimento per la definizione di caso |
L’indicatore è costruito sulla base di più variabili che hanno diversi periodi temporali di riferimento: gli anni di vita dell’intervistato, gli ultimi 6 mesi, ed il comportamento abituale al momento dell’intervista. |
Significato per la salute pubblica |
Il fumo di tabacco è tra i principali fattori di rischio per l’insorgenza di numerose patologie cronico-degenerative, in particolare a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare ed è il maggiore fattore di rischio evitabile di morte prematura. A seconda del metodo usato, si stima che fra i 70 e gli 80 mila decessi all’anno, in Italia, siano attribuibili all’abitudine al fumo con oltre un milione di anni di vita potenziale persi. |
Limiti dell’indicatore |
L’indicatore misura un comportamento riferito dall’intervistato ed è in teoria soggetto a distorsione legata alla desiderabilità sociale del comportamento, che può essere considerato sconveniente e soggetto a stigmatizzazione. In teoria, ciò può spingere alcuni rispondenti a negare il comportamento con conseguente sottostima della prevalenza. Questo effetto è stato valutato e gli studi di migliore qualità mostrano che si attesta comunque su valori modesti. |
Validità dell’indicatore |
In altri contesti di studio, quando i dati dichiarati sono confrontati con quelli misurati obiettivamente (mediante l’analisi dei livelli di cotinina, un metabolita della nicotina, nei liquidi biologici: saliva, urine o sangue), la prevalenza di fumatori mostra una sottostima, ma anche una buona correlazione con le misure oggettive che rende utile questo indicatore per valutare le differenze territoriali e i trend temporali. |
* Vedi anche: Behavioral Risk Factor Surveillance System (Brfss)
Scheda indicatore: prevalenza di fumatori occasionali
Popolazione di riferimento |
Residenti in un Comune della Asl e iscritti all’anagrafe assistiti della Asl, in età 18-69 anni. |
Numeratore |
Persone di età 18-69 anni che dichiarano di aver fumato nella loro vita almeno 100 sigarette (5 pacchetti da 20), di essere fumatori al momento dell’intervista e di non fumare tutti giorni. |
Denominatore |
Intervistati che hanno fornito una risposta (qualunque essa sia) alla domanda sull’abitudine al fumo, esclusi i valori mancanti; il denominatore corrisponde in pratica all’intero campione. |
Misure di frequenza |
Prevalenza annuale (sulla popolazione di 18-69 anni), con intervalli di confidenza al 95%. |
Intervallo temporale di riferimento per la definizione di caso |
L’indicatore è costruito sulla base di più variabili che hanno diversi periodi temporali di riferimento: gli anni di vita dell’intervistato e il comportamento abituale al momento dell’intervista. |
Significato per la salute pubblica |
Sebbene ci siano prove sul fatto che l’entità dei danni del fumo dipendano dalla dose, non esiste un livello di abitudine al fumo non nocivo per la salute in termini di aumento del rischio di malattie respiratorie, oncologiche e cardiovascolari. Fumare meno di una sigaretta al giorno può rappresentare un comportamento transitorio, caratteristico di chi sta iniziando o smettendo di fumare, in una minoranza di casi però può essere un comportamento più duraturo, che comporta anch’esso un rischio, seppur limitato. |
Limiti dell’indicatore |
L’indicatore misura un comportamento riferito dall’intervistato ed è in teoria soggetto a distorsione legata alla desiderabilità sociale (in termini di sconvenienza e stigmatizzazione) del comportamento, che spinge il rispondente a negare di fumare o a dichiarare una minore assiduità del comportamento. Per questa ragione la prevalenza di fumatori occasionali potrebbe non corrispondere al valore reale. Tuttavia, empiricamente, è stato dimostrato che l’effetto della desiderabilità sociale per questo comportamento è modesto. |
* Vedi anche: Behavioral Risk Factor Surveillance System (Brfss)
Scheda indicatore: prevalenza di fumatori quotidiani
Popolazione di riferimento |
Residenti in un Comune della Asl e iscritti all’anagrafe assistiti della Asl, in età 18-69 anni. |
