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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Quale valore si può attribuire alla prevalenza di diabete stimata da Passi

8 novembre 2012 - In Passi, la prevalenza di diabete viene stimata in base alle persone che riferiscono di aver avuto nel corso della vita una diagnosi di diabete fatta da un medico.

 

Il diabete è una malattia frequente, seria e costosa, che è in aumento in tutto il mondo. È una condizione associata allo stile di vita e a diseguaglianze sociali per cui è indispensabile disporre di strumenti di sorveglianza della diffusione del diabete e dei fattori associati nella popolazione in modo da poter fornire informazioni ai decisori in modo tempestivo.

 

Applicando la definizione dell’Oms, circa una persona su tre affette da diabete è inconsapevole della propria condizione. La diagnosi viene effettuata all’esordio di sintomi o complicanze o nel corso di controlli routinari. Per questi motivi, l’indicatore Passi sottostima la prevalenza di diabete effettivamente presente nella popolazione: in diversi studi, la sensibilità è risultata dell’80% per il diabete noto e del 67% per quello rilevato nel corso di indagini basate su misurazioni oggettive (Health Examination Survey).

 

Tuttavia, la riproducibilità è risultata ottima con valori di kappa tra 0,6 e 0,86, la specificità molto elevata (>95%).

 

Più recentemente, è stato rilevato che i dati riferiti, pur con il deficit di sensibilità, sono validi per misurare le diseguaglianze sociali nel diabete, perché la sensibilità non varia troppo in base alla classe sociale, almeno nei Paesi dotati di sistema sanitario pubblico funzionante. È stato anche mostrato, come si può leggere nell’articolo “Trends in the Prevalence and Ratio of Diagnosed to Undiagnosed Diabetes According to Obesity Levels in the U.S” che i dati riferiti sono validi per valutare gli andamenti temporali del diabete. In questa applicazione, bisogna però considerare il fatto che la sottostima tende a ridursi tra i soggetti affetti da obesità seria (BMI ≥ 35), presumibilmente a causa di una maggiore attenzione alla possibile presenza di diabete in queste persone.

 

In conclusione, la prevalenza di diabete basata su dati riferiti sottostima la prevalenza di diabete diagnosticato, e ancora di più quella di diabete misurato con l’esame della glicemia, ma la sottostima non varia sostanzialmente nel tempo, nello spazio e tra sottogruppi della popolazione, per cui può essere ed è utilizzato nella sorveglianza del diabete e del controllo del diabete nella popolazione. Dal 2011, Passi ha incluso nell’intervista un nuovo modulo che mira a fornire informazioni dettagliate sul controllo del diabete nella popolazione adulta assistita dalle Asl.