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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Sintomi di depressione negli adulti: risultati 2007 del sistema di sorveglianza Passi

21 gennaio 2010 - In Italia, nel 2007, quasi una persona su dieci (9,4%) di età compresa tra 18 e 69 anni ha dichiarato di soffrire di sintomi di depressione. E, tra questi, quasi una persona su due (47,2%) non ha mai chiesto aiuto. Chi l’ha fatto si è rivolto soprattutto a personale sanitario. L’età avanzata, il sesso femminile, la bassa scolarità, l’essere disoccupati, la presenza di problemi economici e di malattie croniche sono tutti fattori di rischio associati ai sintomi di depressione. È stata anche dimostrata un’associazione tra sintomi depressivi e cattivo stato di salute percepito.

 

Questi risultati, pubblicati a dicembre 2009 in un articolo uscito sulla rivista International Journal of Public Health sulla base dei dati prodotti dal sistema di sorveglianza Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) confermano dunque che i sintomi di depressione rappresentano una condizione abbastanza comune nella popolazione adulta italiana. È noto che solo una piccola percentuale di casi di depressione viene diagnosticata e trattata. I dati suggeriscono inoltre che gli operatori delle cure primarie, in particolare i Medici di medicina generale (Mmg), dovrebbero effettuare uno screening per disturbi mentali in ambito non specialistico.

 

Il contesto

Secondo recenti proiezioni dell'Oms, del resto, i disturbi mentali sono destinati a divenire nel prossimo decennio una delle principali fonti di disabilità e sofferenza. In Europa, la mortalità per suicidio è più elevata di quella provocata da incidenti stradali e il solo disturbo depressivo maggiore rende conto del 6% del carico (burden) di sofferenza e disabilità legato alle malattie. L’impatto economico della morbilità psichiatrica è molto elevato, con stime conservative pari al 3-4% del prodotto interno lordo dell’Unione europea.

In Italia sono poche le informazioni sulla prevalenza dei sintomi di depressione nella popolazione generale. E ancor meno su quanto i pazienti con sintomi di depressione siano disposti a chiedere aiuto. Il sistema di sorveglianza Passi è in grado di stimare la prevalenza delle persone con sintomi di depressione e, tra queste, quante si siano rivolte a una figura professionale e non per una richiesta di aiuto. Il Passi consente anche di investigare l’associazione tra sintomi depressivi, fattori di rischio e stato di salute percepita.

 

I metodi

Per l’articolo sono stati utilizzati i dati Passi del 2007, che contano 22.006 interviste telefoniche, raccolte dal personale specificamente formato delle 149 su 165 Aziende sanitarie locali che partecipano alla sorveglianza in 18 Regioni e Province autonome italiane. La popolazione di riferimento comprende persone di età compresa tra 18 e 69 anni. Lo strumento per lo screening degli intervistati con sintomi di depressione è una versione modificata del Patient Health Questionnaire-2, presente nella sezione “salute mentale” del questionario Passi.

 

Dati utili per la programmazione

I dati pubblicati in questo articolo suggeriscono ancora una volta che i sistemi di sorveglianza non sono soltanto un insieme di campionamenti, interviste, analisi dei dati e comunicazione. Sono di più: un’infrastruttura di supporto, una guida istituzionale, elementi utili per fare advocacy. Il Passi si è mostrato infatti un valido strumento per misurare aspetti della salute mentale della popolazione generale e ha consentito di approfondire la conoscenza del rapporto tra quest’ultima e i fattori di rischio comportamentali, gli stili di vita e i determinanti sociali, offrendo così tutte quelle informazioni necessarie per pianificare interventi di prevenzione e promozione della salute.

 

Consulta l’articolo “Depressive symptoms among adults 18–69 years in Italy: results from the Italian behavioural risk factor surveillance system, 2007”.