Numeratore |
Persone di età 18-69 anni che dichiarano di aver fumato nella loro vita almeno 100 sigarette (5 pacchetti da 20), di essere fumatori al momento dell’intervista e di fumare almeno una sigaretta tutti giorni. |
Denominatore |
Intervistati che hanno fornito una risposta (qualunque essa sia) alla domanda sull’abitudine al fumo, esclusi i valori mancanti; il denominatore corrisponde in pratica all’intero campione. |
Misure di frequenza |
Prevalenza annuale (sulla popolazione di 18-69 anni), con intervalli di confidenza al 95%. |
Intervallo temporale di riferimento per la definizione di caso |
L’indicatore è costruito sulla base di più variabili che hanno diversi periodi temporali di riferimento: gli anni di vita dell’intervistato e il comportamento abituale al momento dell’intervista. |
Significato per la salute pubblica |
Il fumo di tabacco è tra i principali fattori di rischio per l’insorgenza di numerose patologie cronico-degenerative, in particolare a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare ed è il maggiore fattore di rischio evitabile di morte prematura. A seconda del metodo usato, si stima che fra i 70 e gli 80 mila decessi all’anno, in Italia, siano attribuibili all’abitudine al fumo con oltre un milione di anni di vita potenziale persi. |
Limiti dell’indicatore |
L’indicatore misura un comportamento riferito dall’intervistato ed è in teoria soggetto a distorsione legata alla desiderabilità sociale (in termini di sconvenienza e stigmatizzazione) del comportamento, che spinge il rispondente a negare di fumare o a dichiarare una minore assiduità del comportamento. Per questa ragione, la prevalenza dei fumatori quotidiani potrebbe essere sottostimata. Tuttavia, empiricamente, è stato dimostrato che l’effetto della desiderabilità sociale per questo comportamento è modesto. |
* Vedi anche: Behavioral Risk Factor Surveillance System (Brfss)
Scheda indicatore: tentativi di smettere di fumare
Popolazione di riferimento |
Residenti in un Comune della Asl e iscritti all’anagrafe assistiti della Asl, in età 18-69 anni. |
Numeratore |
Persone di età 18-69 anni che dichiarano di aver fumato almeno 100 sigarette (5 pacchetti da 20) nella loro vita, che hanno fumato negli ultimi 12 mesi e che, sempre negli ultimi 12 mesi, sono rimasti senza fumare per almeno un giorno, con l’intenzione di smettere di fumare. |
Denominatore |
Intervistati che hanno fornito una risposta (qualunque essa sia) alla domanda sull’abitudine al fumo, esclusi i valori mancanti, e che erano fumatori nei 12 mesi precedenti all’intervista; quindi il denominatore comprende sia le persone che fumano ancora al momento dell’intervista, sia quelle che hanno smesso negli ultimi 12 mesi. |
Misure di frequenza |
Prevalenza annuale (sulla popolazione di 18-69 anni), con intervalli di confidenza al 95%. |
Intervallo temporale di riferimento per la definizione di caso |
L’indicatore è costruito sulla base di più variabili che hanno diversi periodi temporali di riferimento: gli anni di vita dell’intervistato, gli ultimi 12 mesi e il momento dell’intervista. |
Significato per la salute pubblica |
La maggior parte dei fumatori deve fumare tutti i giorni a causa della dipendenza dalla nicotina, caratterizzata dalla ricerca compulsiva della sostanza e dall’abuso. Tuttavia la maggior parte di essi è consapevole dei danni del fumo e desidera smettere. I tassi di cessazione (restare senza fumare per più di 6 mesi), per chi tenta di smettere senza trattamenti, sono in genere bassi, ma possono essere incrementati utilizzando trattamenti efficaci. |
Limiti dell’indicatore |
L’indicatore mostra notevoli differenze quando rilevato con intervista faccia-a-faccia e con intervista telefonica. I successi dei tentativi di smettere, tra fumatori che utilizzano trattamenti efficaci, risultano minori quando sono stimati in base ai dati della sorveglianza rispetto ai trial clinici. |
* Vedi anche: Behavioral Risk Factor Surveillance System (Brfss)
Scheda indicatore: prevalenza di ex fumatori
Popolazione di riferimento |
Residenti in un Comune della Asl e iscritti all’anagrafe assistiti della Asl, in età 18-69 anni. |
Numeratore |
Persone di età 18-69 anni che dichiarano di aver fumato nella loro vita almeno 100 sigarette (5 pacchetti da 20) e di non fumare più da almeno 6 mesi. |
Denominatore |
Intervistati che hanno fornito una risposta (qualunque essa sia) alla domanda sull’abitudine al fumo, esclusi i valori mancanti; il denominatore corrisponde in pratica all’intero campione. |
Misure di frequenza |
Prevalenza annuale (sulla popolazione di 18-69 anni), con intervalli di confidenza al 95%. |
Intervallo temporale di riferimento per la definizione di caso |
L’indicatore è costruito sulla base di più variabili che hanno diversi periodi temporali di riferimento: gli anni di vita dell’intervistato e gli ultimi 6 mesi. |
Significato per la salute pubblica |
La ricerca scientifica ha confermato che quando si smette di fumare si ottengono molti benefici a breve e a lungo termine. Questi benefici vanno da una normalizzazione del livello di ossigeno nel sangue ad un miglioramento del respiro e della circolazione, e soprattutto a una riduzione del rischio di mortalità per malattie cardiovascolari e tumori. |
Limiti dell’indicatore |
L’indicatore misura un comportamento riferito dall’intervistato ed è in teoria soggetto a distorsione legata alla desiderabilità sociale del comportamento. |
* Vedi anche: Behavioral Risk Factor Surveillance System (Brfss)
Scheda indicatore: fumatori in astensione
Popolazione di riferimento |
Residenti in un Comune della Asl e iscritti all’anagrafe assistiti della Asl, in età 18-69 anni. |
Numeratore |
Persone di età 18-69 anni che dichiarano di aver fumato nella loro vita almeno 100 sigarette (5 pacchetti da 20) e di aver smesso di fumare da meno di 6 mesi. |
Denominatore |
Intervistati che hanno fornito una risposta (qualunque essa sia) alla domanda sull’abitudine al fumo, esclusi i valori mancanti; il denominatore corrisponde in pratica all’intero campione. |
Misure di frequenza |
Prevalenza annuale (sulla popolazione di 18-69 anni), con intervalli di confidenza al 95%. |
Intervallo temporale di riferimento per la definizione di caso |
L’indicatore è costruito sulla base di più variabili, che hanno diversi periodi temporali di riferimento: gli anni di vita dell’intervistato e gli ultimi 6 mesi. |
Significato per la salute pubblica |
Il fumo di tabacco è tra i principali fattori di rischio per l’insorgenza di numerose patologie cronico-degenerative, in particolare a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare ed è il maggiore fattore di rischio evitabile di morte prematura. Il rischio di recidiva è più alto nei primi mesi dopo la cessazione, per cui l’Oms suggerisce di classificare come ex-fumatore solo chi ha mantenuto l’astensione per più di 6 mesi. |
Limiti dell’indicatore |
L’indicatore misura un comportamento riferito dall’intervistato ed è in teoria soggetto a distorsione legata alla desiderabilità sociale del comportamento. |
* Vedi anche: Behavioral Risk Factor Surveillance System (Brfss)
Perché Passi mette sotto sorveglianza i tentativi di smettere di fumare
24 aprile 2013 - Uno dei cardini delle politiche contro il tabacco è la promozione dei tentativi di smettere di fumare, la ricerca di metodi efficaci per smettere e la loro messa in pratica. Attraverso alcuni indicatori specifici, ogni anno, Passi fornisce indicazioni su: tentativi di smettere di fumare nei 12 mesi precedenti, tentativi riusciti e tentativi falliti nei 12 mesi precedenti e modalità con cui si smette.
I fumatori vogliono smettere di fumare
Secondo i dati Passi, il 40% dei fumatori riferisce di aver fatto un serio tentativo di smettere negli ultimi 12 mesi, restando almeno 24 ore senza fumare.
La probabilità di mantenersi liberi dal fumo è però bassa, perché solo una percentuale di circa il 5% dei fumatori che tentano di smettere da soli, resta senza fumare per più di 6-12 mesi, diventando ex fumatore.
La nicotina crea dipendenza
La nicotina, contenuta nel tabacco, è una sostanza psicoattiva che induce dipendenza, e per questo motivo la maggior parte dei fumatori deve fumare tutti i giorni. La dipendenza è caratterizzata dalla ricerca compulsiva della sostanza e dall’abuso, nonostante la consapevolezza delle conseguenze negative per la salute. Gran parte dei fumatori è consapevole dei danni per la salute causati dal tabacco, ma smettere è difficile e può richiedere molteplici tentativi. Le ricadute sono frequenti, soprattutto nelle prime settimane, a causa dello stress, dell’aumento di peso e soprattutto dei sintomi dell’astinenza, tra cui: irritabilità, smania, depressione, ansia, deficit cognitivo e dell’attenzione, disturbi del sonno e aumento dell’appetito.
Sebbene la sindrome di astinenza sia correlata agli effetti farmacologici della nicotina, molti fattori comportamentali possono influenzare la severità dei sintomi. Per alcuni fumatori, toccare, annusare, guardare la sigaretta, assieme al rituale di acquistare o procurarsi le sigarette, maneggiarle, accenderle e fumarle sono tutte attività associate agli effetti piacevoli e possono peggiorare i sintomi e la smania provati nell’astinenza.
I sintomi dell’astinenza possono avere inizio poche ore dopo l’ultima sigaretta, inducendo il fumatore a riprendere. I sintomi raggiungono il massimo nei primi giorni dalla cessazione e abitualmente si calmano in poche settimane, anche se, per alcune persone, i sintomi possono perdurare mesi.
La dipendenza si instaura perché la nicotina agisce sul cervello
La ricerca ha mostrato che la nicotina attiva circuiti cerebrali che regolano le sensazioni di ricompensa e piacere. Una sostanza chimica coinvolta nella mediazione del desiderio di consumare ancora nicotina è il neurotrasmettitore dopamina, ed è stato dimostrato che la nicotina incrementa i livelli di dopamina nei circuiti di ricompensa. Questa reazione è simile a quella osservata con altre sostanze d’abuso e si ritiene sia alla base delle sensazioni piacevoli di cui fanno esperienza molti fumatori. Per molti, l’esposizione prolungata alla nicotina provoca cambiamenti cerebrali il cui risultato è la dipendenza.
Le proprietà farmacocinetiche della nicotina rafforzano la sua potenzialità di instaurare la dipendenza. Il fumo di sigarette produce una rapida diffusione al cervello della nicotina, che raggiunge il suo livello di picco entro 10 secondi dall’inalazione. Tuttavia, gli effetti acuti scompaiono velocemente, al pari della associata sensazione di appagamento, che fa sì che il fumatore si sforzi di mantenere il dosaggio che provoca l’effetto di piacere e prevenga le sensazioni spiacevoli dell’astinenza.
Smettere di fumare è possibile
In Italia il 18% della popolazione tra 18 e 69 anni è composta da ex fumatori, il che dimostra che smettere è possibile e comporta una riduzione sostanziale dei rischi di malattia e morte prematura. Sebbene i benefici siano maggiori per coloro che smettono precocemente, la cessazione è benefica sempre. Smettere riduce in modo consistente i seguenti rischi per la salute:
Che cosa bisogna fare per sostenere i fumatori che vogliono smettere
I trattamenti efficaci aumentano le probabilità di smettere
La combinazione di farmaci e counseling è più efficace dei trattamenti da soli. Infine, bisogna rilevare che si moltiplicano gli studi di valutazione che mostrano che il supporto è efficace anche quando fornito con sedute di gruppo oppure attraverso quit-line telefoniche specializzate, attraverso siti web che utilizzano programmi automatici, e attraverso smart-phone.
Se i fumatori che cercano di smettere di fumare utilizzassero i trattamenti efficaci, molti più tentativi avrebbero successo.
Risorse disponibili
Pubblicazioni nazionali
Report nazionale
Prodotti di comunicazione: schede fronte-retro e report tematici
Riviste nazionali
Pubblicazioni locali
Dati sul consumo di alcol sono disponibili anche a livello locale sia all’interno dei report regionali e aziendali, che riassumono i risultati annuali della sorveglianza, sia in pubblicazioni specifiche (rapporti dedicati, schede tematiche, ecc).
Consulta le pubblicazioni locali di:
Focus
News
I dati per l'Italia